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Roma - Castelli, arrestato l'avvocato degli Angelucci e tre finanzieri collusi

Nella giornata odierna, Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno concluso la prima fase di una complessa un’attività di polizia giudiziaria, avviata su delega della Procura della Repubblica della Capitale, che ha consentito di scoprire...

Nella giornata odierna, Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno concluso la prima fase di una complessa un’attività di polizia giudiziaria, avviata su delega della Procura della Repubblica della Capitale, che ha consentito di scoprire fenomeni collusivi rispetto ad

una serie di verifiche fiscali effettuate, tra l’altro, nei confronti di società appartenenti al noto gruppo della sanità privata riconducibile alla famiglia ANGELUCCI.

Le indagini svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria vedono il diretto coinvolgimento di un componente della citata famiglia ANGELUCCI, imprenditore operante nel campo della sanità privata, a cui è stato notificato un avviso di garanzia per l’ipotesi di reato di concorso in

rivelazione di segreto d’ufficio e collusione tesa a frodare la finanza.

Delle stesse ipotesi di reato risponde il consulente fiscale del gruppo, R.A., di anni 74, oggi tratto in arresto e posto ai domiciliari, in quanto ritenuto l’anello di congiunzione tra il beneficiario finale ed i verificatori, per il tramite di altri intermediari.

Più in particolare, a seguito dell’apertura di verifiche fiscali nei confronti della SAN RAFFAELE S.p.a. e della ROMA GLOBAL SERVICE S.r.l., società rientranti nell’alveo del nominato “gruppo ANGELUCCI”, emergevano chiari indizi circa l’esistenza di un perverso

meccanismo di trasmissione di comunicazioni riservate, finalizzato a garantire alle società verificate la contestazione dei soli rilievi fiscali già oggetto di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Nel medesimo ambito, emergeva, altresì, come analogo meccanismo fraudolento fosse stato posto in essere anche rispetto ad un’altra attività di polizia tributaria, svolta nei confronti di una catena di supermercati operanti nella Capitale, rientranti nel gruppo societario facente

capo all’imprenditore capitolino A.M. di anni 70, anch’egli finito ai domiciliari.

Gli arresti, due ai domiciliari ed uno in carcere, sono scattati anche per tre finanzieri, due dei quali da tempo in pensione, responsabili della diffusione delle informazioni riservate. L’attività conferma la bontà della scelta della Guardia di Finanza di dotarsi di concreti strumenti preventivi in termini di “possibile esposizione” a fenomeni corruttivi/collusivi, implementando le misure di autotutela, in relazione al livello di pericolosità dei rischi specifici.

Solo i sistemi di prevenzione da fenomeni corruttivi interni al Corpo, già da tempo in vigore, anche rispetto alle norme previste dal piano anticorruzione di cui alla Legge 190/2012, uniti a forme sempre più stringenti di analisi e controllo delle attività ispettive, hanno infatti consentito di sventare il piano congegnato e permesso, altresì, di concludere le attività di verifica nel pieno rispetto della vigente normativa con la constatazione di rilevanti importi evasi al Fisco.

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