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Pastena, rispetto e riconoscenza per la gente comune

Il due novembre è diventato per l’amministrazione una giornata dedicata al ricordo di tutti i cittadini che hanno contribuito allo sviluppo e alla crescita del nostro paese.

Il due novembre è diventato per l’amministrazione una giornata dedicata al ricordo di tutti i cittadini che hanno contribuito allo sviluppo e alla crescita del nostro paese.

La presenza al cimitero assume un alto valore simbolico, di vicinanza e di gratitudine per coloro che hanno assistito ai mutamenti sociali e al lento evolvere degli eventi con il fatale progredire delle stagioni e l’avvicendamento inesorabile delle generazioni .

Una giornata che va oltre il ricordo circoscritto agli affetti familiari, ai legami di amicizia individuali, al dolore intimo e privato, una giornata che va oltre la preghiera e la sofferenza perché esprime gratitudine e rispetto per quella folla sterminata di uomini e donne che hanno costruito la storia e la civiltà del nostro paese.

Dopo aver partecipato con la fascia tricolore e il gonfalone alla celebrazione della messa nella cappella del cimitero ho tentato con la mente di far riaffiorare i sorrisi, i volti e le parole di tutti coloro che ormai, per una regola ferrea della natura, non sono più presenti tra di noi.

Ho immaginato il cimitero come un qualcosa in più di un semplice luogo sacro e non solo un triste deposito di bare ma come una immensa biblioteca vivente, dove si intrecciano e tornano alla luce le storie di tante persone i cui nomi si perdono nel tempo e le cui immagini sono la prova certa di un tempo ormai alle spalle.

Una moltitudine di gente che negli anni passati ha percorso le strade, rimirato le piazze e respirato l’aria che oggi appartengono alla nostra vita e che quasi torna a far sentire la propria voce.

La percezione di questo forte legame con il passato e la riconoscenza per quello che ognuno è riuscito a fare per il paese è alla base della presenza formale del sindaco al cimitero che poi esplicita questo sentimento rendendo omaggio alle tombe dei sindaci che negli anni passati hanno amministrato il paese.

Un modo per rimarcare il limite della vita, sottolineare la caducità degli anni e la limitatezza dell’esperienza umana che ben può essere utile a tutti per avere maggiore rispetto per la società e per l’ambiente e soprattutto per non essere sopraffatti dal desiderio di onnipotenza che mortifica il dialogo e uccide la concordia tra i popoli.

Un modo per ricordare tutti, uomini nobili e poveri cristi, dotti e analfabeti, ricchi e poveri, artisti e contadini, uomini e donne, sia le persone graziate dal cielo e sia quelle castigate dal destino.

Penso sia giusto per un amministratore ricordare a tutti che la storia di un popolo è fatta dalle gesta quotidiane, talvolta anonime e insignificanti, di coloro che senza vanità o presunzione hanno percorso in silenzio il loro tempo, facendo solo e semplicemente il proprio dovere.

Abbiamo ereditato la loro storia e custodiamo le stesse tradizioni e per questo motivo non bisogna dimenticare di dire loro grazie.

dott. Arturo Gnesi

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