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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Roccasecca

Arresto Valter Lozza, c'è anche l'ampliamento della discarica di Roccasecca nell'indagine della Procura di Roma

I Carabinieri del Noe hanno raccolto intercettazioni tra l'imprenditore ciociaro e la dirigente regionale Flaminia Tosini che, scrive il Gip, "destinava il proprio ufficio e l’intero reparto dedicato al ciclo integrato dei rifiuti agli interessi privati" del presidente della Mad.

C'è anche l'ampliamento della discarica di Roccasecca nell'indagine dei Carabinieri del Noe che ha portato all'arresto dell'imprenditore ciociaro Valter Lozza e della dirigente della Regione Lazio, Flaminia Tosini. L'imprenditore, 74 anni originario di Boville Ernica, in realtà non è nuovo a vicissitudini giudiziarie. Nel 2018, dopo un'indagine del sostituto procuratore della Repubblica di Cassino, Alfredo Mattei, il presidente della Mad è stato condannato ad 1 anno ed 8 mesi di reclusione per  tentata corruzione. Lo stesso è stato inoltre indagato per traffico illecito di rifiuti in un'inchiesta della DDA di Roma e dei Carabinieri Forestali di Frosinone. 

La discarica di Roccasecca

L'inchiesta, non riguarda solo la scelta della nuova discarica di Roma, nella ex cava di Monte Carnevale, ma anche l’ampliamento delle discariche di Roccasecca e Civitavecchia, in provincia di Frosinone e Roma, di proprietà della Mad di Valter Lozza, e il capping della discarica di Bracciano. “Si tratta di un meccanismo criminoso, ben collaudato, estremamente pericoloso e pregiudizievole sia per la corretta e trasparente individuazione di un sito idoneo alla destinazione dei rifiuti solidi urbani della Capitale, che nella complessiva gestione degli interessi inerenti la gestione delle attività dedite allo smaltimento dei rifiuti e alla gestione delle discariche - si legge nel provvedimento a firma del Gip Annalisa Marzano -. Il quadro probatorio raccolto nel corso delle indagini svolte ha svelato con sconcerto che il ciclo integrato dei rifiuti urbani della Regione Lazio e illecitamente monitorato è governato da Flaminia Tosini".

Bracciali e borse di Cartier

"Costei nella qualità di direttore regionale della direzione Politiche Ambientali e ciclo dei rifiuti anziché destinare le proprie conoscenze tecniche e le proprie funzioni all’interesse pubblico, e in particolare al bene pubblico per eccellenza quale quello della salubrità dell’ambiente, destinava il proprio ufficio e l’intero reparto dedicato al ciclo integrato dei rifiuti, nel quale si muoveva con straordinaria disinvoltura, agli interessi privati di Valter Lozza, con il quale intratteneva una relazione extraconiugale condividendone, però, anche gli affari Tosini aveva ricevuto da Lozza “oggetti preziosi di consistente valore: borsa, orologio, bracciale marca Cartier, orecchini”.

Vantaggi economici da capogiro

“La mole di conversazioni captate nel corso delle indagini, dopo un faticoso ed estenuante tentativo di sorprendere la Tosini in dialoghi non criptati, ha permesso di svelare come costei si dedichi, anima e corpo, a tessere relazioni e a muovere pedine per favorire l’attività imprenditoriale del Lozza, agevolata dalla posizione apicale ricoperta all’interno della Regione Lazio”. Le indagini serrate e coperte da una fitta coltre di riserbo hanno “svelato come il totale asservimento delle funzioni pubbliche dell’indagata agli interessi privati del Lozza avesse come contraltare la promessa di una buona fetta dei vantaggi economici e finanziari conseguiti dall’imprenditore grazie alla costante e progressiva espansione imprenditoriale; tale intendimento aveva riscontro immediato nelle periodiche e generose regalie di cui la dirigente ha ampiamente beneficiato”.

Astuzia e spregiudicatezza

“L’intero dipartimento della Regione Lazio, cruciale per la salvaguardia dell’interesse ambientale del territorio laziale, a causa delle condotte illecite poste in essere dalla sua dirigente, Flaminia Tosini, è stato totalmente ripiegato sugli interessi privati di Valter Lozza - sottolinea il Gip nell'ordinanza di custodia cautelare -. Tosini pur ricoprendo un incarico piuttosto delicato, con una straordinaria astuzia e inconsueta disinvoltura, ha manipolato la procedura amministrativa volta alla individuazione della prossima discarica di rifiuti solidi urbani della Capitale e lo faceva ricorrendo ad indebite scorciatoie”.

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