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Roma

Colleferro, amministrazione ed associazioni insieme per il no alla riaccenzione del termovalorizzatore

Si sono riuniti, ieri pomeriggIo, all’aula consiliare del Comune di Colleferro oltre al Sindaco, Pierluigi Sanna, l’assessore all’ambiente Giulio Calamita, l’avvocato  Vittorina Teofilatto, le associazioni: Unione Giovani Indipendenti, Comitato...

Si sono riuniti, ieri pomeriggIo, all’aula consiliare del Comune di Colleferro oltre al Sindaco, Pierluigi Sanna, l’assessore all’ambiente Giulio Calamita, l’avvocato Vittorina Teofilatto, le associazioni: Unione Giovani Indipendenti, Comitato Residenti, Retuvasa, Comitato NobioMetano Artena, Circolo Arci Montefortino ’93, Artenaonline

Tutti insieme per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente. E’ questo il messaggio principale che vuole mandare l’amministrazione comunale e le associazioni

Non è più tempo per scontri ideologici: i fatti parlano da soli, e urge prenderli in considerazione. Il lavoro è importante e va difeso, ma lo è di più il valore della vita.

I risultati dello studio Eras parlano chiaro. L’esposizione all’inquinamento atmosferico di background è aumentato in seguito all’attivazione dei termovalorizzatori causando nella popolazione esposta in aree ad alta concentrazione di questo inquinante un incremento delle ospedalizzazioni per disturbi respiratori. I risultati hanno evidenziato come gli uomini residenti in aree identificate dai valori massimi di PM 10 emesso dagli impianti mostrino un eccesso del 31% di ospedalizzazioni per malattie dell’apparato respiratorio e del 79% per malattie polmonari cronico ostruttive (BPCO), rispetto ai residenti in aree meno esposte. Anche tra i bambini esposti a livelli medi e più elevati di concentrazione del tracciante del termovalorizzatore si è osservato un aumento di ricoveri per infezioni acute delle vie respiratorie, soprattutto tra i bambini e le bambine.

Dati che potete consultare su www.eraslazio.it

“Dopo 18 anni si ripete la storia degli inceneritori di Colleferro – spiega il presidente della Retuvasa- allora con promesse di lavoro e false garanzie sulla salute, assieme denunce e repressione contro chi protestava, furono imposti gli impianti di incenerimento. Oggi gli impianti sono in uno stato disastroso, nel 2009 i dirigenti sono finiti sotto processo per aver truccato i dati delle emissioni dopo aver bruciato ogni sorta di rifiuti pericolosi. Quei dirigenti sono ancora operativi. Il provvedimento di rinnovo dell' AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) contro cui comune e associazioni hanno fatto ricorso, altro non è che il primo passo verso la completa ricostruzione degli impianti, al costo di decine di milioni. Si attende l'arrivo del privato che avrà in garanzia almeno 20 anni di attività. A questo è legato il destino di Lazio Ambiente Spa. Questa prospettiva si avvale della politica governativa di rilancio degli inceneritori. Come associazioni abbiamo già vinto battaglie contro la regione e ministero dell' ambiente in sede amministrativa, anche questa volta non ci spaventa di doverci confrontare con il governo e la regione. Vogliamo buttare giù i due inceneritori e creare impianti di trattamento a settori di varia natura che permettono di separare il rifiuto indifferenziato in modo da ridurne ulteriormente il conferimento in discarica. Oltretutto possono essere accompagnati da una selezione manuale. Si tratta di impianti definibili TMB (trattamento meccanico biologico, m diversi dai TMB che sono stati proposti nel nostro territorio a fini speculativi) che non producono CDR da bruciare negli inceneritori,a cui segue un processo di inertizzazione del residuo non recuperato. La parte umida passa attraverso processi di compostaggio. Detto questo il cuore della battaglia è e sarà la mobilitazione dei cittadini. La storia di questo territorio fatta di disastri ambientali ed aggressioni, alla salute e all'ambiente deve finire.”

“Come associazioni, oltre ad aver scritto il ricorso al T.A.R per chiedere la sospensione del rinnovo dell'A.I .A - continua Alessandro Coltrè, presidente del UGI – lanciamo anche la campagna RIFIUTIAMOLI. Una campagna che è promossa dalle Associazioni ambientaliste, dai comitati e dalle realtà sociali del territorio. Nell'ambito della Campagna lanceremo una serie di iniziative che porteranno in strada la società civile per scongiurare il potenziamento degli inceneritori o comunque l'attività degli impianti. Non c'è margine di trattativa, chiediamo la loro chiusura.”

Ricorda, Mario Briganti, coordinamento comitati di quartiere, “che il territorio della valle del sacco è sotto osservazione nazionale sull’inquinamento, che ai terreni ex BPD c’è ancora da completare la bonifica, che non può essere sospesa, ma completata in modo da far respirare questa città, su temi di progettualità ecosostenibili che ha come finalità,salute e occupazione.”

A prendere parola è anche Ina Camilli – rappresentante del comitato residenti – “questa iniziativa ha come obiettivo di far valere i nostri fini statutari di tutela della salute umana e dell’ambiente, chiedendo l’annullamento dell’autorizzazione regionale. L’ importanza di questa conferenza stampa sta nello sforzo che ognuno di noi fa per portare avanti questa battaglia che dura da anni e che ci impegnerà in futuro. Ed è proprio per un futuro diverso che dobbiamo continuare a batterci. Sono rammaricata dell’ assenza dell’ assessore alla sanità, Diana Stanzani, proprio oggi che ci opponiamo agli inceneritori per i danni che producono alla salute, oltre che all’ambiente. Le avrei chiesto l’impegno di sostenere la richiesta, avanzata nella scorsa legislatura consigliare, di proseguire l’ indagine epidemiologica oggetto del rapporto Eras. Al di là della nostra richiesta, sottoscritta da più associazioni, è importante che la tutela della salute dei cittadini sia sempre al primo posto. Sollecitiamo l’amministrazione comunale, a investire di più sulla comunicazione istituzionale e sull’ informazione al cittadino, perché la condivisione e conoscenza sono alla base della partecipazione e in questo senso fa ben sperare la delibera di giunta adottata in materia. Infine è fondamentale ribadire l’autonomia e l’ indipendenza delle associazioni e dei comitati dall’ amministrazione comunale, di cui si sostiene l’azione del ricorso al TAR, ma ciascuno ha ruoli, responsabilità e funzioni proprie.

L’udienza si terrà il 2 febbraio – ci comunica l’avvocato Vittorina Teofilatto- ed è un udienza che verte sulla richiesta cautelare ha cioè il comune ha chiesto la sospensione di questo provvedimento,di estensione della validità, dell’autorizzazione integrata ambientali. Le motivazioni sono sostanzialmente date dal fatto che la Regione avrebbe dovuto effettuare un istruttoria che non è stata effettuata,agendo in maniera automatica”.

“Vogliamo dare dignità, salendo dal basso, dalla partecipazione dei cittadini – conclude il Sindaco, Pier Luigi Sanna - coinvolgendo le forze sociali associative, comitati di quartiere, facendo un percorso insieme. Dimostriamo che una amministrazione diversa è possibile, che la collaborazione è possibile contro ogni ostacolo. Abbiamo dimostrato che avevamo ragione anche sulla questione dell’ AIA perché se la regione dopo 15 giorni, dopo il nostro ricorso decide di riaprire le questioni che riguardano il riesame dell’AIA, io credo che abbia riflettuto. Abbiamo scelto l’avvocato Vittorina Teofilatto per il suo curriculum,e la sua l’affidabilità, perché sappiamo bene, cosa abbiamo davanti e che tipo di battaglia dovremo combattere. Spero soprattutto prima nella volontà e l’onesta intellettuale di tutti noi, perché al di là delle polemiche e delle battute, prima di tutto bisogna essere onesti intellettualmente. Io della questione di Lazio e Ambiente che venga passata nei comuni, ho sentito solo chiacchiere e non ho nessuna comunicazione ufficiale in merito, quanto la Regione Lazio (che, non nego essere lo stesso colore politico, contro la quale ricorro tutti i giorni), ci convocherà noi diremo la nostra, perché io faccio il sindaco di questa città, lo faccio con la schiena dritta, lo faccio per l’interesse dei miei cittadini e con la coerenza che è necessaria a questo percorso, che non è di collaborazione semplice tra amministrazione comunale e le forze ambientaliste, ma che vive solamente se coinvolge le persone di tutte le case, di tutti i luoghi di lavoro, di tutte le associazione, vive solamente se è popolare come è stato popolare l’occasione di “Rifiutiamoci” e in altre grandi manifestazioni organizzate dalla gente, dove noi spesse volte siamo stati coordinatori. Noi abbiamo bisogno dell’impegno collettivo, perché questa roba è gestita da poteri talmente alti da non essere sconfitti semplicemente con l’impegno di uno o più sindaci o piu’ associazioni, questa roba si rinbalda se c’è una comunità intera che oltrepassa anche i confini comunali. Concludo, non mi tiro indietro perché oggi sono Istituzione e ieri ero capo popolo, faccio quello che devo, mantenendo la dignità da sindaco nel rispetto e nella ricerca del mantenimento della dignità di tutta la mia comunità, una dignità che è stata smarrita e violata, e che oggi invece anche, consentitemelo, con le pezze al culo e con i debiti in banca, noi manteniamo viva, perché se la nostra comunità, anche se è una morta di fame, perché il comune è un morto di fame, mantiene la schiena dritta, noi ci possiamo presentare dovunque, nei palazzi romani, di non aver paura di nessuno, di nessuna ombra, e di nessun potere occulto. Qui c’è gente seria, che fino all’ultimo giorno difenderà l’interesse del cittadino e non il proprio, e lo difenderà convintamente e coerentemente”.

Servizio di Katia Piacentini

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