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Paliano, quando i templari erano in città (seconda e ultima parte)

segue dal precedente articolo La Militia Templi, stando ad altri documenti, possedeva a Paliano la chiesa di Sant'Ippolito, sita extra moenia, ed appartenente alla Diocesi di Palestrina.

segue dal precedente articolo La Militia Templi, stando ad altri documenti, possedeva a Paliano la chiesa di Sant'Ippolito, sita extra moenia, ed appartenente alla Diocesi di Palestrina. Anche se, almeno allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile stabilire né da quanto tempo né in quali circostanze i templari ne fossero entrati in possesso, la Chiesa di Sant'Ippolito , della quale ormai non rimane nulla, venne ceduta, con tutti i beni ad essa pertinenti (tra i quali il mulino di Vallerano, ed il castello di Val Ranieri, sempre in territorio di Paliano), dall'ultimo Gran Maestro dell'Ordine templare Jacques de Molay a Bonifacio VIII, probabilmente nei primi mesi del 1295 . Come testimoniano alcuni documenti, Jacques de Molay si trovava presso la curia pontificia all'epoca della rinuncia di Celestino V e della successiva elezione di Bonifacio VIII, nel dicembre 1294; protrasse poi la sua permanenza in Italia fino alla metà dell'anno seguente. Nel 1296 la chiesa di S. Ippolito, con tutti i suoi beni pertinenti, risulta affidata da Papa Caetani in custodia a Landisio, converso dell'Abbazia cistercense di Valvisciolo presso Sermoneta .

Il castrum di Val Ranieri, anch'esso privo di resti materiali, appare oggi come un toponimo (Valle Varaneri) del territorio palianese; probabilmente era ubicato poco più a sud di Zancati , non molto distante dalla Via Latina/Casilina, che conduceva verso i porti pugliesi per l'imbarco in Terra Santa, percorso alternativo alla Via Appia che si impaludava attraversando L'Agro Pontino. Il 9 marzo 1300 era stato concesso da Bonifacio VIII in feudo ai milites di Paliano Gerardo di Giovanni Picalotti ed a Stefano dicto Picalotto. Nel 1323, alla morte dei due sudditi investiti, e per mancanza di successori legittimi, fu dato da Giovanni XXII al Vescovo di Palestrina. In seguito, a rinunzia del Vescovo il papa ne fece prendere possesso a nome della S. Sede pochi mesi dopo, e nel 1334 ne infeudò Paolo Conti e successori. L'infeudazione fu confermata da Clemente VI nel 1344 e da Urbano V nel 1365. Poi cessa menzione del luogo fattosi diruto .

Il mulino di Vallerano, da non confondersi con la mola dei Piscoli, era ubicato lungo il fosso omonimo affluente del fiume Sacco; il 31 gennaio 1304 risulta concesso in affitto da Benedetto XI dietro corresponsione di 20 fiorini d'oro annui.

Tornando alle proprietà dell'Ordine templare, quelle relative a S. Ippolito in territorio di Paliano, sono le ultime tracce della loro presenza insediativa nel Lazio meridionale.

Con bolla del 20 luglio 1296, Papa Bonifacio VIII aveva donato a sua volta ai Templari una casa con orto e terreni nella città di Anagni, motivando tale concessione con il fatto che l'Ordine non avesse più alcun possedimento nella Campagna e nella Marittima .

Pure quest'ultimo presidio in Anagni non ebbe però una lunga storia e di li a poco venne lasciato, forse in conseguenza della strenua resistenza che il 7 settembre 1303 i cubicularii templari e ospitalieri opposero agli armati di Sciarra Colonna e di Guglielmo di Nogaret penetrati nella residenza papale per catturare Bonifacio VIII, episodio tradizionalmente conosciuto come “lo schiaffo di Anagni”.

Le inquisizioni pontificie del luglio 1310 confermeranno la completa assenza di fondazioni dell'Ordine del Tempio nei territori delle diocesi a sud di Roma. Ma in quei giorni l'epopea templare – e non solo nel Lazio meridionale – era ormai prossima alla fine.

In Francia Filippo IV il Bello, accampando presunti crimini blasfemi, e ottenuta da Clemente V la soppressione dell’Ordine templare, fece istituire, fra il 1307 e il 1314, un grande processo, facendo arrestare il Gran Maestro Jacques de Molay con tutti i cavalieri, condannati poi ad atroci torture e al rogo. Nelle altre parti d’Europa la repressione non fu altrettanto energica: in Inghilterra furono confiscati i loro beni, in Spagna i Templari furono assimilati ai cavalieri di Calatrava, in Portogallo si trasformarono nei Cavalieri di Gesù Cristo. (Achille Pacciani)

note:

In una memoria compilata dal cardinale Pietro Colonna nel 1306, riguardante gli atti del processo istruito contro Bonifacio VIII presso la Corte di Francia, tra il 1303 ed il 1312, si fa cenno alla proprietà che i Templari avevano ceduto al Papa: «... in Campania iuxta Pallianum ecclesiam Sancti Hippolyti...»

“Boniface VIII en procès. Articles d'accusation et dépositions des témoins (1303-1311)”, Roma 1995 (Studi e documenti d'archivio, 5), p.343 (H174).

Les registres de Boniface VIII”, vol. II. col.643 n.3479.

Ibidem. IV, p.13, n.5440.

Il Silvestrelli in “Le Chiese e i Feudi dell'Ordine Templare...”pp. 504-505, lo colloca genericamente fra Anagni e Valmontone.

Ibidem,.

Les registres de Benoit XI”, ed. C. Grandejan, Paris 1905, col.240, doc. n.325.

Les registres de Boniface VIII”, cit., I, p.411 n.1153.

Bibliografia:

C.Ciammaruconi (a cura di), L'Ordine Templare nel Lazio Meridionale, Edizioni Casamari 2003.

  1. Capone-L. Imperio-E.Valentini, Italia Templare, Guida agli insediamenti dell'Ordine del Tempio in Italia
  2. Ed. Mediterranee 2011.

  1. Guzzo (a cura), I Templari nell'Italia centro-meridionale. Storia ed architettura. Ed. Penne&Papiri, Tuscania 2008.

  1. Silvestrelli, Città, Castelli e Terre della Regione Romana, Ristampa anastatica della 2^ edizione, Roma 1940, a cura di Bonsignore Editore, Roma 1993.

  1. Silvestrelli, Le Chiese e i Feudi dell'Ordine Templare e dell'Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme nella Regione Romana, Tip. della Reale Accademia dei Lincei, Roma 1917.

  1. Valentini, I Templari nel Frusinate: nuovi documenti ed ipotesi, in “Atti del XVII Convegno di Ricerche Templari, a cura della L.A.R.T.I. (Abbazia di Chiaravalle Milanese, 11-12 settembre 1999), Latina 2000. Achille Pacciani

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