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Ciampino, Città in Comune: «Sul Centro di Accoglienza Rifugiati un silenzio inquietante e chiusura totale»

«Pretendiamo chiarezza su un servizio già di per sé molto critico, che rappresenta un pozzo senza fondo di finanziamenti europei»

«Pretendiamo chiarezza su un servizio già di per sé molto critico, che rappresenta un pozzo senza fondo di finanziamenti europei»

Il movimento politico Città in Comune riporta in auge la questione che riguarda il Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Ciampino, che ha avuto una storia a dir poco travagliata. Collocato nell’Ostello comunale e gestito da una cooperativa affiliata alla Eriches di Buzzi, il CARA è finito nel grande calderone che ha coinvolto moltissimi centri per rifugiati politici di Roma e Lazio. Nell’estate 2014 l’Amministrazione è stata messa al corrente, proprio dalla lista civica e dalle associazioni presenti sul territorio, delle gravi mancanze che il servizio riportava. Nell’estate 2015 il Prefetto ha poi affidato il Centro CARA al Comune di Ciampino tramite la municipalizzata ASP, che ha dato in gestione la parte “sociale” del servizio, con un affidamento diretto, alla Croce Rossa locale. A suggellare i rapporti tra Amministrazione, Asp, Croce Rossa e associazioni ci sono stati due incontri pubblici, in cui è stata chiesta la collaborazione del mondo del volontariato nella gestione dei servizi e nell’integrazione dei ragazzi rifugiati con gli abitanti di Ciampino.

«Il silenzio assordante dell’Amministrazione Comunale sulle vicende del Centro di Accoglienza – scrive Città in Comune in un comunicato stampa – mostra ancora una volta la chiusura totale verso le realtà associative e di movimento che, con la solita generosità, si sono messe a disposizione di un percorso trasparente, partecipato e inclusivo, in grado di invertire la tendenza passata. L’Assessore Fiorini e il Sindaco Terzulli in incontri pubblici e in più di una intervista hanno rilanciato l’idea di un percorso finalmente inclusivo prevedendo, sempre a parole, la partecipazione di realtà associative, cittadini, amministrazione comunale, i rifugiati e l’ASP, la multiservizi comunale che avrebbe dovuto svolgere il servizio».

«Come al solito – continua il movimento – alle parole non sono seguiti i fatti: nell’unico incontro convocato più di due mesi fa l’Amministrazione ha parlato di molte cose, a partire dall’affidamento diretto della parte assistenziale del servizio alla Croce Rossa locale, delle quali non ci è dato sapere le eventuali evoluzioni. A inizio dicembre gli stessi ragazzi, che già sono stati ospitati qui a Ciampino, sarebbero dovuti rientrare e ad oggi non è così. Al contrario sembra che siano stati inviati in un nuovo centro a Roma in via definitiva. Con questa tempistica stringente era stata giustificata la scelta di affidamento della parte assistenziale del servizio direttamente alla Croce Rossa, senza bando ad evidenza pubblica. La stessa Croce Rossa in quelle riunione affermava giustamente che avrebbe dovuto assumere personale qualificato (psicologici, mediatori culturali, etc.) per poter svolgere un servizio all’altezza ma ad oggi tutto tace».

«Perché alle nostre richieste di informazioni e di chiarezza segue un silenzio inquietante? Quale sarebbe la novità rispetto al passato? Noi – prosegue ancora Alessandro Porchetta di Città in Comune – pretendiamo chiarezza e trasparenza su un servizio già di per sé molto critico, che nel passato e ancora oggi rappresenta un pozzo senza fondo di finanziamenti europei che molto spesso non sono stati usati nell’interesse dei ragazzi. Accoglienza e solidarietà si costruiscono coinvolgendo i cittadini e le realtà territoriali associative, come ci insegnano esperienze virtuose, e il centro baobab di Roma è una di queste, ma evidentemente a Ciampino – conclude Porchetta – il principale interesse di chi governa è quello di poter fare e disfare, senza ascoltare critiche o proposte alternative a quelle decise nelle stanze del Comune, da amministratori che spesso non sanno neanche di cosa si parli».

Sara Marazza

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