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Marino, Aversa (Pdci): “De Santis e Bartolozzi “avvoltoi” mediatici sulle ali dell’economia vitivinicola che essi stessi affossano”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: "in un normale contesto di presentazioni di vini sottoposti a giudizio di merito per l’abbinamento specifico enogastronomico  “Concorso Enologico Internazionale Selezione Vini da Pesce tenuto recentemente nella Riviera...

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: "in un normale contesto di presentazioni di vini sottoposti a giudizio di merito per l’abbinamento specifico enogastronomico “Concorso Enologico Internazionale Selezione Vini da Pesce tenuto recentemente nella Riviera del Conero”, dove l’87% dei vini presentati ha comunque ricevuto un riconoscimento, si è ben distinta una delle etichette del Gotto d’Oro che, nella categoria “vini bianchi secchi tranquilli ad indicazione geografica” ha ottenuto la medaglia d’oro per lo Chardonnay 2012. Orbene, questo successo alla seconda edizione di tale “competizione”, che è un buon viatico per l’attività della singola azienda vitivinicola, ancorché il Gotto d’Oro, viene “spacciata” da due amministratori – uno il Vicesindaco Fabrizio De Santis, l’altro l’assessore alle attività produttive Giuseppe Bartolozzi – come un “successo dell’Amministrazione comunale”. Siamo alla follia! Di merito e di visione del futuro.

Va sottolineato che l’accoglimento del premio da parte del Presidente del Gotto d’Oro, Luigi Capricci : “assume un ruolo ancora più importante poiché riferito ad un vino prodotto da un monovitigno internazionale, lo Chardonnay. Elemento che – sottolinea – conferma ancora una volta la grande preziosità e vocazione dei nostri terreni per i vitigni autoctoni e per quelli esteri”; è la negazione della unica possibilità di innovazione sviluppo, di reintroduzione di una spina dorsale all’interno della rinascita agricola di Marino e dei Castelli romani (nonché dell’Italia, come ricordato in questi giorni dal presidente della Coldiretti, Sergio Marini) che è la caratterizzazione, la riconoscibilità, la fidelizzazione di una ampia platea nazionale e internazionale ai “vitigni autoctoni , altro che esteri da produrre in batteria”.

Quindi, l’accondiscendenza culturale e colturale dei due massimi amministratori alla linea produttiva del presidente del Gotto d’Oro, forse farà piacere a qualche azionista di riferimento della cantina sociale. Sicuramente preoccupa, invece, le centinaia di famiglie che conferiscono,e/o autoproducono i nostri vini locali. Così come potrebbe spaventare i giovani che volessero guardare ad una qualità produttiva nella visione futura dell’ecosistema (anche vitivinicolo) dei Castelli romani imperniati sulla storicità, sulla cultura sedimentata di vitigni pure adottati in parecchie altre produzioni locali attive. Invece, se davvero volessero dimostrare non diciamo risultati, ma impegno futuro (per i pochi mesi ancora in carica a Palazzo Colonna), il Vicesindaco e l’assessore potrebbero nell’ordine: facilitare la vocazione agricola e vitivinicola del nostro territorio, chiedendo scusa per aver prodotto – in concorso con altri amministratori – carte e documenti atti a sottrarre suolo che caratterizza quell’humus culturale che arricchisce la scelta di mettere al centro della nostra storia-comunità-economia, il vino. Faranno questo nelle prossime ore, risultando così redenti dallo scempio paesistico, paesaggistico e di qualità dell’ecosistema che invece stanno compiendo? Sinceramente, non credo affatto che gli interessi che stanno dietro queste operazioni che hanno condotto a spron battuto, li lasceranno liberi di esprimersi davvero a favore della cultura del vino, della sua storia castellana, della sua precipuità marinese.

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