rotate-mobile
Cronaca

Roma, 52 chilometri con la carrozzina per i disabili ed i malati di epatite

Avevano promesso che avrebbero percorso 52 km, da Montecitorio al Primo cancello di Ostia, Claudio Palmulli e Simone Carabella e lo hanno fatto.

Avevano promesso che avrebbero percorso 52 km, da Montecitorio al Primo cancello di Ostia, Claudio Palmulli e Simone Carabella e lo hanno fatto.

Scortati dai vigili urbani in moto, sono partiti alle 7:00 di sabato mattina, per arrivare ad Ostia alle 14:00. Ad attenderli, oltre agli amici ed a coloro che supportano e condividono le cause che gli sono costate tanta fatica, c’era anche Mister Ok, papà di Claudio, visibilmente commosso.

Simone ha spinto la carrozzina di Claudio senza mai fermarsi nonostante la fatica ed il caldo. Hanno percorso tutta la via Cristoforo Colombo, quindi la Litoranea, tra le grida di supporto degli automobilisti che li hanno riconosciuti. Ad accompagnarli anche il consigliere capitolino Daniele Frongia del M5S, che è stato determinante nel dare visibilità istituzionale alla sfida al Comune di Roma che Claudio e Simone avevano lanciato per l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Tutto è cominciato due mesi fa quando Claudio, tramite una lettera ai giornali, aveva denunciato la mancanza di servizi per i diversamente abili nelle stazioni principali di Roma. Daniele Frongia, letto l’appello, aveva dedicato una giornata precorrendo la città di Roma insieme a Palmulli e Carabella e cercando di viverla dal punto di vista di Claudio. Una volta verificato che la città non è dotata di strutture adeguate per agevolare coloro che hanno problemi nella deambulazione, ha affrontato questa problematica con il sindaco Marino, che li ha ricevuti e si è impegnato a dotare la stazione di piazza di Spagna di un bagno per i disabili (già realizzato) e di un montacarichi che è in progetto. Un risultato importante, ottenuto in pochissimi giorni.

Oggi, però, Claudio e Simone hanno voluto ricordare anche le vittime del sangue infetto. Ad accompagnarli un amico che ha contratto l’epatite C a causa di sei sacche di sangue infetto somministrate tramite trasfusione. Il fatto è avvenuto negli anni Settanta, ma l’uomo ha scoperto di aver contratto la malattia solo molti anni dopo effettuando delle analisi di routine, e si è visto riconoscere l’errore della sanità soltanto nel 1999 . Tramite diverse indagini si è risaliti, infatti, alla trasfusione. Lo Stato ha riconosciuto l’errore, ma il risarcimento è arrivato col contagocce soltanto a partire dal 2002. Dare visibilità alla causa è necessario per conoscerla, capirla e sollecitare lo Stato a prevenire errori futuri, considerando che gli emoderivati vengono importati anche dall’estero.

Sulle vittime gravavano i limiti di prescrizione, per cui molti si sono visti negare il diritto al risarcimento. Sulla questione è intervenuta l’On. Marilucia Lorefice del M5S che ha presentato un’interrogazione parlamentare il 27 luglio, per garantire loro un rimborso al fine di salvaguardarli dall’isolamento sociale e lavorativo. Il 5 agosto di quest’anno la Camera tramite decreto “Salvaesclusi” ha approvato un risarcimento di 100 mila euro per i pazienti danneggiati da emotrasfusione e di 20 mila euro per coloro che sono stati danneggiati dalle vaccinazioni obbligatorie. Verranno risarciti entro il 2017 coloro il cui diritto era precluso dalla prescrizione, gli altri dovranno attendere.

Claudio e Simone hanno deciso di sposare la causa delle Vittime del sangue infetto, insieme alla battaglia contro le barriere architettoniche, alla lotta contro l’inquinamento e alla causa dei malati di Sla. Insieme a Mister Ok hanno annunciato, inoltre, che aspettano tutti per il tradizionale tuffo di Capodanno.

“Un passo dopo l’altro cambieremo l’Italia”, ha dichiarato Simone. Entrambi i ragazzi hanno dedicato questa giornata a Beatrice Niciarelli che sta combattendo una dura battaglia contro un grande male.

Di Aleksandra Milosevic

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Roma, 52 chilometri con la carrozzina per i disabili ed i malati di epatite

FrosinoneToday è in caricamento