Monterotondo, l'amministrazione dice NO alla chiusura del Gonfalone
Secco e indignato altolà alla Regione dall’Amministrazione comunale di Monterotondo. L’indiscrezione, ripresa questa mattina da alcuni organi di stampa, secondo la quale la Giunta Zingaretti sarebbe orientata a riproporre la
Secco e indignato altolà alla Regione dall?Amministrazione comunale di Monterotondo. L?indiscrezione, ripresa questa mattina da alcuni organi di stampa, secondo la quale la Giunta Zingaretti sarebbe orientata a riproporre la chiusura del SS Gonfalone nel Piano sanitario per il rientro del deficit sottoposto al Ministero della Salute e al Mef, riceve immediatamente una ferma reazione e l?avvertimento: la mobilitazione per salvare l?ospedale riprenderà più intensa di prima.
«Se questa indiscrezione dovesse rivelarsi una notizia fondata ? afferma il sindaco Mauro Alessandri ? la Giunta Zingaretti sappia fin d?ora che dovrà confrontarsi con una mobilitazione, istituzionale, politica e popolare, ancora più imponente e determinata di quella già levatasi nei confronti del decreto 80 e dell?amministrazione Polverini. La profonda delusione che viviamo in questo momento sarebbe un?ulteriore stimolo a intensificare quella determinazione alla lotta comunque mai venuta meno in questi anni».
Il sindaco lancia un appello ai candidati sindaci e alle forze, politiche e civiche, che sostengono le loro candidature affinché, su questa questione di scottante priorità cittadina, vengano superate le legittime logiche di schieramento amplificate dalla campagna elettorale e siano attivate sinergie comuni in vista di una possibile ripresa della mobilitazione.
«Lo abbiamo detto quando governava la Polverini e lo ribadiamo ora con Zingaretti ? continua il sindaco - il SS Gonfalone è un bene prioritario per la città e per tutto il territorio che al nostro nosocomio si rivolge soprattutto in caso d?emergenza. Dalla nostra abbiamo dati tecnici incontrovertibili, considerazioni inoppugnabili e la forza della ragionevolezza. La salute, anzi la vita delle persone, non può essere sacrificata sull?altare di logiche economico-finanziarie, tanto più se queste poggiano su quegli stessi errori macroscopici e sulle medesime analisi, confuse, incomplete e miopi, che hanno caratterizzato il decreto 80. Attendiamo comunque da parte dell?Amministrazione
rispetto alle intenzioni sul futuro del nostro ospedale».