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Patrica, Il Comune  chiede all'Arpa e alla Asl controlli sulle antenne per la telefonia cellulare

Le continue proteste dei cittadini e le segnalazioni di disturbi nella ricezione dei segnali radiotelevisivi hanno indotto l’amministrazione comunale di Patrica  ad assumere una netta e decisa posizione contro l’impianto  per la telefonia...

Le continue proteste dei cittadini e le segnalazioni di disturbi nella ricezione dei segnali radiotelevisivi hanno indotto l’amministrazione comunale di Patrica ad assumere una netta e decisa posizione contro l’impianto per la telefonia cellulare della Vodafone Omnitel.

Così, il sindaco Denise Caprara e il Presidente del Consiglio Comunale Stefano Belli hanno scritto all’Arpa Lazio, alla Asl, al Ministero per lo Sviluppo Economico nonché alle autorità locali come il presidente della Regione e il Prefetto. La stessa segnalazione, infine, è stata trasmessa alla Procura della Repubblica.

Con la nota, l’amministrazione comunale chiede una verifica urgente “per presunto inquinamento da radiazioni elettromagnetiche” della stazione per la telefonia cellulare, posizionata in via Passeggiata Kennedy, n.1.

In verità l’amministrazione comunale ha già attivato l’iter giudiziario per evitare l’installazione dell’antenna (un traliccio di 6 metri) della società Vodafone sul tetto di una abitazione privata. “Ma nulla si è potuto – scrive l’amministrazione comunale – innanzi alla giustizia amministrativa”.

“Il problema è di buon senso – spiegano Caprara e Belli – L’antenna si trova in una zona densamente popolata. Basta spostarla in altra zona del Paese lontana dalle abitazioni, per esempio verso il Cimitero. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a trovare soluzioni alternative. Ma se il traliccio si trova a ridosso delle case non possiamo non dar ragione ai cittadini”.

Nelle immediate vicinanze dell’impianto è presente, tra l’altro, anche la scuola elementare e media Capoluogo e (osservano gli amministratori) tale circostanza potrebbe incidere sulla popolazione infantile “particolarmente a rischio”.

Recenti studi scientifici – spiegano gli amministratori – “hanno dimostrato che l’esposizione a lungo termine provoca danni alle cellule, causando nell’uomo un significativo aumento dei casi di tumore, con un rischio sette volte maggiore rispetto ad una popolazione non esposta a tali onde; benché i ricercatori siano concordi nell’affermare che sono stati necessari studi a lungo termine, condotti nell’arco di alcuni anni, per poter ottenere risultati definitivi in materia”.

Ma non è tutto, perché negli ultimi tempi la popolazione ha anche lamentato gravi disturbi nella ricezione del segnale radiotelevisivo “verosimilmente – spiegano dal Comune – derivante dall’innalzamento del livello di trasmissione del segnale da parte della società che gestisce il servizio di telefonia”.

Dunque, poiché il problema dell’elettromagnetismo è legato ad un ipotetico inquinamento “invisibile” e “inodore” l’amministrazione comunale chiede la massima attenzione. Tra l’altro lo stesso Parlamento Europeo, a seguito dell’esame e della discussione di un rapporto contenente un’ampia rassegna degli studi e dei risultati sugli effetti biologici e sanitari delle radiazioni, ha approvato da molti anni una risoluzione con cui si chiede alla Commissione di presentare misure, norme e regolamenti da adottarsi prendendo a riferimento “il principio di precauzione” , in base al quale “in caso di dubbio è preferibile evitare rischi”.

“Certo – proseguono Caprara e Belli – anche noi usiamo il cellulare poiché, come tutti, siamo consumatori di tecnologia. Ma proprio per questo siamo disposti a trovare soluzioni alternative allo scopo di salvaguardare, prima di tutto, la salute e il bene di tutti”.

Ecco perché l’amministrazione ha chiesto all’Arpa e alla Asl una verifica ed un monitoraggio tecnico, al fine di accertare che il livello di trasmissione della potenza del segnale rientri nei limiti di legge.

Infine Caprara e Belli lanciano un appello a tutti i consiglieri (in particolare a quelli di minoranza) per sostenere questa causa, “perché difensori dell’ambiente e del bene comune lo si è con i fatti, e non solo con le parole”.

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