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Cronaca

Roma, in arrivo pesanti tagli alle corse ATAC nella zona est

Da oggi i romani diranno addio ad altre linee autobus, perchè è cominciata la seconda fase di razionalizzazione, così come è stata chiamata da Atac. La prima fase del piano

Da oggi i romani diranno addio ad altre linee autobus, perchè è cominciata la seconda fase di razionalizzazione, così come è stata chiamata da Atac. La prima fase del piano

di riorganizzazione del trasporto pubblico aveva toccato la rimessa Collatina, mentre oggi, al centro dell’obiettivo, ci sono Portonaccio e Tor Sapienza. Con quali ripercussioni per i cittadini della periferia est della Capitale? Il rischio è quello dell’isolamento e di un servizio sempre più a singhiozzo.

Stiamo parlando delle misure richieste dal decreto Salva Roma: i fondi a disposizione per il trasporto di superficie, metropolitane e parcheggi di scambio sono passati dai 463 milioni del 2013 a 416.657.653 per l’anno in corso. I tagli ammontano a 2,8 milioni di km di trasporto e 12 linee, per quanto riguarda Atac (che ha un buco pari a 1,6 miliardi). Mentre per Roma Tpl si parla di una diminuzione di 6,8 milioni di budget sul contratto di servizio. Tradotto in parole povere: diminuzione dei mezzi. Le ripercussioni sugli utenti, costretti a sopportare un servizio già di per sé a singhiozzo e a rilento, sono evidenti. La logica, infatti, era quella di eliminare le linee “inutili”, perché poco frequentate. Ma siamo sicuri dell’assenza di ripercussioni?

Il rischio, divenuto sempre più concreto con le recenti soppressioni, è quello di periferie sempre più isolate, abbandonate a se stesse perché con meno strade servite dai collegamenti, dove si sposta solo chi può permettersi il trasporto privato. Invece di lavorare per rendere le zone periferiche maggiormente collegate al centro della città, sembra si faccia il contrario a discapito dei residenti. “Oggi l’ennesima mazzata per i cittadini di Roma Est. Sembra davvero incredibile che in un periodo di crisi come quello che attuale, nel quale le famiglie rinunciano all’uso dell’autovettura per risparmiare, invece di incentivare questo comportamento e rilanciare il servizio di trasporto pubblico, si decida di tagliare proprio le linee che collegano le periferie con il centro città. Invece di tagliare su sprechi e super stipendi, si tagliano i servizi, per un risparmio oltretutto minimo” – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici.

A tutto ciò si aggiungano i disagi che gli utenti vivono frequentemente anche a causa degli scioperi, come quello di domani. A prescindere dalla legittimità delle proteste, di cui non si discute, non si può non sottolineare come le ripercussioni siano sempre peggiori per gli utenti del servizio. Un servizio evidentemente sempre più a singhiozzo, ma che non ha solamente le criticità, seppur numerose, fin qui citate. Basta considerare i chilometri fantasma (non coperti dai mezzi Atac), che dal 2011 ad oggi ammontano a ben 30 milioni, cioè il 25% in meno del servizio. L’aumento del costo del servizio, quindi, è addirittura del 75%: i biglietti lo scorso anno sono aumentati del 50%, ma calcolando anche la diminuzione del 25% del servizio, in pratica i consumatori pagano il 75% in più. Per una qualità che, inutile ribadirlo, lascia piuttosto a desiderare.

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