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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Roma, 25 novembre mobilitazione diffusa per la Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne

Il 25 novembre ricorre la Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne, e come ogni anno nella Capitale saranno organizzati importanti eventi al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno che continua ad emergere...

Il 25 novembre ricorre la Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne, e come ogni anno nella Capitale saranno organizzati importanti eventi al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno che continua ad emergere attraverso cifre sempre più spaventose.

La violenza di genere, che ricordiamo, riguarda un problema radicato profondamente nella cultura di tutti i popoli, presente ad ogni livello sociale, è un fenomeno che non accenna a diminuire. L’importanza della sensibilizzazione non è necessaria soltanto a prevenire il grave fenomeno del femminicidio, che è soltanto l’ultimo livello della violenza esercitata da parte degli uomini nei confronti delle donne. E’ necessario capire che essa è presente nella vita quotidiana di tutte le donne, dal momento in cui vige ancora la disparità di genere. Il femminicidio non è mai un fenomeno isolato, ma si tratta della conseguenza di gravi e reiterate violenze che una donna è costretta a subire nella totale indifferenza della società che la circonda.

Quando sentiamo parlare di raptus o di attimi di follia nella descrizione di un femminicidio, si tratta di informazioni non veritiere. Le donne uccise dagli uomini, solitamente compagni di vita, subivano una violenza quotidiana da parte degli stessi nell’invisibilità, nascoste dalle mura domestiche.

E’ di pochi giorni fa la notizia che il fenomeno si sta spostando dal nord al sud Italia. Un lettura diversa permette di capire che il fenomeno, che è sempre esistito, stia emergendo perché le donne hanno trovato il coraggio di parlare e di denunciare quanto accade all’interno dei rapporti di coppia, in cui la donna e l’uomo non si relazionano in un contesto di parità.

L’emersione del fenomeno è merito dei centri antiviolenza all’interno dei quali operano donne che attraverso un rapporto di fiducia e riconoscimento reciproco dell’essere donne riescono a sostenere, favorire l’emersione e riconoscere i vari aspetti della violenza che le donne subiscono quotidianamente.

Tutto questo sarà l’argomento che interesserà diverse piazze e strade romane martedì 25 novembre.

In Piazza del Popolo si terrà un evento organizzato dall’associazione Punto D che vedrà la partecipazione di tante altre associazioni, ma anche delle istituzioni. E’ prevista la presenza del sindaco Ignazio Marino, di altri componenti della Giunta, e di consigliere e consiglieri dell’Assemblea capitolina. La partecipazione delle istituzioni è fondamentale al fine di ottenere un riconoscimento da parte dello Stato e degli enti locali del fenomeno della violenza di genere, e l’elaborazione e il finanziamento di progetti necessari a contrastarla.

L’evento avrà luogo alle 17:00 in una Piazza del Popolo illuminata di rosso con il contributo di Acea. Vi sarà anche la partecipazione di quattro street artist del progetto MURO (Museo di Urban Art di Roma) che si esibiranno in performance live di Urban Art.

Nei quindici Municipi romani si terranno quindici pièces teatrali sul tema della violenza di genere che racconteranno altrettante storie di donne.

Infine in via dell’Acqua bullicante alle 18:30 si terrà un evento organizzato dai collettivi femministi indipendenti tra cui Degender Communia, che organizzeranno una passeggiata collettiva intitolata “Le starde libere le fanno le donne che le attraversano”; l’evento ricorda la prima passeggiata contro la violenza organizzata a Roma nel 1976 in cui 20.000 donne invasero le strade al grido di “Riprendiamoci la notte”. Le donne illumineranno le strade del Pigneto per rispondere alla violenza e alle paure e invitando tutte a non rimanere indifferenti, a stare attente le une alle altre, a non legittimare omertà, atteggiamenti e atti sessisti, omofobi, lesbofobici, transfobici e razzisti.

Di Aleksandra Milosevic

milosevic.aleksandra.82mail.com

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