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Cronaca Piglio

Piglio, cresce la “sete” di cultura. La biblioteca esistente abbandonata

I libri, silenziosi custodi dello scibile umano, sono la fonte della cultura, la medicina contro l’ignoranza, la base  formativa di ogni uomo e di illustri personaggi che hanno lasciato la loro impronta nel tempo.

I libri, silenziosi custodi dello scibile umano, sono la fonte della cultura, la medicina contro l’ignoranza, la base formativa di ogni uomo e di illustri personaggi che hanno lasciato la loro impronta nel tempo.

Necessita, perciò, una biblioteca pubblica ben fornita ed adeguatamente gestita per permettere di soddisfare la “sete” di cultura e portare Piglio al “passo” con i tempi.

La giunta Ricci 26 anni fa e precisamente nel 1991 aveva installato la biblioteca comunale la cui ristrutturazione è costata la modica cifra di 190 milioni delle vecchie lire, in un locale sito nella sottostante Piazza Roma adibito ad ex Cinema.

Questo locale, alquanto umido, non idoneo quindi alla conservazione dei libri purtroppo ad ogni temporale finiva sempre sotto acqua e fatale fu il violentissimo nubifragio del 28 Luglio 2008 e la storica grandinata del 4 Maggio 2011 che distrussero definitivamente parte della libreria e parte dei libri in essa contenuti.

Dalla data del 4 Maggio 2011 l’unica concentrazione di materiale librario esistente a Piglio resta la biblioteca “Laurentiana” dei frati minori conventuali ubicata nei tre locali del primo piano dello storico convento di San Lorenzo, gestita dagli amici di San Francesco; la biblioteca della Collegiata Santa Maria Assunta; quella scolastica nell’Istituto Comprensivo “Ottaviano Bottini”; quella della famiglia Massimi-Berucci e quella di Giorgio Alessandro Pacetti, specializzata nella raccolta di materiali manoscritti inediti, seppur in fotocopia, dal XII secolo in avanti con annesso archivio fotografico che è stata visitata da studentesse universitarie di Roma e di Piglio per alcune tesi di laurea sulla chiesa di San Rocco e sul dialetto pigliese.

Torno a ribadire che Piglio per soddisfare la sua “sete” di cultura ha bisogno di una biblioteca pubblica, ne quella attuale può essere lasciata nel più completo abbandono

Giorgio Alessandro Pacetti

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