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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Roma, Margherita Spagnuolo Lobb inutili le manifestazioni contro la violenza sulle donne: il fenomeno si combatte con l’educazione

Per la psicoterapeuta Margherita Spagnuolo Lobb, direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy e condirettore del Master sulla Fenomenologia delle Relazioni Intime e della Violenza a Palermo, “l’uomo che usa violenza sulla donna è convinto di...

Per la psicoterapeuta Margherita Spagnuolo Lobb, direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy e condirettore del Master sulla Fenomenologia delle Relazioni Intime e della Violenza a Palermo, “l’uomo che usa violenza sulla donna è convinto di essere dalla parte della ragione, non riesce a concepire che esistano prospettive diverse dalla propria. Bisogna quindi partire da più lontano, dall’istruzione, dalle scuole, per educare al rispetto non solo delle donne ma soprattutto delle relazioni umane

Il 25 novembre ricorre la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne: istituita dall’Onu nel 1999, la data ricorda l’assassinio, nel 1960, delle tre sorelle Mirabal, torturate, massacrate a colpi di bastone, strangolate e quindi gettate in un precipizio con la loro auto per via del loro tentativo di contrastare il regime del dittatore dominicano Trujillo. In Italia, anche sulla scia dell’indignazione degli ultimi anni per la crescente ondata di femminicidi, sono previste tantissime iniziative: incontri, spettacoli, mostre, flash mob in ogni parte d’Italia per chiedere rispetto e parità.

Ma servono davvero, queste manifestazioni, per sensibilizzare l’opinione pubblica e combattere alla radice il fenomeno della violenza sulle donne? Per la psicoterapeuta Margherita Spagnuolo Lobb, direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy e condirettore del Master sulla Fenomenologia delle Relazioni Intime e della Violenza a Palermo, “una cosa è sensibilizzare l’opinione pubblica, un’altra è combattere il fenomeno, difficilmente risolvibile con l’opinione pubblica o con il convincimento.​ Certo, l’opinione pubblica va sensibilizzata al fatto che non è normale che una donna venga picchiata, che i bambini vanno educati al rispetto delle donne e che occorre denunciare i fatti di violenza sulle donne: chi usa violenza contro le donne non deve sentirsi nel giusto, e chi subisce violenza deve sapere che il mondo è dalla loro parte. Ma nonostante tutte le manifestazioni che da anni si svolgono a questo fine, la violenza sulle donne rimane un fatto tristemente ricorrente. E quindi questa grande mobilitazione, alla fine, si riduce a un evento folkloristico come lo è ormai l’8 marzo”.

Perché, spiega la psicoterapeuta, “se una donna viene picchiata dal marito e vede per strada il flash mob contro la violenza, certo non trova lì il coraggio di andare a denunciarlo. E il marito che picchia la propria moglie non cambierà idea se sente al telegiornale che oggi è la giornata contro la violenza sulle donne. Quello che veramente serve, al di là delle manifestazioni, sono le azioni concrete, come quelle delle associazioni e dei centri che assistono le donne vittime di violenza, con professionisti che volontariamente le aiutano dal punto di vista legale e psicologico”.

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