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Paliano, è Morto Bartolo Ciccardini per due volte   Consigliere Comunale per la DC in città con Augusto Pede

Bartolo Ciccardini l’11 Giugno 2014 ha concluso serenamente la sua esistenza terrena, in compagnia dei suoi amici.

Bartolo Ciccardini l’11 Giugno 2014 ha concluso serenamente la sua esistenza terrena, in compagnia dei suoi amici.

Noi che gli abbiamo voluto bene lo affidiamo alla misericordia del Padre e lo ricordiamo con affetto e rimpianto, soprattutto le epiche battaglie che ha svolto a Paliano, come consigliere Comunale, dove sembrava di voler battere il PCI. Però, era riuscito nel suo intento, anche perché allora il Sindaco veniva eletto nel Consiglio Comunale dai Consiglieri Comunali eletti.

Una grossa parte del PCI voleva farlo diventare sindaco di Paliano, ( ricordo alcuni passi del vecchio Suppi che si batteva tanto perché si rendeva conto che Paliano non stava crescendo) ma la maggioranza non aveva voluto. Sicuramente avrebbe cambiato il volto della città con le sue idee innovative di allora. Ma il PCI di una volta ha sempre sbagliato politica. Quando andava di moda l’Agricoltura, il PCI sceglieva l’Industria. Quando andava di moda l’Industria il PCI sceglieva l’agricoltura. Sta di fatto che Paliano, si trova com’è perche prima non ha voluto mai cambiare, ha sempre vissuto alla giornata ed ha fatto quello che ha potuto fare, molto poco per una città come Paliano, che invece dovrebbe avere ambizioni diverse.

Un paese che deve guardare al futuro, invece, anche oggi è tornato indietro, perché ha restituito al partito senza un’idea chiara di sviluppo l’Amministrazione Comunale a persone del PD-SEL, anche se giovani e volenterosi, non abbiamo letto nei loro programmi un rigo di sviluppo. Il loro chiodo fisso è l’ambiente e il lavoro. Facile da dire, ma molto difficile da attuare.

Comunque Ciccardini a Paliano, fortemente voluto dal Dott. Augusto Pede, ha avuto come spalla l’on. Nevol Quarci ( PSI) Silvio Albanesi ( la prima volta di un socialista nel governo locale) e come sindaco Ignazio Mazzoli, allora segretario del PCI di Frosinone e in Consiglio Comunale si assisteva davvero ad epiche battaglie e Ciccardini, pur nominato sottosegretario in diversi governi non è mai mancato ai Consigli Comunali Paliano.

Noi affidiamo all’On. Silvia Costa, figliola politica prediletta dell’ In. Ciccardini che ha scritto per Europa “ La prima immagine che ho di Bartolo Ciccardini è di lui, poco più che quarantenne, nella sede della Discussione di cui da poco era stato nominato direttore, insieme ad un gruppo di neo laureati e giovani universitari, tra cui Filippo Landi, ora corrispondente da Gerusalemme della Rai, Laura Teodori, o scout come Gigi Mastrobuono, o Alfonso Dall’Erario. Ciccardini li aveva riuniti insieme ad Antonio Bruni, giornalista e programmista della Rai, per dar vita ad una esperienza di formazione politica di giovani che, come me, avevano interesse alla cultura e alla storia dei cattolici democratici ma in una modalità libera e autogestita.

Mi affascinava la sua cultura storica e politica, la sua capacità di comunicare passione per le radici del pensiero e della azione sturziana, l’antifascismo dei “ribelli per amore”, il codice di Camaldoli, i giovani costituenti, la ricostruzione e il riformismo degasperiano, la grande idea della Europa unita fino alla fatica e alle sfide di quegli anni. Eravamo nel ‘75, con la crisi della Democrazia Cristiana dopo l’onda lunga del Sessantotto, l’anno delle Giunte rosse nelle Regioni, del commissariamento del Movimento giovanile, della crisi del collateralismo cattolico, che avrebbe portato alla nascita della Lega democratica di Scoppola, Lipari, Gaiotti, Ardigò e altri intellettuali cattolici, critici verso la Democrazia cristiana e nel ‘76 al rinnovamento guidato da Moro con Zaccagnini segretario.

E così Fanfani, eletto da poco segretario, aveva nominato direttore della Discussione, il settimanale fondato da De Gasperi, Bartolo Ciccardini, giovane parlamentare marchigiano ma romano d’adozione, grande comunicatore con esperienza televisiva in Rai, vivace e aperto, totalmente fuori dal soffocante gioco romano correntizio e di potere (che mai mi avrebbe attratta) e collegato con giovani professionisti, uomini di cultura e giornalisti Rai che cominciarono ad affiancarci negli incontro di piazza Sant’Ignazio: da Ludovico Incisa di Camerana a Paolo Valmarana, da Nuccio Fava a Luciano Scaffa, da Giorgio Cazzella a Carlo Fuscagni.

E così nasce l’idea di un giornalino autogestito, supplemento della Discussione, che si chiamoNoi giovani idee, di cui fui la prima “direttore”. È proprio attraverso questa esperienza giornalistica che entrai in contatto con il Movimento femminile Dc e con donne del calibro di Tina Anselmi, Franca Falcucci, Valeria Bernardini, Paola Gaiotti, Rosa Jervolino, Luisa Cassanmagnago.

Devo a Bartolo e alla sua apertura, curiosità e onestà intellettuale, amore per il confronto delle idee, alla sua pulizia morale e soprattutto alla idea nobile e alta che mi ha trasmesso della politica se poi decisi di impegnarmi in prima persona quando Franca Falcucci mi propose di impegnarmi come incaricata per le giovani nel Mf e più tardi come candidata alle elezioni comunali a Roma.

Ma Bartolo Ciccardini e stato anche un grande innovatore nelle successive stagioni politiche. Penso alla prima Festa dell’amicizia della Dc a Palmanova nel ‘76, da lui voluta e progettata, penso alla sua proposta per l’elezione diretta del sindaco, una delle riforme più positive ed efficaci. Ma penso anche alla sua lunga battaglia per rinnovare modi e contenuti della politica condotta con Gerardo Bianco, Roberto Mazzotta e Mario Segni, che poi porterà alle riforme elettorali degli anni Novanta. E accanto a questa vivacità politica, durata fino ad oggi, penso alla sua militanza nelle Acli e al suo impegno nella associazione da lui fondata, Ciao Italia, che valorizzava e coinvolgeva ristoratori e operatori italiani nel mondo.

Da giovane ottantenne, fiero antiberlusconiano, ha compreso a fondo le ragioni della nascita del Ppi e poi dell’Ulivo, fino alla nascita del Partito democratico, e continuava con i suoi scritti a tener viva la cultura politica riformista di ispirazione cristiana.

Siamo in tanti a sentirci debitori verso Bartolo e ad essere addolorati per la sua scomparsa. E voglio dirgli grazie dal più profondo del cuore, con il rimpianti di non essere riuscita in questi ultimi anni, dopo il suo ottantesimo compleanno, a rivederlo”. Ha scritto Silvia Costa sull’Europa

G.Flavi

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