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Roma, la città del vino festeggia i suoi primi 30 anni di attività

  di Giancarlo Flavi Nella sala della Protomoteca del Campidoglio di Roma, La Città del vino ha festeggiato i suoi primi 30 anni di vita, dove ha presentato un libro bianco su sviluppo e prospettive dei comuni associati, 470 in Italia, (...




di Giancarlo Flavi

Nella sala della Protomoteca del Campidoglio di Roma, La Città del vino ha festeggiato i suoi primi 30 anni di vita, dove ha presentato un libro bianco su sviluppo e prospettive dei comuni associati, 470 in Italia, ( 11% della popolazione nazionale)ma con una visione anche Europea, dove si consuma meno territorio, dove spesso la cementificazione trova un argine nella vigna, dove ci sono più laureati e diplomati e meno disoccupazione, 3 punti più bassa della media nazionale, merito anche dell’enoturismo e sono stati 30 anni di crescita.



Il presidente, sindaco di Conegliano Veneto ha esclamato: “ Siamo un modello per ripensare il paese”. E’ stata questa l’occasione per tenere un convegno, dopo i saluti dei sindaci presenti, solo Roma non era rappresentata da nessun consigliere Comunale. Molto interesse ha destato l’intervento del Prof. Attilio Scienza m( università La Cattolica di Milano) che ha trattato un tema davvero futurista: “ Nell’invisibile DNA il futuro della viticultura italiana”. Siamo davanti ad un nuovo paradigma della ricerca per affrontare in modo concreto le esigenze di sostenibilità, innovazione e sanità nel settore vitivinicolo e mitigare i problemi del cambio climatico, davanti al quale gli strumenti convenzionali sono un palliativo. L’unica possibilità d’intervenire è attraverso lo sviluppo di varietà resistenti. Questo si può fare con tecniche tradizionali e con la genetica. In particolare con due processi innovativi. Primo il genoma di edtiting attraverso il quale vengono tolti dalla vite i geni che impediscono l’espressione dei geni di resistenza. Il secondo è la disgenetica vengono utilizzati solo geni della stessa pianta, in questo caso la vite. Un’altro strumento- ha affermato il Prof. Scienza- è il portainnesto. Gli ultimi erano stati creati un centinaio di anni fa, ma all’università di Milano abbiamo creato 4 nuovi portinnesti della serie M,omologati tre anni fa, riprodotti e commercializzati dai vivai Rauscedo. Sono portinnesti resistenti alla siccità, calcare, sale ed elementi minerali. Non occorre più concimare, sono strumenti formidabili di adattamento all’ambiente. Per la prima volta una società di 11 grandi aziende del vino creata per l’occasione, la Wine Graft, ha finanziato questa ricerca con 450 mila euro”.

Altro interessante intervento quello del Prof. Davide Mario, Economia del Gusto Università del Molise che ha presentato l’Urban Food Planning- gia sperimentato e adottato con successo all’estero. Attraverso questo metodo di pianificazione- ha affermato il prof- Marino il cibo e l’agricoltura divengono elementi centrali di una citta o di una rete di Comuni e territori per il loro nuovo assetto delle funzioni paesaggistiche, economiche, sociali, ambientali, culturali, logistiche etc”. Sono poi seguite le premiazioni ai soci fondatori dell’associazione, ai sindaci più anziani ed ai giornalisti ed ai produttori di ogni regione d’Italia che hanno seguito l’evolversi di questi 30 anni di attività della Città del Vino.



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