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La riflessione

Processo Willy, “Colleferro non vuole forche, vuole giustizia”

Questo il pensiero del sindaco Sanna nel giorno delle richieste dei Pm per i quattro imputati

Ieri è stata una giornata importante per la triste vicenda del giovane Willy Monteiro, il ragazzo di Paliano ucciso a Colleferro nel settembre del 2020. Ieri è stato il giorno in cui i pm hanno chiesto una condanna pesante (due ergastoli per i fratelli Bianchi e 24 anni per Belleggia e Pincarelli) per i quattro ragazzi arrestati e detenuti in carcere. Tra quindici giorni dovrebbe arrivare la sentezza per questo omicidio che ha avuto un eco su tutti i media nazionali ma anche internazionali e che ha portato anche alla creazione di una legge ad hoc “Daspo Willy”.

“Colleferro non vuole forche, vuole giustizia”

In aula durante le fase delle richieste dei Pm presente il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna che sui social ha fatto una riflessione su questo momento. “Dall’inizio del processo Willy mi sono sempre sentito in dovere di essere presente in udienza, assieme all’avvocato Maurizio Frasacco che abbiamo nominato come Comune di Colleferro, parte civile. Non sono mancato quasi mai. La mia presenza – scrive Sanna - irrilevante ai fini processuali, ho sempre pensato servisse a far sentire meno soli i famigliari ed i ragazzi che in aula hanno dovuto rivivere sulla pelle quei momenti drammatici, uno per uno.

Stamane (Ieri ndr) ero nel dubbio se andare o meno, i ragazzi avevano finito con le testimonianze ed avrebbe parlato l’accusa.. alla fine il mio “doverismo” mi ha imposto di andare. La mia presenza sarebbe servita a testimoniare la presenza della comunità di Colleferro mi sono detto, una comunità che unanimemente chiede giustizia.

Aula zeppa, poca stampa, molti giovani; i pm in prima fila come sempre, in seconda gli avvocati. I giudici sui banchi, autorevoli, con le toghe e le fasce tricolori; gli imputati in aula per la prima volta, nelle gabbie come nei processi visti in tv.

Ho fatto fatica a sedermi, mi sembrava quasi una scortesia verso l’aria tersa attraverso la quale la voce del pm passava come una lama, fino alla corte, portando con se gli accadimenti fatto per fatto, testimone per testimone, passaggio per passaggio con una capacità impressionante di rendere quasi visibili le scene. Pelle d’oca e fitte alla bocca dello stomaco, ricordi.

Appoggiato a metà dell’aula, presso il transetto di passaggio che divide il pubblico dagli attori del processo, ostacolavo quasi il passaggio degli agenti della penitenziaria talmente ero preso da quello scandire vivido che non può non sconvolgere una persona normale e per bene.

Ho pensato più volte alla banalità del male.. poi mi sono seduto vicino a Lucia ed ho percepito di nuovo che solo una grande forza può sopportare un dolore così devastante. Non so in quanti l’avremmo avuta.

L’accusa chiede l’ergastolo per due imputati e 24 anni per gli altri due. La difesa parlerà alla prossima. Poi ci sarà la sentenza.

“La legge è uguale per tutti” è la scritta che troneggia in aula, noi rispettiamo la legge ed attendiamo la sentenza. La sentenza non ci ridarà Willy e non cancellerà quanto accaduto ma sappiamo che la legge serve a regolare i mali, anche i peggiori, che possono affliggere la società.

Colleferro non vuole forche, vuole giustizia. La vuole perché quanto accaduto non succeda mai più e perché i giovani, soprattutto i giovani, imparino da questa immane tragedia quanto valore ha la vita umana”.

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