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Cronaca Piglio

Piglio, Giacimenti culturali da valorizzare. Anche per la cultura occorre uno Sponsor?

Non si è ancora spenta a Piglio l’eco sulla festa della Montagna che ha fatto confluire nella ridente cittadina del nord Ciociaria una moltitudine di visitatori e studiosi desiderosi di vedere un paesaggio naturale-artistico-storico che un’altra...

Non si è ancora spenta a Piglio l’eco sulla festa della Montagna che ha fatto confluire nella ridente cittadina del nord Ciociaria una moltitudine di visitatori e studiosi desiderosi di vedere un paesaggio naturale-artistico-storico che un’altra iniziativa potrebbe essere messa in campo per la valorizzazione dei giacimenti culturali ed archeologici.

Questo è il caso di Piglio in cui accanto alla suggestiva ed eccezionale bellezza dei luoghi, troviamo un concentrarsi di elementi artistici appartenenti ad età e culture differenti e tutte di notevole livello qualitativo. La situazione e lo stato conservativo dei consistenti ruderi romani disseminati un po’ ovunque nella campagna di Piglio ed in particolare nel quadrilatero cantina sociale “Cesanese del Piglio”, convento di San Giovanni, località Santo Eligio e le Fattora rischia di andare incontro ad un degrado sempre più irreparabile.

Già l’equipe storica locale nel 1988 segnalava la grave situazione alla Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio con una lettera. Il sollecito ottenne ascolto ed accoglienza da parte della Soprintendenza che inviò in ricognizione la dott.ssa Alessandra Gatti.

Del resto i beni monumentali di età tardo romana sono già stati segnalati in una pubblicazione universitaria nella collana “Forma Italiae” cui si può aggiungere un altro tassello quale l’acquedotto rinvenuto nel cimitero di Piglio nel corso dei lavori di sbancamento e il tempio di Giano.

Per chi non lo sapesse i reperti sono in gran parte visibili come i cippi siti nel convento di San Giovanni, nella cantina sociale, nella chiesa di San Rocco-Madonna della Valle e consistenti edificazioni in “opus reticolatum” in località Santo Eligio, mentre la zona detta delle Fattora necessita di una accorata investigazione.

Nel cimitero di Piglio è visibile un manufatto in muratura intonacato internamente con tanto di sfiato (acquedotto romano) che collegava le sorgenti di Romagnano con il tempio di Giano per proseguire verso il sottostamte “Lago”.

Tale carenza di informazioni potrebbe essere colmata affidando la zona ai cultori di storia locale permettendo la realizzazione di campi di studio stabili che vedrebbero impegnati gli studiosi in maniera massiccia con la pubblicazione di numerose testimonianze del passato. Tale iniziativa però necessita dell’impegno fattivo della civica amministrazione, la quale dovrebbe almeno mettere a disposizione degli studiosi le tabelle indicative e rendere fruibile al turismo la zona di Romagnano- Santo Eligio e le Fattora fra le più belle ed interessanti del Nord Ciociaria.

E’ di somma urgenza fare presto e fare bene prima che questo ingente patrimonio storico non resti più nulla e perché l’erosione causata dall’indifferenza non superi quella dovuta ad agenti naturali.

QUATTRO ANNI FA L’APPARIZIONE DELLA REGINA DELLA PACE A MEDJUGORJE.

Questo gioiello fa da paio con il polittico di scuola giottesca rinvenuto dal geom. Giorgio Alessandro Pacetti nel 1984 raffigurante la Madonna delle Rose, attorniata da dal Beato Andrea Conti, da San Giovanni Evangelista, da San Leonardo e da Sant’Antonio Abate di scuola di Giotto e che ugualmente si trova nella cappellina incorporata dalla suggestiva chiesetta che, con queste ulteriori scoperte, raggiunge una posizione di primaria importanza nel patrimonio artistico-culturale del Nord Ciociaria.

Queste scoperte di Pacetti sono servite a far riscrivere la storia di Piglio negli ultimi secoli anche in base ai ritrovamenti cartacei rinvenuti da don Marcello Coretti nell’archivio Parrocchiale della Collegiata Santa Maria Assunta.

Infatti in un documento si evince che “nel 1826 il Prevosto della Collegiata Santa Maria Assunta in Piglio espone al Santo Padre che nella chiesa di San Rocco si venera una antichissima Immagine di Maria SS.ma detta della Valle, tenuta in grandissima venerazione non solo dai pigliesi ma anche dai forestieri che in devote processioni vi si portavano nei sabati e ricevevano grazie dalla Augusta Regina”.

Nello stesso esposto si legge ancora che “il Preposto, desiderando richiamare la devozione di far celebrare la Festa con il concorso del Popolo nella Domenica fra l’ottava della Natività di Maria SS.ma, aveva pregato il Santo Padre Leone XII di concedere la facoltà di poter conseguire l’indulgenza plenaria a chi partecipava alle celebrazioni”. La facoltà di fatto fu concessa per soli sette atti dal 1826 al 1833.

A conferma di quanto scritto ed ottenuto dal Preposto, è la CROCE cosiddetta “PATENTE” posta alla sinistra dell’ingresso della chiesa mentre alla parete opposta si intravede il dipinto di un’aquila che oltre ad essere lo stemma del Comune di Piglio è anche lo stemma delle famiglie Conti, Cajetani, Colonna, Borgia, Orsini e Antiochia, questi ultimi, feudatari di Piglio.

SOLENNITÀ DELL’ANNIVERSARIO DELLA DEDICAZIONE DELLA CHIESA E DELL’ALTARE DI SANTA MARIA ASSUNTA, AVVENUTA IL 1586.

Il documento originale più antico, conservato nell’archivio parrocchiale e consistente in una piccola pergamena, attesta che il 24 Settembre 1586 la chiesa e l’altare della Collegiata Santa Maria Assunta furono consacrati per mano del vescovo Gaspare Viviani. Interno della Collegiata Santa Maria Assunta foto 2

Questo altare (come da foto n° 1) è stato poi demolito in quanto la Collegiata nel Febbraio 2000 è stata interessata da imponenti lavori di ristrutturazione interna con un contributo straordinario delle famiglie di Piglio, a cominciare dall’abbattimento degli altari laterali siti nelle due navate, dalla realizzazione di una nuova pavimentazione in marmo, dalla nuova installazione degli impianti elettrico e di riscaldamento a pavimento, dalla messa in opera di un nuovo altare in pietra, (come da foto 2), dall’installazione di un nuovo fonte battesimale ed alla sistemazione della sagrestia con nuovi mobili al posto di quelli esistenti del ‘600.

Altare Maggiore foto 1

A distanza di 429 anni sarà il vice parroco e Rettore della chiesa di San Lorenzo P. Angelo Di Giorgio a ricordarlo ai fedeli, questo anniversario con una Santa Messa che si terrà Mercoledì alle ore 17,30 alla Collegiata Santa Maria.

Giorgio Alessandro Pacetti

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