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Monterotondo, addio a Euro Perrone, il ricordo dei figli

È difficile racchiudere in poche parole la personalità dirompente di Euro Perrone. “Non si poteva non volergli bene” raccontano i figli, e la testimonianza è stata la gran quantità di persone accorse per l’ultimo saluto, giovedì 12 marzo, presso...

È difficile racchiudere in poche parole la personalità dirompente di Euro Perrone. “Non si poteva non volergli bene” raccontano i figli, e la testimonianza è stata la gran quantità di persone accorse per l’ultimo saluto, giovedì 12 marzo, presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie, a Monterotondo e al cimitero nuovo, dove riposa.

Venuto a mancare mercoledì 11 marzo, presso l’ospedale di Subiaco, dove era ricoverato per un’infezione ai polmoni. Con Euro se n’è andato un altro pezzetto di Monterotondo.

Nato il 1 Aprile 1945, è cresciuto in via Oberdan, insieme al papà, militare, di origini pugliesi e alla mamma, eretina doc.

Dal carattere esuberante, non si sentiva tagliato per la carriera militare, così, dopo aver terminato gli studi da ragioniere e aver trascorso tre anni a Marina di Ravenna, è tornato nella sua amata Monterotondo, dove ha conosciuto la moglie Maria Vittoria De Santis. Dopo cinque anni di fidanzamento, nel ’72 le nozze e un anno dopo il primo figlio Luigi. La secondogenita, Francesca, è arrivata nel ’76 e poi, dopo sette anni, è nata anche la terza e ultima figlia, Sara. “La musica, in particolare quella leggera, è stata una delle più grandi passioni di papà” raccontano i figli “tanto che quando nacque Sara, ci faceva ascoltare innumerevoli volte la canzone di Venditti”. Grande appassionato di musica, Euro ha lavorato per diversi anni in Radio Onda Sabina, emittente radio di Monterotondo, dove faceva lo speaker. Tanti i monterotondesi che sui social l’hanno ricordato così, rivivendo le domeniche mattina in compagnia della sua voce e della sua solarità. Impiegato presso Alitalia, Euro si alzava presto per andare a lavoro con i mezzi pubblici. La sera tardi, al ritorno, pur essendo stanco, portava sempre una ventata di allegria in casa: “Anche quando doveva sgridarci per qualcosa, da bambini, faceva fatica a non sorridere, infatti, appena mamma si allontanava, ci regalava le bustine delle figurine” ricordano commossi Luigi, Francesca e Sara. “Un’altra sfaccettatura del suo carattere era l’altruismo, oltre all’impulsività: “Quando lavorava in Alitalia, partiva con un suo collega, senza troppo preavviso, per portare, con l’aereo i viveri nei luoghi dove c’era bisogno” spiegano. Una persona molto attiva sul territorio e impegnata in ogni contesto: “Era come il prezzemolo”. Per molti anni ha fatto parte del Direttivo della Pro Loco: nella realizzazione delle feste, da quella del Tulipano, al Carnevale, alle gare con i Go-Kart, alla Tombola, alla Ciummacata, al Palio dei Rioni, era instancabile. Confratello Onorario della Pia Unione, viveva con estrema devozione la festa di Sant’Antonio Abate:

“A 8 anni mi portò con lui a fare la prima torciata” spiega Luigi. Viveva con profondità la fede in Dio, fino all’ultimo, poco tempo prima di ammalarsi, ha fatto parte del coro della chiesa di Santa Maria delle Grazie.

L’altra sua grande passione, oltre alla musica, era il calcio. Juventino sfegatato, faceva parte del Club della Juventus, che non esitava a seguire anche in trasferta, portando con sé il figlio Luigi. Segretario del Monterotondo Calcio, dall’82 al 2011, sostenne con grande spirito la società, trasmettendo questa passione sia al figlio Luigi, sia ai nipotini.

Era inarrestabile Euro. Quando a 45 anni ebbe un aneurisma, nonostante una lunga convalescenza, ne uscì indenne. Il suo amore per la vita e il suo spirito propositivo, oltre alla fede, come raccontano i figli, furono fondamentali anche nel momento in cui, nel 2011, fu colpito da un ictus, che lo costrinse a fermarsi, a seguito della paralisi della parte sinistra del corpo. La sua mente, però, era inarrestabile, tanto che fu il primo ad avere l’intuizione di creare su facebook il primo gruppo riguardante le tradizioni di Monterotondo, insieme agli amici che gli sono stati vicini fino alla fine, Alvaro Fiocchetta e Mario Scatena: “Quilli che so’ de Montretunnu e quilli che ce so’ venuti”. “Amava così tanto questo paese, guai a chi glielo toccava” raccontano Luigi, Francesca e Sara all’unisono “forse proprio perché aveva lavorato tanto per le tradizioni del luogo, che teneva molto fossero tramandate, a cominciare da noi figli, che eravamo abituati a sentirlo parlare il dialetto dentro casa”.

Nonno di tre nipotini, il quarto in arrivo, Euro è stato un esempio di vita, per loro, come per i figli: “I più grandi insegnamenti, che ci ha tramandato sono l’altruismo e il fatto di non portare rancore, ma soprattutto il suo forte attaccamento al valore della famiglia. L’amore e il rispetto per la donna che ha sempre amato, nostra madre, tuttora il pilastro di casa. Innamorato della vita l’ha vissuta intensamente, fino alla fine, come un guerriero”.

Marta Rossi

Alcune foto della vita di Euro, gentilmente forniteci dalla famiglia:

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