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Frosinone, celebrata la festa della Repubblica; sobria ma essenziale

Una cerimonia essenziale e sobria presieduta dal Prefetto di Frosinone Dott.ssa Emila Zarrilli, dinanzi ai sindaci della provincia, ai rappresentanti delle forze dell’ordine, ai parlamentari e ai consiglieri regionali e provinciali.

Una cerimonia essenziale e sobria presieduta dal Prefetto di Frosinone Dott.ssa Emila Zarrilli, dinanzi ai sindaci della provincia, ai rappresentanti delle forze dell’ordine, ai parlamentari e ai consiglieri regionali e provinciali.

Il Prefetto ha letto il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che non può essere solo un discorso di circostanza, altisonante, che fa da cornice alle parate e all’esibizione delle fasce tricolori, al contrario merita una attenta e meticolosa riflessione

"Prevenire e sdradicare - ci dice il Sindaco di Pastena Arturo Gnesi- ovunque si annidi, ogni fenomeno corruttivo e di inquinamento è una sfida ineludibile, in quanto sono in gioco non solo le prospettive di sviluppo sociale ed economico del Paese, ma gli stessi principi di uguaglianza e di legalità sui quali si fonda il sistema democratico".

Allora dobbiamo doverosamente chiederci se tutti quanti noi, rappresentati delle nostre comunità locali, eletti dai cittadini ed espressione della democrazia popolare, siamo oggi all’altezza di tutelare e difendere quei principi costituzionali nati dalla Resistenza e dal sacrificio di una dura e sanguinosa guerra civile.

Dobbiamo chiederci se la costituzione è rispettata quando anziché tutelare e difendere la salute dei cittadini impavidi tecnocrati chiudono gli ospedali e riorganizzano la rete assistenziale solo in base ai parametri di produttività e di efficienza economica.

Dobbiamo domandarci questa di oggi è la stessa costituzione che ha garantito il diritto all’istruzione e ha consentito alla popolazione contadina ed analfabeta di avere a disposizione una scuola per dare ai poveri, agli emarginatati o semplicemente disagiati perché abitanti in zone rurali, la possibilità di crescere e di rompere gli argini della povertà e della discriminazione sociale. Dobbiamo riflettere se i principi dell’uguaglianza e della solidarietà siano oggi messi in pratica o piuttosto rinnegati da spinte populiste, demagogiche e discriminatorie che ne sanciscono la fine

Il 2 giugno è la festa di una repubblica che purtroppo ha visto la progressiva e tenace invasione di forze criminali che ne controllano il territorio, ne gestiscono le risorse economiche e talvolta dettano legge all’interno delle istituzioni.

Dobbiamo pensare a quanto rimane di quella Repubblica voluta dagli italiani con il referendum del 2 e 3 giugno 1946, allorché votarono per scegliere la forma istituzionale dello Stato dopo la fine del regime fascista a lungo appoggiato dalla famiglia regnante Aggiunge Mattarella "Le difficoltà si possono superare se c'è coesione" e che "Senza la partecipazione dei cittadini la democrazia inaridisce". E’ compito delle istituzioni concludo il Sindaco Gnesi- riappropriarsi dei principi della costituzione, è compito dei sindaci liberare le istituzioni dagli interessi illegittimi di collusi e corrotti, è dovere dei cittadini vigilare perché nessuno possa svendere per un voto il futuro dei nostri figli”.

GLI AUGURI DEL PRESIDENTE POMPEO NEL GIORNO DELLA REPUBBLICA

Desidero scambiare con tutti i cittadini della Provincia di Frosinone gli auguri per la Festa della nostra Repubblica.

Questa mattina, insieme al S.E. il Prefetto Emilia Zarrilli, ai Sindaci che numerosi hanno partecipato e ai parlamentari, ho assistito alle celebrazioni per questa data così importante per tutti noi. Ho ascoltato le parole che il Presidente della Repubblica ci ha inviato, parole che infondono fiducia. Sta a noi, rappresentanti delle istituzioni, ad ogni livello, rendere un senso concreto a quelle parole. Maturo ogni giorno di più, infatti, la convinzione di quanto un territorio coeso e consapevole delle proprie capacità e possibilità possa e debba ottenere, specialmente in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo. Colgo l’occasione per porgere i miei complimenti alla Prefettura di Frosinone per l’ottima organizzazione della cerimonia, impeccabile nella sua interezza e ricca di suggestione”. Lo ha affermato Antonio Pompeo, Presidente della Provincia di Frosinone

ROCCASECCA, ANNIBALE LONGO RICEVE L’ONORIFICENZA AL MERITO DELLA REPUBBLICA IN PREFETTURA

Roccasecca protagonista nella cerimonia delle onorificenze al merito della Repubblica che la Prefettura consegna ogni anno in occasione della festa del 2 giugno. Il luogotenente del Corpo della Guardia di Finanza, dott. Annibale Longo ha ricevuto l’ambito attestato dalle mani di S.E. il Prefetto Emilia Zarrilli, insieme al sindaco di Roccasecca Giovanni Giorgio.

“Una grande emozione – ha dichiarato il sindaco di Roccasecca – una bellissima cerimonia con la quale, ogni anno, grazie all’ottimo coordinamento della Prefettura, tutte le istituzioni si ritrovano per rendere omaggio alla Repubblica”

“Un festa, quella del 2 giugno – ha aggiunto il sindaco – che ci parla di libertà, nel ricordo di un’Italia che settant’anni fa usciva dalle macerie della guerra e ritornava a vivere e a respirare il profumo della scelta e dell’autodeterminazione, imboccando la via repubblicana e democratica. Libertà che significa affermazione dei diritti di ciascuno, responsabilità nei confronti degli altri, possibilità di realizzarsi nella vita, nel lavoro, negli affetti, nella costruzione del proprio io, individuale e sociale”.

“L’emozione è diventata festa – ha concluso Giovanni Giorgio – quando è stato premiato il nostro concittadino Annibale Longo. A lui, alla sua famiglia, sinceri complimenti da parte di tutta la comunità di Roccasecca per un riconoscimento meritato e dovuto alle sue qualità umane e professionali”.

2 GIUGNO: COESIONE SOCIALE E LEGALITA' PER CANCELLARE MALAFFARE E RIPARTIRE

-Sappiamo bene che la coesione sociale e la legalità sono i valori fondanti la nostra comunità e a cui dovremmo lavorare tutti con più intensità. Lo ha ricordato anche il Presidente della Repubblica Mattarella in questa giornata di Festa. Cosa possiamo fare per cancellare il malaffare e far ripartire il Paese senza cadere in feroci liti, spartizioni di potere o strumentalizzazioni di temi delicati?

In Regione abbiamo approvato una serie di provvedimenti come la Centrale Unica degli acquisti, il portale “Open Data”, il controllo dell’Autorità Nazionale Anticorruzione di Raffaele Cantone su ogni appalto regionale che hanno chiuso una stagione fatta di opacità e sprechi per aprirne una nuova in nome della trasparenza e della legalità.

Sul fronte della coesione sociale, con il “Pacchetto Famiglia” abbiamo investito 64 milioni di euro per contrastare la povertà, l’esclusione e le difficoltà legate alle disabilità. Stiamo favorendo l’accesso agli studi e allo sport ai ragazzi con famiglie disagiate. Apriamo 12 nuove case famiglia per disabili (e sosteniamo quelle esistenti) mentre con 12 milioni abbiamo avviato il Piano regionale contro la povertà con centri di accoglienza, mense e inserimento lavorativo.

Circa 50 milioni di euro andranno ai servizi all’infanzia come gli asili nido, per permettere ad ogni giovane coppia di poter avere un figlio senza dover rinunciare al lavoro.

Altro tassello è l’innovativo progetto “Staffetta Generazionale” che sta permettendo di trasmettere il “saper fare” tra generazioni: con un investimento totale di 3 milioni di euro chi è vicino alla pensione sarà incentivato a lasciare progressivamente il proprio posto di lavoro ad un giovane.

Questi sono solo alcuni esempi dell’impegno della Regione, ma la costruzione di un Paese migliore non passa solo da quanto bene spendiamo i soldi e da quali riforme mettiamo in campo. Serve l’impegno e la partecipazione di ogni cittadino perché , come ha ricordato il presidente Mattarella, le difficoltà possono essere superate solo se c’è senso di solidarietà, fiducia e affiatamento. Ora tocca a tutti dimostrare che questi sentimenti appartengono anche alla nostra comunità.

Queste le dichiarazioni di Daniela Bianchi, Consigliera Regionale del PD in occasione della Festa della Repubblica.

Il Prefetto ha consegnato una Medaglia d'Onore, concessa dal Capo dello Stato, ad cittadino della nostra provincia "deportato e internato nei lager nazisti". La particolare benemerenza è il riconoscimento delle sofferenze subite da tutti coloro che sono stati rinchiusi in campi di sterminio, durante la Seconda Guerra Mondiale. A ritirare la medaglia sono stati familiari del Sig. Desiderio Gallon.

Questi gli altri insigniti:

Grande Ufficiale Matrangeli Riccardo
Commendatore Sabatini Carmine
Ufficiale Celani Vincenzo
Ufficiale Colella Vincenzo
Ufficiale Gulia Luigi
Ufficiale Volpari Elio
Cavaliere Battaglini Gaetano
Cavaliere Ceglie Giuseppe
Cavaliere Conflitti Antonio
Cavaliere Gatta Giancarlo
Cavaliere Ianni Angelo Domenico
Cavaliere La Bella Antonella
Cavaliere Longo Annibale
Cavaliere Mastrilli Bruno
Cavaliere Nocella Romolo
Cavaliere Petricca Marcella Maria
Cavaliere Roscia Angela
Cavaliere Ruggiero Salvatore
Cavaliere Sbergo Pasquale
Cavaliere Scerrato Luca
Cavaliere Sperati Marco
Cavaliere Ticconi Enrico
Cavaliere Tomassi Nazareno
Cavaliere Valente Pasquale

LUCA SPAGNOLI PRECISA SU DESIDERIO GALLON

ritirare durante la cerimonia presso la Prefettura di Frosinone una medaglia d’onore conferita a mio nonno, Desiderio Gallon.

L’evento si è svolto in un clima di rispetto e commozione, io e la mia famiglia siamo stati felici di aver ricordato mio nonno in questo modo.

Ringrazio tutti i giornalisti che hanno condiviso la commemorazione riportando l’evento sulle testate locali e citando un riferimento a mio nonno Desiderio.

Ci tengo però a chiarire il senso di questo riconoscimento, che è stato erroneamente associato, in molti articoli, a una deportazione in “campi di sterminio”.

Questi campi venivano destinati alla crudele e sistematica eliminazione di bambini, uomini e donne appartenenti a una specifica religione, a una razza o “colpevoli” di essere omosessuali o disabili.

Il solo pensiero di ciò che hanno vissuto queste persone provoca in noi profonda commozione e tanta rabbia.

Diversa è la storia di mio nonno Desiderio Gallon e di centinaia di migliaia di militari italiani conosciuti come “Internati Militari Italiani”, nome dato dalle autorità tedesche ai soldati italiani catturati, rastrellati e deportati nei territori del Terzo Reich nei giorni immediatamente successivi all’armistizio dell'8 settembre 1943.

Questi uomini furono messi davanti a una scelta: continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o essere inviati in campi di detenzione e lavoro forzato in Germania.

Solo una piccola parte decise di affiancare i tedeschi. A quelli che rifiutarono, creando una resistenza silenziosa, non fu riconosciuto lo stato di “prigionieri di guerra” (né le conseguenti garanzie della Convenzione di Ginevra) e vennero successivamente internati e costretti a pesanti lavori forzati.

Ma nonostante il freddo, le privazioni, la fame, la paura e i compagni morti non vollero mai diventare “nazisti”.

Sono italiani che hanno combattuto una guerra e subìto un internamento, e i sopravvissuti, una volta tornati a casa hanno lavorato sodo alla ricostruzione dell’Italia Repubblicana.

Mio nonno fortunatamente è stato tra questi, è poi deceduto nel 1992. Gli IMI sono italiani che la storia aveva quasi dimenticato e che dopo molti anni l’Italia ha deciso di ricordare anche loro assegnando un riconoscimento morale a tutti i deportati in lager tedeschi destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra e ai quali è stato negato lo status di prigionieri di guerra. Ci tenevo a chiarire quanto suddetto. Cordiali saluti, Luca Spagnoli Servizio (foto e testo Giancarlo Flavi), Video Filippo Rondinara.

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