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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Roma, mazzette per ristrutturare le scuole. Agli arresti domicialiri anche 10 imprenditori di Artena

I Militari del Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza, dalle prime ore della mattinata odierna, stanno eseguendo dieci ordinanze di custodia cautelare (arresti domiciliari), perquisizioni e

I Militari del Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza, dalle prime ore della mattinata odierna, stanno eseguendo dieci ordinanze di custodia cautelare (arresti domiciliari), perquisizioni e

sequestri per oltre un milione di euro, tra beni immobili e disponibilità finanziarie, nell’ambito di un’indagine che vede indagate più di trenta persone, tra imprenditori, alcuni dei quali di Artena, e pubblici funzionari di Roma Capitale, gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di corruzione, abuso d’ufficio, truffa ai danni dello Stato, peculato, falso ideologico e materiale e frode fiscale, nell’ambito dell’operazione denominata “Sistema”.

Le ordinanze di custodia cautelare, nei confronti dei legali rappresentanti delle società e di sequestro, nei confronti degli amministratori di fatto e di dirigenti pubblici, sono state emesse dal GIP del Tribunale di Roma, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica capitolina.

L’attività del Nucleo Speciale Anticorruzione trae origine dagli accertamenti volti a far luce su illeciti commessi nell’ambito di una procedura d’appalto per l’esecuzione di lavori per la manutenzione straordinaria di quattro edifici scolastici (“Casal Sansoni”, “Pietro Bembo”, “Montarsiccio” e “Cerboni”) situati nella circoscrizione del XIV Municipio di Roma (Monte Mario).

In tale contesto, è stata acclarata l’esistenza di un accordo tra dirigenti pubblici ed imprenditori, teso alla spartizione delle risorse pubbliche destinate a tali lavori (circa 400 mila euro), in forza del quale, a fronte dell’aggiudicazione dell’appalto, gli imprenditori avrebbero corrisposto ai dirigenti pubblici un importo pari al 20% delle somme liquidate per i lavori che si è scoperto non essere mai stati eseguiti. Un dirigente dell’amministrazione capitolina sarebbe stato “ricompensato” anche mediante l’esecuzione gratuita di lavori di ristrutturazione presso la propria abitazione. Ulteriori anomalie sono emerse nell’esecuzione dei lavori di riqualificazione della centralissima Via del Melone, nelle vicinanze di Piazza Navona, individuata come una delle strade di passaggio strategiche negli itinerari pedonali verso la Basilica di San Pietro, in vista del Giubileo della Misericordia dell’anno 2016.

Tra gli indagati nell'inchiesta condotta dalla procura di Roma su un presunto giro di corruzione per una serie di lavori mai eseguiti in alcuni asili e scuole materne di Roma sono finiti ai domiciliari alcuni cittadini di Artena. In particolare, tra i 27 soggetti coinvolti nell'indagine portata a termine dai finanzieri del Nucleo Speciale Anticorruzione, ai domiciliari sono andati Antonio Angelini, Fiorello Bucci, Daniele Germani, Daniele Di Re, Omar Cavezzan, Alessandro Pincarelli, Ezio Pompa, Daniela Talone, Luca Mascarucci e Pietro Di Cori.

Beni per un milione di euro sono stati sequestrati a Manolo e Gianluca Bucci, figli di Fiorello e Daniela Talone. Nei riguardi dei primi 8 arrestati, il giudice da' conto della loro "adesione al vincolo associativo" e della "commissione dei delitti tributari" che evidenziano "il concreto e attuale rischio di reiterazione della condotta ed attuale e concreto pericolo per l'acquisizione della prova".

Oltre agli imprenditori, risultano iscritti nel registro degli indagati anche alcuni funzionari pubblici di Roma Capitale. In questo caso, però, non sono state emesse misure cautelari da parte del GIP. Nel caso di Antonio Adamo, Bruna Benni e Filippo Dicembre (all'epoca dei fatti, al XVI municipio), il giudice ha evidenziato che "la risalenza temporale dei fatti accertati esclude, con evidenza, l'attualità delle esigenze cautelari" e "le attuali cariche ricoperte dagli indagati" (Benni ed Adamo) "consentono per ciò solo di giungere a diverse conclusioni". Stessa conclusione anche per Roberto Botta, Antonio Cataldo, Fabrizio Marano e Maurizio di Tosto.

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