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Cronaca Piglio

Piglio, la storia si è ripetuta dopo 116 anni

Giove Pluvio si scatena e in città per fortuna non si verificano danni come nel 1901, ma tanta paura

Dopo tre mesi di siccità il ciclone Poppea ha portato sull’Italia settendrionale e sulla Ciociaria  molta pioggia e non solo.
I danni più eclatanti si sono registrati nei comuni della Ciociaria, dove la “bomba d’acqua” ha provocato seri danneggiamenti alle strade, allagamenti e alberi abbattuti.

Disagi si sono verificati in molti Comuni della provincia ciociara e romana con alberi a bordo strada sradicati dalla furia del vento. A Piglio, dopo centosedici anni dalla disastrosa alluvione del 2 Settembre 1901  che portò dallo scoglio dello Scalambra una valanga di terriccio, alberi e materiale vario la storia del maltempo si è ripetuta con tanto vento ed acqua, questa volta, senza provocare danni, per fortuna.
Così scriveva il perito agrimensore Francesco Nardi, incaricato dal Comune di Piglio, sulla alluvione del 2 Settembre 1901 che causò molti danni in tutto il paese: 

nel 1901 la disastrosa alluvione

“Nell’annata eccezionale quale fu quella del 1901 e specialmente nel Settembre le piogge torrenziali produssero non lievi guasti. 
Di questi dovunque ne avvennero e sia sotto forma di frane, di spossamenti, di alluvioni, di avulsioni ecc. dappertutto con una certa gravità. 
Purtroppo il regime delle nostre acque montane è tale da far impensierire per l’avvenire di una parte del nostro splendido territorio! Le condizioni topografiche e altimetriche della regione montuosa aggravate dal perfetto e generale disboscamento sono tutto altro che favorevoli dal salvaguardarci dall’alluvioni e più che mai dai danni che derivano dalla formazione di torrenti impetuosi.

La maggior disgrazia poi sta nel fatto naturale che le acque di centinaia di ettari di terreno si riuniscono in un solo torrente. 
E’ questo il torrente dell’Arringo che avendo origine nei pressi del monte Retafani, alimentato nel suo corso da altri torrenti di non lieve entità, spaventoso attraversa la migliore zona del nostro territorio arrecando dovunque guasti e danni immensi. 
E’ noto a tutti come questo mostro improvvisato nelle grandi piene costituisca oggetto di curiosità e meraviglia fino a che discende a precipizio dalla montagna, ma arrivato nella parte bassa del territorio (loc. Torretta e Civitella) dove è costretto da più basse e meno resistenti sponde, dove la pendenza del suo letto è di molto attenuata esso è di spavento e di desolazione apportatore temuto!” 


Giorgio Alessandro Pacetti
 

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