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Colleferro, dopo le dichiarazioni delle RSU l'AD di Lazio Ambiente Narda precisa

In relazione all’articolo inviatoci dalla RSU, dove si denunciavano situazioni di una certa gravità aziendale, ci è pervenuta una lettera di precisazione diretta ai lavoratori e lavoratrici, dall’amministratore delegato che volentieri pubblichiamo...

In relazione all’articolo inviatoci dalla RSU, dove si denunciavano situazioni di una certa gravità aziendale, ci è pervenuta una lettera di precisazione diretta ai lavoratori e lavoratrici, dall’amministratore delegato che volentieri pubblichiamo, proprio per dare il giusto rilievo alla controversa questione di Lazio Ambiente.

“Con grande rammarico,- scrive il dott. Narda- sento l’obbligo di dover intervenire per informarvi che alcune notizie diffuse in queste ore, e che Vi riguardano da vicino, sono infondate, mentre altre sono state incomprensibilmente manipolate e strumentalizzate.

E’ stato infatti sostenuto, dalla pubblicistica sindacale aziendale, che “l’azienda ha intenzione di ricorrere al Fondo di Integrazione Salariale per crisi strutturale, preludio della mobilità per 53 unità – per il momento – tra impiegati (20) e autisti (33)”.

Bene, sia detto subito con chiarezza: la Direzione aziendale non ha mai – e dico mai – sostenuto che ci siano 33 autisti in eccedenza!

Prima di convocare i componenti Rsu (che abbiamo incontrato venerdì 24 marzo) lo scrivente ha indirizzato al Presidente Zingaretti della Regione Lazio ed agli assessori competenti (dott. Buschini e Prof.ssa Valente) esattamente la seguente missiva:

Con la presente informiamo l’Egregio Presidente e gli Egregi Assessori in indirizzo che – all’esito di una ricognizione delle unità lavorative in servizio (condotta anche in relazione alla disposizione transitoria di cui all’art. 25 del D. Lgs.175/2016) – sono individuate eccedenze strutturali di personale.

Poiché tali eccedenze incidono in maniera rilevante sul già critico bilancio economico della Società, nelle more della effettiva praticabilità della disposizione di cui al richiamato art. 25 del D. Lgs. 175/2016, che resta subordinata infatti alla promulgazione dell’atteso decreto interministeriale, al fine di evitare il ricorso alla procedura di licenziamento collettivo e garantire un doveroso intervento a tutela dei lavoratori interessati (il cui numero è stimato in circa 40 unità, al netto del personale attualmente impegnato presso la Discarica, che a breve pure dovrà interrompere le sue attività), la scrivente Amministrazione di Lazio Ambiente Spa – subordinatamente ad un cortese riscontro della presente - intende procedere ad una riduzione dell’orario di lavoro e, unitamente, alla richiesta di accesso all’ammortizzatore sociale richiamato in oggetto.

Nel corso del citato incontro sindacale di venerdì 24 marzo, poi, abbiamo chiaramente illustrato la situazione ai quattro componenti della Rsu intervenuti, evidenziando come oltre il 50% delle suddette unità eccedenti sia riscontrabile tra il personale degli uffici e che il restante sia in larga parte individuabile tra gli addetti ai servizi ausiliari, non tralasciando di riflettere sul fatto che la imminente chiusura della discarica e la trasformazione di alcuni servizi (come il passaggio dalla raccolta stradale al Porta a Porta), oltre a produrre ulteriori eccedenze, inducono necessariamente a progettare interventi di riconversione professionale anche di qualche autista.

In tutte le occasioni (negli incontri in Regione come in quelli aziendali) questa Amministrazione ha sempre onestamente e con trasparenza confermato un dato oggettivo ed imprescindibile: la necessità di ridurre il costo del Personale, a fronte di una progressiva contrazione delle attività e del fatturato, in una fase delicata e molto complessa dell’azienda. Ma con altrettante onestà e trasparenza questa Amministrazione ha sempre ribadito di voler mettere in campo tutti gli strumenti alternativi alla risoluzione dei rapporti di lavoro. Altro che mobilità!

Premettendo che, come vuole l’art. 25 del D. Lgs. 25 del D. Lgs.175/2016, appena la norma sarà resa applicabile, procederemo ad individuare le eccedenze del personale affinché le unità lavorative interessate possano essere inserite nell’elenco che gestirà la Regione Lazio per “agevolarne processi di mobilità in ambito regionale”, ciò che intendiamo fare è molto chiaro: ricorrere ad un ammortizzatore sociale – l’Assegno di solidarietà – che, attraverso una solidaristica riduzione dell’orario di lavoro, eviti le eccedenze di personale e consenta a tutti di continuare ad essere dispendenti di questa Società!

È di questo – ossia di come distribuire un definito monte ore di diminuzione del lavoro, con il contestuale intervento della integrazione salariale per le ore non lavorate, onde mitigarne quanto più possibile l’impatto sociale – che vogliamo e dobbiamo discutere con le vostre rappresentanze sindacali: sottrarsi a questa responsabilità non è nell’interesse dei lavoratori!

Ancora più incomprensibili sono i tentativi (a tratti davvero di dubbio gusto) di mettere i dipendenti l’uno contro l’altro, alimentando la disinformazione e insinuando considerazioni calunniose che hanno il solo effetto di avvelenare un clima che dovrebbe vedere, invece, l’impegno corale e solidaristico, appunto, di tutti per salvare questa azienda.

Ci saranno le occasioni e le sedi proprie anche per pretendere ed ottenere, in futuro, le scuse di chi oggi calunnia immotivatamente, ma ciò che veramente oggi risulta importante è recuperare fiducia e reciproca stima di quanti (Amministrazione, Dirigenza, Lavoratori, Sindacato) sono chiamata a gestire questo delicato momento.

Ed è però proprio per questo che mi tocca l’obbligo di chiudere questa mia lettera aperta con un ulteriore considerazione sui comportamenti di tutti noi ed il senso di responsabilità che deve nutrirli: l’ordinamento democratico consente a tutti i lavoratori di sostenere le proprie ragioni anche con l’astensione dal lavoro (lo sciopero) purché essa avvenga nel rispetto delle leggi e dei diritti di altre categorie di cittadini: interrompere il servizio di pubblica utilità che siamo chiamati quotidianamente a garantire, al di fuori dei principi e delle norme che regolamentano tale diritto, costituirebbe una violazione grave degli obblighi di legge e di quelli contrattuali che lo scrivente non potrebbe non segnalare alle autorità competenti.

Confermando la mia personale disponibilità ad approfondire e discutere, in ogni sede, quanto qui accennato,

Vi porgo i miei cordiali saluti

Gregorio Narda

(Amministratore Unico)

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