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Roma, arrestato l'omicida del dott. Alberto Paris in un casolare a Cinecittà

A seguito di una lunga e articolata indagine, gli Agenti della Polizia di Stato della Sezione Omicidi della Squadra Mobile di Roma e del Commissariato di P.S. Esquilino hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa

A seguito di una lunga e articolata indagine, gli Agenti della Polizia di Stato della Sezione Omicidi della Squadra Mobile di Roma e del Commissariato di P.S. Esquilino hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, per tentato omicidio e rapina nei confronti di Z.V., di anni 21, con pregiudizi di polizia per armi, rapina e stupefacenti. Nel pomeriggio del 10 febbraio scorso, in Via Leopardi nr.54, Alberto Paris, di professione medico nonché professore universitario, è stato ritrovato esanime all’interno della propria abitazione, vittima di un’aggressione a scopo di rapina ad opera di malviventi non individuati nell’immediatezza. Il sopralluogo e le prime attività investigative effettuate hanno consentito di acclarare che, di seguito all’aggressione, venivano asportati dall’abitazione i telefoni cellulari, un tablet e denaro contante, tutto appartenente alla vittima. L’esame della scena del crimine e le modalità con le quali il reato è stato posto in essere hanno da subito indirizzato l’attenzione degli investigatori nell’ambito della sfera conoscitiva della vittima, poiché gli autori dell’efferato crimine si erano introdotti all’interno dell’abitazione con il suo consenso. Pertanto, è stata posta particolare attenzione agli ultimi contatti telefonici del medico, avvenuti con un cittadino rumeno abituale frequentatore delle zone a ridosso della Stazione Termini. La disamina degli elaborati telefonici ha permesso di fare luce su una serie di contatti intercorsi quel pomeriggio tra quest’ultimo ed alcuni suoi connazionali, anche loro gravitanti nel medesimo contesto i quali, nelle fasi immediatamente successive l’efferato crimine, hanno abbandonato repentinamente la Capitale per rifugiarsi nel nord Italia, non prima di aver venduto uno dei telefoni asportati alla vittima nei pressi della Stazione ferroviaria Tiburtina ad un loro connazionale. La prosecuzione delle indagini, effettuate anche mediante l’utilizzo di attività tecniche e senza la collaborazione della vittima in quanto priva di conoscenza per alcuni mesi, hanno permesso di accertare che la vittima era sicuramente entrata in contatto con Z.V., nei cui confronti sono stati acquisiti gravi elementi in ordine alla sua responsabilità in merito alla sanguinosa aggressione perpetrata nei confronti del medico al fine di rapinarlo, che hanno portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma. Sono state quindi avviate attività volte alla localizzazione del malvivente, il quale si serviva di rifugi di fortuna poiché senza fissa dimora, rintracciato dagli investigatori all’interno di un edificio abbandonato sito in zona Cinecittà.
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