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Il fatto / Cassino

Processo Mollicone, la sentenza il 15 luglio. Dal 24 giugno al via le discussioni

Il dibattimento per la morte della studentessa di Arce, assassinata nel giugno del 2001, si avvia alla conclusione. I medici legali e scienziati Cattaneo e Bolino a confronto

La sentenza del processo per l'omicidio di Serena Mollicone verrà emessa il 15 luglio 2022. Il processo in Corte d'Assise che si sta svolgendo in tribunale a Cassino si avvia alla conclusione. Nelle giornate del 24, 27 e 29 giugno si svolgerà la discussione da parte dell'accusa e della difesa e poi la pausa per consentire al presidente Capurso, ai giudici a latera ed alla giuria popolare, di decidere se emettere un verdetto di condanna o assoluzione a carico dei cinque imputati. A finire nel mirino della magistratura sono stati l'ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, la moglie Anna Maria ed il figlio della coppia, Marco. Tutti e tre sono accusati di 'omicidio volontario e occultamento di cadavere'. Alla sbarra anche l'ex vice comandante della caserma dei carabinieri, il luogotenente Vincenzo Quatrale e l'appuntato Francesco Suprano: il primo deve rispondere di 'istigazione al suicidio' a a carico del brigadiere dei carabinieri Santino Tuzi, morto l'11 aprile del 2008 con un colpo di pistola al petto; Quatrale deve rispondere anche di 'concorso esterno morale in omicidio'. Il reato di 'favoreggiamento è quanto viene contestato all'appuntato Suprano. 

La 'battaglia' delle perizie medico legali

Serena Mollicone, uccisa a soli diciotto anni, secondo quanto emerge dalle indagini della Procura di Cassino, viene aggredita all'interno di un alloggio in uso alla famiglia Mottola e situato all'interno della caserma dei carabinieri di Arcel. La ragazza sarebbe stata sbattuta con violenza contro una porta e deceduta in seeguito per 'asfissia meccanica'. In sintesi chi l'ha picchiata invece di prestarle soccorso, l'avrebbe fatta morire soffocata dopo averle chiuso naso e bocca con un nastro adesivo. In ultimo le ha infilato un sacchetto di plastica sul capo. Una versione che non viene ritenuta corretta dai periti della difesa che questa mattina in aula forniranno la loro ipotesi. 

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