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Colleferro, il buono postale dopo 20 anni frutta la metà dei soldi previsti. Consumatori inferociti e pronti ai ricorsi

Il 2016 appena concluso ha portato via con se diverse brutte sorprese per i consumatori di tutta Italia come nel caso degli oramai, tristemente famosi, buoni fruttiferi postali del 1986 che alla scadenza dei

Il 2016 appena concluso ha portato via con se diverse brutte sorprese per i consumatori di tutta Italia come nel caso degli oramai, tristemente famosi, buoni fruttiferi postali del 1986 che alla scadenza dei

Rocco Sofi

20 anni avrebbero dovuto portare, parliamo di quelli di un milione di vecchie lire, un bel gruzzoletto di 14 mila euro e che invece tra tasse e balzelli vari si è no si arriva a riscuoterne 7 mila. Diversi i casi di consumatori che hanno avuto questo problema anche nelle zone a sud di Roma ed in particolare a Colleferro e dintorni. A segnalare questa vicenda ed a spiegare come fare a far valere i propri diritti acquisiti è l’associazione Areaconsumatori che in una comunicazione spiega il da farsi. “Riteniamo doveroso portare a conoscenza dei risparmiatori - si legge nella nota a firma del Presidente Avv. Rocco Sofi - la circostanza che, il 31 dicembre 2016, è scaduto il termine di durata trentennale dei buoni postali fruttiferi ordinari emessi nell’anno 1986. Si invitano coloro che hanno acquistato i buoni postali fruttiferi successivamente al 1° luglio 1986 (SERIE Q/P) i quali recano sul retro sovrapposta alla tabella di rendimento originariamente stampata un timbro a secco con i nuovi rendimenti fino al 20° anno, a contattare Areaconsumatori (tel 06 97080747 e/o email colleferro@areaconsumatori.it) al fine di verificare la correttezza degli importi che gli uffici postali competenti vorrebbero liquidare quale rimborso di detti buoni fruttiferi postali. Si segnala che il criterio di liquidazione seguito dagli uffici postali è oggetto di contenziosi giudiziari nel corso dei quali diversi giudici di merito (ex multis Tribunale Bergamo, sentenza nr. 1788/2016 e Tribunale Catania, sentenza nr 6430/2016) e l’Arbitro Bancario Finanziario, Collegi di Roma e Milano, hanno dichiarato illegittimo il criterio di liquidazione di detti buoni fruttiferi postali adottato da Poste Italiane S.p.A. che priva i risparmiatori titolari di detti titoli degli importi originariamente previsti, in previsione dei quali il risparmiatore aveva deciso di acquistare i buoni fruttiferi postali medesimi. Nel contempo si invitano i risparmiatori, nel caso in cui ritenessero di dover comunque riscuotere gli importi erroneamente liquidati da Poste Italiane S.p.A., con una rilevante riduzione su quanto effettivamente dovuto, a non sottoscrivere dichiarazioni liberatorie nei confronti di Poste Italiane S.p.A. contestualmente al pagamento in quanto la presenza di dichiarazioni liberatorie potrebbe precludere ai medesimi ogni possibile e successiva legittima pretesa di quanto effettivamente dovuto”.

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