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Labico, approvate in consiglio a maggioranza le variazioni al piano di rientro del debito dopo i rilievi del Ministero degli Interni

Con una nota di alcuni giorni fa il Ministero dell’Interno-dipartimento per gli affari interni e territoriali direzione centrale della finanza locale ha formulato alcune osservazioni e rilievi che hanno reso necessario riportare il

Con una nota di alcuni giorni fa il Ministero dell’Interno-dipartimento per gli affari interni e territoriali direzione centrale della finanza locale ha formulato alcune osservazioni e rilievi che hanno reso necessario riportare il piano di riequilibrio in Consiglio Comunale per introdurre nel medesimo alcune necessarie modifiche. Il consiglio si è svolto oggi ed il piano è stato riapprovato a maggioranza dopo l’abbandono dell’aula da parte del consigliere Maurizio Spezzano (Nello Tulli era assente per motivi di salute).

Tra le modifiche attuate vi è quella della nuova decorrenza del piano partendo all’esercizio finanziario 2014. Si è provveduto anche a rideterminare la consistenza della massa passiva e dei debiti fuori bilancio in € 3.584.343,78 per la parte corrente ed € 185.565,38 per quella in conto capitale, previa decurtazione di una parte dell’originario importo fatturato, determinata dalla certezza degli atti di impegno unilaterali assunti da alcune ditte ed allegati al piano.

Ora il Ministero potrà continuare l’iter ed inviare il tutto alla Corte dei Conti che entro 60 giorni dovrà esprimere il parere di fattibilità. Una volta arrivato questo in consiglio potranno essere approvati i debiti fuori bilancio.

A chiudere la seduta dopo la spiegazione tecnica dell’assessore al Bilancio Scaccia le parole del Sindaco Alfredo Galli. “Le conclusioni cui si è pervenuti in occasione dell’approvazione del precedente piano non sono smentite dal nuovo documento oggi proposto al consiglio e viene confermata l’opportunità di avvalersi di questo strumento normativo per consentire al Comune di gestire le conseguenze di una situazione emergenziale che non è stata causata dall’Amministrazione in carica, che è stata gestita da questa maggioranza attraverso mille difficoltà ed ostacoli di tutti i generi. Difficoltà e ostacoli che non hanno tuttavia impedito alla Giunta Comunale e alla maggioranza consiliare di assumere e proporre le scelte ritenute più giuste ed idonee al fine di uscire da tale situazione con il minor aggravio per la Popolazione locale. Si ritiene infatti che il contenuto sacrificio richiesto ai cittadini sia il minimo che si potesse pretendere e le misure inserite nel piano consentano di gestire i bilanci dell’Ente con ampio respiro per tutta la durata del piano pluriennale. Va inoltre ribadito che i debiti finanziati con il piano dovranno subire una riduzione in sede di riconoscimento dei medesimi; il che comporterà l’adozione di ulteriori misure finalizzate a rideterminare il peso finanziario di questa operazione, potendo comportare sia una riduzione della durata del piano, sia una diminuzione della massa passiva, consentendo in tal modo che la politica di contenimento della spesa e di maggiore controllo sulle entrate che deve necessariamente caratterizzare la gestione finanziaria dell’Ente possa essere accompagnata da una maggiore disponibilità di risorse per la gestione dei servizi resi alla popolazione e, se possibile, anche da una riduzione dell’imposizione tributaria e contributiva, soprattutto se attraverso azioni puntuali, mirate e rigorose, si riuscirà a combattere più efficacemente il fenomeno dell’evasione fiscale. D’altra parte, la scelta di non avvalersi del Fondo di Rotazione dimostra che l’Ente può farcela con le proprie forze senza dover vincolare ulteriormente le scelte future di bilancio, nell’ottica di una politica che ha voluto scegliere la strada forse più lunga ma sicuramente meno gravosa per la Popolazione.

Lo sforzo dell’Amministrazione è stato tutto proteso ad evitare le più gravi conseguenze che sarebbero derivate da una eventuale dichiarazione di dissesto finanziario con conseguente gestione commissariale; su questo punto è bene chiarire, anche per dovere di informazione verso i cittadini, che la gestione del Commissario straordinario non avrebbe significato lo scioglimento del consiglio comunale ovvero “mandare a casa questa Amministrazione” ma una gestione parallela a quella della Politica, con notevoli vincoli all’espletamento dell’attività amministrativa ed istituzionale.

Per quanto riguarda la situazione specifica del comune di Labico, tenuto conto della situazione obiettiva e delle misure adottate dall’ente, non si comprende perché si dovrebbe pervenire alla dichiarazione di dissesto finanziario. La maggioranza, consapevole che il Paese non meriti una tale situazione, nel rispetto dei cittadini, si è mossa per trovare le soluzioni alternative, dimostratesi concrete e percorribili, perché il dissesto rappresenterebbe un vero e proprio schiaffo al Paese e un vincolo notevole alla sua crescita.

Chi brama il dissesto non fa l’interesse dei cittadini e non vuole lo sviluppo di Labico; chi auspica il dissesto e la mancata approvazione del Piano di riequilibrio da parte degli Organi di controllo competenti, desidera che ciò avvenga unicamente per creare problemi all’amministrazione in carica, mostrando, ancora una volta, la sua vera identità ed i suoi veri fini.

Chi ritiene sia meglio il dissesto finanziario che il ricorso alla procedura di riequilibrio pluriennale lo deve dimostrare e a parere di questa Amministrazione non sa quello che dice, anche perché attraverso il Piano l’amministrazione ha dato il via ad una serie di misure correttive per la riduzione delle spese e l’aumento delle entrate dell’Ente finalizzate a mantenere i necessari equilibri di bilancio nell’intero decennio, dimostrando che non vi è alcuna necessità di ricorrere al dissesto finanziario. Per chiarezza di informazione nei confronti dei cittadini e per evitare strumentalizzazioni politiche si deve inoltre precisare che durante il periodo di durata del piano la normativa non prevede in alcun modo il conseguente aumento automatico al massimo delle aliquote o tariffe dei tributi locali bensì una possibilità offerta all’Ente in deroga alla legislazione vigente; in caso di dissesto invece molti aumenti sono automatici ed altri dipendono anche dalle decisioni prese dai Commissari. Va inoltre chiarito che, in ogni caso, l’eventuale dichiarazione di dissesto non comporta che alla fine di questo mandato la prossima amministrazione possa ripartire da zero in quanto la totalità dei debiti esistenti dovrebbero essere pagati comunque dall’Ente e qualora, al termine del quinquennio non fosse stato completato il piano di risanamento, sarebbe necessario accantonare in bilancio tutte le somme occorrenti a pagare i debiti residui come spesa straordinaria da prevedere nell’arco dei successivi esercizi finanziari; di fatto, la durata del dissesto finanziario è dettata dai tempi operativi di risanamento del bilancio comunale e non da vincoli temporali predeterminati.

In conclusione si evidenzia ancora che, attraverso l’adozione del piano pluriennale di riequilibrio finanziario decennale, il comune di Labico mette in atto, senza alcun obbligo, una serie di misure di riequilibrio del bilancio comunale come: il potenziamento delle iniziative per l’accertamento dell’evasione tributaria, la riduzione delle spese per prestazioni di servizi mediante la rinegoziazione dei contratti in essere e la rateizzazione delle obbligazioni già assunte, la eventuale definizione transattiva del contenzioso in essere, il contenimento delle spese di personale, l’utilizzo di entrate di carattere straordinario attraverso la alienazione del patrimonio comunale.

In sintesi, con questa manovra la pressione fiscale sui cittadini risulta sicuramente meno pesante di quella che deriverebbe dalla dichiarazione di disseto e dalla gestione commissariale. Non si può pertanto condividere la posizione di chi ritiene che il risanamento del Comune debba passare attraverso la dichiarazione del dissesto”.

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