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Grottaferrata, Questione abusi edilizi e possibili demolizioni. La Politica agisca!

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: Il 22 marzo scorso , ho espresso un punto di vista sulla questione delle possibili demolizioni degli immobili edificati abusivamente. L’ho fatto, anche in esito all’incontro-convegno del 16 marzo a Rocca Priora...

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: Il 22 marzo scorso , ho espresso un punto di vista sulla questione delle possibili demolizioni degli immobili edificati abusivamente. L’ho fatto, anche in esito all’incontro-convegno del 16 marzo a Rocca Priora, organizzato dal Comitato Equi Diritti.

A due settimane dal convegno, nulla di concreto è avvenuto. La Regione tace, il Governo idem, la Procura continua il pressing sui Sindaci, obbligati per legge ad eseguire le demolizioni. A parte il Comitato e i diretti interessati, nessuno si preoccupa di disinnescare la bomba sociale che potrebbe prefigurarsi.

Le cronache continuano a segnalare i diversi casi: prima l’ordine di demolizione della casa in cui viveva la donna in stato di gravidanza ad Artena, poi l’avvio delle procedure per l’abbattimento della casa dello sventurato Cittadino di Colonna, sembra sanata per errore anni fa, al costo di 60mila euro e con un mutuo di 100mila euro pendente. E domani cos’altro succederà?

La Regione Lazio rilancia ha approvato, il 14 marzo, un altro Protocollo d’Intesa, stavolta con la Procura Generale della Repubblica presso la Corte di appello di Roma, sempre finalizzato all’esecuzione delle sentenze sull’abusivismo passate in giudicato. Ora anche la Capitale sarà investita della questione e vedremo cosa accadrà in presenza, come si dice, di circa 300mila immobili interessati dal provvedimento.

Non ho mai avuto, tantomeno da Sindaco, la presunzione di conoscere le soluzioni ad un problema complesso e socialmente rilevante. Tuttavia, sin dal ricevimento dell’atto della Procura di Velletri (novembre 2015), ho cercato di proporre contributi di pensiero idonei ad affrontare pragmaticamente la questione.

Ritengo, come ho sempre ritenuto, che si debba parlare chiaro: viviamo, purtroppo, in una Società che fatica a riconoscere l’Autorità costituita o le rappresentanze democratiche, anche a causa dei pessimi esempi forniti. Per questo, mi chiedo, quale autorevolezza o credibilità può avere un politico, un amministratore o chiunque altro invoca questa o quell’altra norma giuridica, seppur valida e cogente. Non sono in discussione valori e principi che ispirano l’agire, né le norme giuridiche che regolano i comportamenti e la civile convivenza.

Il problema è un altro: come si fa a dire alla gente “ora c’è una nuova cultura della legalità, il vento è cambiato….” oppure a richiamare alla “tolleranza zero” verso gli abusi edilizi? Ma dove si vive? A Topolinia o Paperopoli? Il principio di legalità, come detto, resta fermo ed i Cittadini che hanno rispettato le norme non devono sentirsi defraudati da ulteriori condoni o tolleranze. Chi ha costruito violando la legge ha commesso reato. Acclarato ciò, è dovere di chi amministra (una Città, una Regione o la Nazione) pensare alle conseguenze delle iniziative poste in essere anche dalla Regione Lazio e dalla Procura di Velletri, sottoscrivendo il Protocollo d’Intesa del giugno 2015: il contrasto all’abusivismo è un dovere, ma è altrettanto doveroso tutelare socialmente le persone, incluse quelle che hanno edificato abusivamente la casa in cui vivono, specie di questi tempi. Tutelare non vuol dire tollerare, e qui sta la differenza di approccio che la Politica dovrebbe intraprendere sulla vicenda.

Ad oggi, di un simile approccio, non v’è traccia: si interviene ai convegni, si rilasciano interviste, si straparla di ovvietà e poi tutto resta com’è. Da oltre 16 mesi, nei 30 Comuni ricompresi nella giurisdizione della Procura di Velletri, ci sono centinaia di Famiglie che vivono l’incubo dell’abbattimento della casa in cui abitano, magari costruita su un terreno di proprietà con i propri soldi. Hanno sbagliato, non v’è dubbio. Ciononostante, è bene ricordarlo, c’è un intero sistema che avrebbe potuto e dovuto impedire/reprimere tali abusi (la vigilanza edilizia comunale, i rilevamenti fotoaerogrammetrici o con droni, le Procure, i Tribunali, i Sindaci, ecc. ecc.), in un’epoca in cui i satelliti entrano nelle nostre case e ci possono spiare financo nell’intimo.

Lo stesso sistema che, in moltissimi casi, ha concesso residenze anagrafiche, riscosso tributi e permesso l’allaccio di utenze (idriche, elettriche, ecc.), “dimenticando” che gli immobili erano abusivi. Ora, improvvisamente, in taluni casi dopo decenni dall’emissione della sentenza, ci si sveglia e si pretende di rivoltare il mondo in un battibaleno, come se nulla fosse.

Le contraddizioni su cui poggia l’intera vicenda sono palesi ed ignorarle vuol dire mettere la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi. Bisogna affrontare il problema in maniera organica, risolverlo nella migliore maniera possibile e, contestualmente, attivarsi affinché non un solo metro cubo in più venga edificato senza i relativi permessi di legge, attuando sì, in quel caso, tolleranza zero.

Mentre si fa tutto ciò, visto che per districare un simile groviglio ci vorrà del tempo, la Politica deve intervenire, a tutti i livelli, per uscire da questo pantano con razionalità e senso di responsabilità. I magistrati e le Forze dell’Ordine devono, giustamente, far rispettare le sentenze e la legge. I Sindaci devono, giustamente, vigilare sull’abusivismo e verificare l’esecuzione delle relative ordinanze, ma devono altresì farsi carico dei problemi dei Cittadini. Le persone, soprattutto di questi tempi, hanno diritto a vivere sotto un tetto.

Affinché tutti abbiano soddisfazione, onde evitare il caos sociale, occorre un intervento legislativo di natura straordinaria, in primis a livello governativo, che sospenda le demolizioni, conceda tempo, ad esempio, di costruire alloggi popolari o altre edificazioni in forma agevolata, e dove possibile risolva le contraddizioni di una sanatoria, quella del 2003, sostanzialmente interrotta dopo che le istanze dei Cittadini erano state presentate.

Gli strumenti ci sono: lo scorso 30 marzo ho inviato al Comitato Equi Diritti una nuova bozza di documento da proporre ai Sindaci del comprensorio della Procura di Velletri, contenente ipotesi di lavoro che la Politica, tutta e indipendentemente da appartenenze, schieramenti o livelli di governo, può esaminare per verificarne la fattibilità.

Il Senato della Repubblica, ad esempio, sta esaminando il disegno di legge n. 2383 “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato”. La Regione Lazio, sempre a titolo esemplificativo, sta esaminando la proposta di legge n. 365 “Norme per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio”, così come il Consiglio regionale ha in corso d’esame il nuovo Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR). All’interno di questi percorsi legislativi, vi sono – se lo si vuole ovviamente – gli spazi quantomeno per dibattere della questione e dei possibili risvolti.

Per la cronaca, ricordo che il territorio dei Castelli Romani esprime un Senatore della Repubblica, Bruno ASTORRE, ed un Onorevole, Filiberto ZARATTI, l’uno originario di Colonna, l’altro di Rocca Priora, due Comuni interessati dalla questione delle demolizioni, specie il secondo. L’On. ZARATTI, tra l’altro, è Relatore di Minoranza sull’originario DDL n. 2039 poi trasformato in Atto Senato n. 2383 ed è stato anche Assessore regionale all’Ambiente.

Sempre per la cronaca, evidenzio che il Presidente della Regione, Nicola ZINGARETTI, oltre a poter incidere direttamente attraverso la legislazione regionale, è membro della Conferenza Stato-Regioni e, se lo ritiene, può attivare tale Organismo per un confronto col Governo. Il 29 marzo scorso, Rappresentanti della Conferenza hanno svolto un’audizione in seno alla 9^ Commissione Agricoltura del Senato, proprio sul DDL Senato n. 2383. Perché non chiedere una ulteriore audizione sul problema demolizioni? Oppure chiedere l’iscrizione della questione all’odg dei lavori della Conferenza?

Ancora ieri (2 aprile), nel corso del Programma “L’Arena”, su Rai 1, è stata affrontata la scottante materia richiamando analoghe situazioni di abusi edilizi che affliggono la Regione Sicilia. Ciò, ad ulteriore riprova della rilevanza nazionale che riveste la vicenda e del fatto che il Governo, se opportunamente sollecitato dagli amministratori regionali, può e deve intervenire.

Nel rinnovare la mia disponibilità, auspico che i Sindaci, il Presidente ANCI regionale ed il Presidente dell’XI Comunità Montana, valutino positivamente il documento da me proposto al Comitato Equi Diritti, se del caso modificandolo/integrandolo come meglio ritenuto, e lo facciano pervenire quanto prima alla Regione, al Sen. ASTORRE ed all’On. ZARATTI, nonché agli altri attori istituzionali preposti.

Gli strumenti ci sono e LA POLITICA HA IL DOVERE DI AGIRE. Subito e concretamente.

Giampiero FONTANA

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