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Cronaca Paliano

Processo Willy, drammatica testimonianza in aula: "steso da un calcio di arte marziale molto potente "

Un amico del ventunenne di Paliano assassinato di botte ha ricostruito davanti alla Corte i momenti salienti del pestaggio a danno del cuoco di Paliano

Hanno testimoniato gli amici di Willy Monteiro all'udienza che si è svolta presso il tribunale di Frosinone. Davanti alla Corte d'Assise avrebbero dovuto deporre anche cinque carabinieri del Ris ma la loro audizione è stata rinviata. Particolarmente toccante la deposizione di Federico Zurma, l'amico che Willy ha tentato di difendere dal pestaggio prima di essere a sua volta ucciso di botte. 

Una sera tranquilla

"Stavamo trascorrendo una serata nei pressi del 'due di picche' e con noi c'erano alcune ragazze. Poi ho incontrato Willy e mi sono fermato a parlare con lui una mezz'ora prima che che mi scontrassi con Belleggia. Ci siamo salutati e lui si è allontanato - ricostruisce Zurma -  Poi insieme ai miei amici abbiamo deciso di andare a casa di una ragazza del gruppo ed è stato in quel frangente che ho sentito degli apprezzamento: "A bella e perché andate via con quegli scemi? Non conoscevo quelle persone, se non di vista Francesco Belleggia che quella sera aveva il braccio ingessato. Da quello che mi è stato detto dai miei amici a fare gli apprezzamenti sarebbe stato Mario Pincarelli.

Un atteggiamento che ci ha disturbato e per questo due mie amiche sono andati a chiarire i fatti. Tutto sembrava risolto quando ad un certo punto si è avvicinato Belleggia e mi ha chiesto perché lo stavo fissando. Gli ho risposto ed abbiamo iniziato a discutere. Lui ha reagito e mi ha fatto cadere per le scale e per qualche attimo ho perso i sensi. Quando mi sono rialzato di lui non c'era più traccia e per questo sono andato a cercarlo, per chiedere spiegazioni. E' stato lì che in pochi minuti la strada si è riempita di persone.

Il confrontro tra Zurma e Belleggia

Il confronto verbale con Belleggia è durato 5 minuti e un contatto fisico c'è stato a suon di spinte. Poi sono arrivate due persone, a tutta velocità, ed hanno iniziato ad aggredire chi era presente. Uno dei due aveva una camicia bianca. Sono andati addosso ai ragazzi che ci separavano, sferrando calci e pugni. Ad un certo punto un mio amico mi ha detto che era meglio andare via, perché quella era gente pericolosa. Poi ho sentito qualcuno che diceva che Willy era a terra. C'erano tantissime persone che cercavano di soccorrerlo, gettando acqua addosso e tentavano di farlo respirare. Io sono andato via ma ho chiamato un amico in comune per sapere le condizioni. Quando siamo arrivati a casa di una nostra amica mi sono stati detti i nomi degli aggressori. Willy è stato colpito con un calcio perché aveva provato a difendermi, a mettere pace".

Ho visto Willy cadere, il racconto di Alessandro

"Ero con i ragazzi del gruppo e con la mia fidanzata Azzurra Biasotti e stavamo scendendo la scalinata che portava alle nostre macchine. Massimiliano Pierantoni ad un certo punto si avvicina e mi dice che erano stati fatti degli apprezzamento alla mia ragazza. Erano stati Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. Torno indietro per chiarire e Belleggia mi dice che era stato un suo amico, che forse aveva bevuto. E per questo mi ha chiesto scusa anche da parte sua - racconta Alessandro Rosati -.

Lui aveva un braccio ingessato. L'altro aveva dei tatuaggi. Una volta scesa la scalinata mi accorgo che non c'era Federico. Torno indietro e l'ho visto cadere dalle scale. Subito andiamo verso la scalinata. Non c'era nessuno. Abbiamo aiutato Federico ad alzarsi e ci ha raccontato che a spintonarlo era stato Belleggia. Abbiamo iniziato a cercarlo ma non lo abbiamo più visto. Con me c'era Leonardo Mosetti, e lo chiamava. Nel momento in cui la discussione si è spostata vicino l'edicola dove c'erano Zurma e Belleggia. C'era gente che tentava di separarci. Poi sono arrivati i fratelli Bianchi. Vedo uno dei due tirare un calcio a Willy che è caduto. Un calcio di una determinata tecnica e di una certa potenza. Un calcio di arti marziali. Siamo andati via per la paura".

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