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Velletri, al Madonna delle Grazie una tecnica innovativa con le protesi Bard Ventralight ST

L’utilizzo della protesi Bard Ventralight ST con sistema di posizionamento ECHO PS nella correzione del laparocele laparoscopico. Una tecnica innovativa a Velletri e in provincia di Roma. “Lo scopo di questo studio è quello di descrivere

L’utilizzo della protesi Bard Ventralight ST con sistema di posizionamento ECHO PS nella correzione del laparocele laparoscopico. Una tecnica innovativa a Velletri e in provincia di Roma. “Lo scopo di questo studio è quello di descrivere

la nostra esperienza, da novembre 2011 a dicembre 2013, nella correzione laparoscopica del laparocele (cedimento viscerale post operatorio) in 74 pazienti, dichiara il dottor Manuele Mazzi, con una prevalenza del sesso femminile, attraverso l’utilizzo delle protesi Bard Ventralight con sistema di posizionamento Echo Ps. Il tempo medio operatorio è stato di 68 minuti ridottosi poi con l’esperienza. Minori complicanze sono state registrate nel postoperatorio in circa il 20% dei casi trattate durante il ricovero e il follow-up a breve termine. La degenza media è stata di due giorni. Il follow-up di 12 mesi non ha mostrato segni di recidiva del laparocele. Veramente un ottimo risultato “. Il laparocele rappresenta una patologia di comune riscontro nella pratica clinica del chirurgo. La sua insorgenza viene stimata tra il 10 e il 30% delle laparotomie soprattutto mediane o complicate da infezioni della ferita post-chirurgiche. La sua insorgenza solitamente avviene entro il primo anno dall’intervento e oltre a causare disturbi addominali può causare altri disturbi legati alle modifiche delle dinamiche respiratorie. Sulla base delle dimensioni possono essere classificati in piccoli, medi, grandi e in disastri parietali in cui è assente buona parte dell’area muscolo fasciale con eviscerazione. Prima di questa tecnica le recidive dei laparoceli operati era stimata tra il 25% e il 50%. L’introduzione delle protesi ha semplificato notevolmente l’atto chirurgico diminuendo drasticamente le recidive . Il trattamento dei laparoceli, se eseguito con tecnica open,è ancora oggi gravato da complicanze. Un ulteriore passo avanti è stato fatto alla fine degli anni ’90, con l’introduzione della laparoscopia e delle protesi a doppia superficie. Questa innovazione ha permesso di ridurre ulteriormente l’incidenza di recidive. La tecnica laparoscopica comporta un maggior confort post-operatorio,una minore degenza e una più rapida ripresa delle attività. “ Dal novembre 2011 a dicembre 2013,abbiamo operato 74 pazienti affetti da laparocele con tecnica laparoscopica utilizzando le innovative protesi Bard Ventralight St con sistema di posizionamento Echo Ps. Lo scopo di tale lavoro è di valutare la fattibilità,la sicurezza e la riproducibilità del trattamento del laparocele laparoscopico mediante l’utilizzo di suddette protesi e sta dando buoni risultati. “ Dal novembre 2011 al dicembre 2013, continua il dottor Mazzi della Clinica Madonna delle Grazie di Velletri, abbiamo operato per via laparoscopica 74 pazienti, di cui 62 portatori di ernie e 12 diastasi dei retti con una prevalenza del sesso femminile, utilizzando questa tecnica con grande successo durante l’intervento e ottimi risultati post operatori. La tecnica chirurgica prevede tre incisioni cutanee, il trocar ottico di 12 mm viene introdotto nella zona interessata, si utilizza anche una videocamera laparoscopica con ottica di ultima generazione. La rete Bard Ventra light viene immessa attraverso il port da 12mm arrotolata intorno ad un manipolo introduttore, una volta dentro l’addome essendo caratterizzata da una duplice superficie e dalla presenza di un sistema (Echo Ps) di gonfiaggio idraulico adeso alla superficie viscerale viene repertata con apposito strumento attraverso mini incisione ombelicale ed eseguita insufflazione extracorporea con immediato collocamento della protesi a parete “. I risultati sono stati ottimi, secondo le statistiche non ci sono state conversioni laparotomiche e complicanze operatorie. Il tempo medio operatorio è stato di 68 minuti, ridottosi con l’esperienza, i pazienti sono stati tutti dimessi tra la prima e la quarta giornata. “Secondo la nostra esperienza, conclude il dottor Manuele Mazzi, seppur limitata, l’utilizzo delle protesi con questo sistema di fissaggi per la correzione del laparocele laparoscopico costituisce un sistema facile, sicuro e ripetibile anche dopo un limitato periodo di training operatorio “.

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