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Cronaca Piglio

Piglio, un’ assemblea per pochi intimi approva il bilancio della confraternita Madonna delle Rose

L’assemblea della confraternita della Madonna delle Rose ha approvato il bilancio consuntivo del Santuario anno 2016 e quello preventivo anno 2016. Ha partecipato ai lavori il parroco don Gianni che è anche il Cappellano della Confraternita.

L’assemblea della confraternita della Madonna delle Rose ha approvato il bilancio consuntivo del Santuario anno 2016 e quello preventivo anno 2016. Ha partecipato ai lavori il parroco don Gianni che è anche il Cappellano della Confraternita.

Quando le cose si fanno alla luce del sole, non c’è bisogno di revisori di conti, quelli che, se avessero lavorato bene, non avrebbero fatto sprofondare alcune società in una voragine di perdite.

Ma veniamo a noi: come ogni hanno viene presentato dal Priore e dall’Economo della Confraternita il bilancio consuntivo e quello preventivo che è stato approvato all’unanimità anche perché le entrate sono state superiori alle uscite per cui i conti sono risultati in attivo.

Unica nota dolente è stata quella dei 150 confratelli e consorelle aderenti alla Confraternita, che solo tredici dei 73 confratelli e consorelle in regola con il pagamento della quota associativa ha partecipato ai lavori assembleali.

Dispiace che in una confraternita senza fini di lucro una parte così cospicua non adempia ai suoi doveri, anche se ovviamente gli “evasori” sono stati esclusi dalle decisioni e dalle conseguenti votazioni. C’è da dire che la quota associativa serve oltre alle spese correnti ad iniziative di vita sociale come le gite, pranzi ed altro.

D’altra parte non si capisce come una Associazione possa mantenere fede ai suoi doveri statutari sanciti dalla Diocesi di Anagni-Alatri, se le vengono a mancare quelle entrate che servono semplicemente a sostenere le spese amministrative e gestionali.

Il mancato pagamento della quota associativa è un problema antico. Ne riportiamo il testo :

“Tutti i fratelli e le sorelle della Confraternita della Madonna delle Rose che oggi si lamentano del pagamento della quota annuale sappiano che la Confraternita, fin dalle origini, si è sostenuta con il pagamento delle quote dei confratelli. Già nel 1867 viene annotata nel registro delle entrate la riscossione delle decime che, a norma delle regole, i fratelli e le sorelle devono versare.

Negli anni successivi si parla semplicemente di quote. Nel libro delle entrate della Confraternita, nell’anno 1900, il sindacatore Alcibiade Borgia “deplora la scarsa ed infelice riscossione delle quote annue dovute dai fratelli e sorelle, la quale dovrebbe essere curata con più premura ed attività, e affidata a persone che riscuotino fiducia”.

A questa lamentela si associa don Pio Appetecchia, il quale scrive che “tale deficienza di quote dipende parte dai fratelli e sorelle abbastanza morosi e di cattiva volontà, capaci unicamente di mormorare a carico del prossimo, parte da coloro incaricati per la riscossione, i quali, specialmente in quest’anno, non hanno avuto premura di soddisfare il loro impegno”.

Un secolo fa dopo la prima guerra mondiale la confraternita subisce un rilassamento causato dalla morte dei Priori e dalla guerra stessa.

Nel 1924 si pensa alla riorganizzazione della medesima. A quell’epoca la confraternita si sosteneva con le quote dei confratelli, stabilita in 5 lire, e delle consorelle, stabilita in 2,5 lire.

Nella relazione della visita pastorale del 6 Settembre 1925 troviamo menzionata la Confraternita della Madonna delle Rose e del Rosario. Di essa si dice che è iscritta alla Primaria del Rosario nella Chiesa della Minerva dei Padri Domenicani. Vi si legge ancora che, dopo la morte del Priore e le avvenute vicende politiche, si verificò un quasi totale abbandono da parte dei Confratelli, in maggioranza contadini. Veniamo a sapere inoltre che ricostituitasi la Confraternita “da circa due anni, si va verificando la quasi impossibilità di osservare tutte le regole dei vecchi statuti”.

Nella relazione della visita pastorale datata 24 Ottobre 1929 si trova scritto che i componenti della confraternita erano numerosi: 139 fratelli e 105 sorelle. “Il Cappellano o padre spirituale propriamente detto non c’è. Hanno possibilmente, un sacerdote francescano che celebra la messa nei giorni festivi dal 1 Novembre al 24 Giugno.

Il 6 Gennaio 1930, 34 fratelli accettano lo statuto del Vescovo Gaudenzio Manuelli, datato 1 Novembre 1929, nel quale , tra gli altri articoli, al n° 52 si legge: “ Entro il Gennaio di ogni anno, i fratelli verseranno al Camerlengo la quota fissata da ciascuna confraternita , e nello stesso tempo anche le sorelle, in proporzione della metà: chi mancasse a questo dovere, dopo un solo avviso del camerlengo decade da associato”.

A seguito di ciò il 6 Marzo 1930 il Vescovo Manuelli istituisce di nuovo la confraternita della Madonna delle Rose. In un dattiloscritto, redatto forse da Don Orazio Cerrocchi, si fa ancora menzione delle quote dei confratelli.

Nelle risposte al questionario per la visita pastorale del 1950 leggiamo che la Confraternita si sostiene unicamente con le quote dei Confratelli e Consorelle e così le oblazioni dei fedeli. I confratelli sono 263, le consorelle 124 mentre dalla relazione della visita pastorale del 1976 si apprende che gli iscritti alla Confraternita sono 230. Il cappellano è il parroco di Santa Maria”.

Giorgio Alessandro Pacetti

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