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Cronaca

Roma, donna mangia olive, finisce in coma e muore: 20 indagati fra medici e infermieri

Mangia olive al botulino e finisce in coma, poi viene dimessa in anticipo dall'ospedale e muore per complicanze.

Mangia olive al botulino e finisce in coma, poi viene dimessa in anticipo dall'ospedale e muore per complicanze.

E' stata aperta una doppia inchiesta a Roma sulla morte di una cinquantanovenne. La prima con l'ipotesi di reato di lesioni per le olive commercializzate, l'altra per omicidio colposo. In questo caso la procura vuole accertare o escludere l'eventuale responsabilità dei medici. L'altra mattina la famiglia ha denunciato il caso, ieri è arrivata la prima carrellata di avvisi di garanzia. Venti camici bianchi, tra medici e infermieri, del Policlinico Casilino, sono finiti iscritti nel registro degli indagati. Stoppata la cremazione della salma e disposta l'immediata autopsia. Le traversie per la vittima sono cominciate una sera di fine agosto quando la signora Anna C. ha deciso di mettere a tavola uno dei tre pacchetti di olive acquistati un mese prima in un supermercato. Il marito avverte poco dopo un malore, lei dei forti dolori alla pancia. Un malessere che nel giro di un giorno e mezzo costringono la coppia a precipitarsi in ospedale, quello più vicino casa è il Policlinico Casilino. La prognosi al pronto soccorso è chiara: «Intossicazione alimentare da Botulino». I primi accertamenti portano a concentrare i sospetti sulle olive. Le condizioni della donna appaiono gravi. I medici annotano nella cartella clinica che si tratta di un caso di «sepsi da polmonite stafilococcica con versamento pleurico pericardico». Il trasferimento in camera di rianimazione è immediato, dove per strappare alla morte la paziente viene praticata l'intubazione orotracheale e la ventilazione meccanica. Il marito anche necessita di ricovero per «tossinfezione da tossina botulimica», ma fortunatamente le sue condizioni non sembrano disperate. Viene trattenuto in reparto per cinque giorni, dal 29 agosto ai primi di settembre, e poi dimesso.

I RICOVERI

Per giorni e giorni la famiglia si raccoglie in ospedale e prega. La vita della signora Anna è appesa a un filo. Resta in coma per quasi un mese, poi man mano le condizioni di salute migliorano. L'8 ottobre, dopo quarantuno giorni di ricovero, la paziente viene invitata a tornare a casa in regime di dimissioni protette. I medici annotano che aveva «avuto un progressivo miglioramento per cui era stata svezzata dal ventilatore» «e poi proseguito il monitoraggio clinico per la persistente quota di versamento del pericardio». Purtroppo dieci giorni dopo, il 18 ottobre, i familiari della donna sono costretti a chiedere d'urgenza il soccorso di un'ambulanza per correre di nuovo in ospedale. La signora aveva forti dolori all'addome. Al Policlinico Casilino viene disposto un nuovo ricovero e con urgenza una operazione per una sospetta perforazione intestinale. Il 21 la paziente smette di lottare.

L'AUTOPSIA

La struttura ospedaliera allora dispone di iniziativa l'esame autoptico. Ieri si è aggiunta l'ordine di una nuova autopsia, di ulteriori accertamenti tossicologici, disposti dalla procura. La cerimonia di cremazione del corpo fissata per il 9 novembre viene sospesa. A poche ore dal ricevimento della denuncia del legale della famiglia, l'avvocato Armando Fergola, il sostituto procuratore Antonio Clemente, infatti, ha disposto la nomina di un medico legale per accertare le cause della morte. E contestualmente l'iscrizione nel registro degli indagati per il personale sanitario che ha assistito e dimesso la paziente. Un atto dovuto, nei primi passi dell'inchiesta, anche per garantire alle persone coinvolte nella vicenda di nominare consulenti di fiducia. A piazzale Clodio, intanto, pende l'altra inchiesta per lesioni colpose. Quella sulla partita di olive infettate dal botulino, un batterio pericoloso, anche mortale. Un fascicolo, affidato al pm Giorgio Orano, e aperto proprio su segnalazione dell'ospedale al momento del primo ricovero della donna. «Il caso è allarmante», ha dichiarato l'avvocato Fergola, «Ci siamo trovati davanti a una infezione da botulino e poi a una possibile ipotesi di malasanità. Una famiglia ora attende risposte». La vittima ha lasciato il marito e due figli.
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