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Serrone, a confronto i vini DOCG del Lazio. Eccellenza dei prodotti ciociari in evidenza

Il confronto tra le DOCG del Lazio che si è svolto all’interno della 58^ Sagra del Cesanese a Serrone è un’ulteriore conferma dell’eccellenza del Vino Cesanese del Piglio che si produce in prevalenza a Piglio e Serrone e parte del territorio di...

Il confronto tra le DOCG del Lazio che si è svolto all’interno della 58^ Sagra del Cesanese a Serrone è un’ulteriore conferma dell’eccellenza del Vino Cesanese del Piglio che si produce in prevalenza a Piglio e Serrone e parte del territorio di Acuto, Anagni e Paliano.

Il Cesanese del Piglio DOCG, già DOC dal 1973, nel 2008 è diventato Denominazione d’Origine Controllata. Il forte legame con il territorio è voluto già dal disciplinare; infatti il 90% delle uve utilizzate proviene dal vitigno autoctono Cesanese di Affile, vitigno dal grappolo piccolo e dalla maturazione tardiva introdotto nella zona da un monaco benedettino nel monastero di Subiaco alla fine del settecento.

Ieri c'è stato il confronto con l’altra DOCG del Lazio il Frascati bianco che ha mostrato veramente tutte le caratteristiche del territorio ognuna certamente diversa dall’altro. Un vino ben strutturato. Un vino di altissima qualità che è stato spiegato molto bene dai numerosi presenti, che hanno seguito la raffinata degustazione, dove sono state illustrate nei dettagli le qualità di questi nettari davvero molto pregiati e speciali, che raccontano in modo completo l’origine e raccontano l’amore per la lavorazione che si deve fare per ottenere un vino superiore.

Così, abbiamo potuto degustare, ma senza confrontare i vini:

Il bianco Volpetti Le Piantate del 2015 con i suoi 12 gradi, che lascia trasparire benissimo la sapidità del mare.

Il Casale Mattia 2015, vicino a Colonna dalla parte opposta del primo che ha presentato un sapore più morbido.

Poi si è passati al Cesanese DOCG di Casal San Marco di Antiche Cantine Mario Terenzi, che nasce alle pendici del monte Scalambra e se ne raccoglie dal 65/70 percento della produzione e questo consente al vino di avere un colore vivace fino alla fine dell’invecchiamento e noi abbiamo degustato quello del 2013.

Poi si è passati a degustare il Colle Forma del 2012, premiato già quattro volte, di Giovanni Terenzi, tenuto nelle botti grandi che ancora oggi regge bene il confronto.

Infine, il vino Trasmundo del 2011 dell’azienda Rapillo a doppia fermentazione, con chiaro sapore di amarena ed è un vino su 15,5 gradi. Le tre aziende agricole sono tutte di Serrone.

Giovanni Terenzi, nell’illustrare il suo vino, si è anche soffermato sull’annata del 2016: “il 2016 sono sicuro sarà un’ottima annata per tutti i produttori”.

Nel chiudere la serata il Sindaco di Serrone Natale Nucheli ha affermato: “è arrivato il momento di fare rete tra i comuni produttori e anche con l’acqua di Fiuggi, poiché insieme si riesce a sviluppare sicuramente di più la qualità, come quella presentata, ed ha invitato i giovani a tornare a lavorare i terreni, che sono oggi l’unica fonte sicura per il futuro. Il lavoro fisso diventa sempre più una chimera, ecco perché la terra non tradisce”.

Intanto la sagra prosegue anche in Piazza Pais a La Forma con il suo ricco programma d’iniziative, sabato 20, dopo l’estemporanea di pittura dei ragazzi Artisticamente di Rocco Lancia; nel pomeriggio alle 18,30: “Le città del Vino nelle Terre del Cesanese del Pigli"o per un incontro e degustazione guidata. A seguire presentazione delle squadre partecipanti al Palio Nazionale delle Botti poi tutti a tavola nei vari punti ristoro aperti e concerto con i Dissonanti. Domenica 21 alle ore16,30 gara per le qualificazioni del Palio delle Botti “ Città di Serrone” i chiusura i figli delle stelle.

Giancarlo Flavi (Servizioe e foto)

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