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Cave, con la partecipazione di Mons Georg Gänswein si è svolta la festa della Madonna del Campo

E’ stata quest’anno per la Madonna del Campo, ( la cui chiesa è stata più volte ristrutturata da Mons. Pinci veneratore di Maria) una festa davvero speciale vista la presenza nelle celebrazioni dell’Arcivescovo mons Georg Gänswein, 58 anni...

E’ stata quest’anno per la Madonna del Campo, ( la cui chiesa è stata più volte ristrutturata da Mons. Pinci veneratore di Maria) una festa davvero speciale vista la presenza nelle celebrazioni dell’Arcivescovo mons Georg Gänswein, 58 anni, segretario personale di Benedetto XVI prima e di papa Bergoglio venuto a Cave ad omaggiare la madonna del campo chiamato da Don Massimo parroco della città

In questo modo semplice si è svolta la festa che nella città di Cave della madonna del Campo, che è molto sentita ed ha visto anche la partecipazione di Mons. Sigalini, Vescovo di Palestrina. E Il Sindaco Angelo Lupi. a chiusura della giornata, Mons. Georg, è stato omaggiato da una piccola torta dalla pasticceria di Enrico Maggi, che ha voluto portare con se affermando che la mille foglie è un dolce a lui gradito.

Ma chi è Mons Georg Gänswein, 58 anni Sciatore e postino. Figlio di Albert – fabbro in una fucina di proprietà della sua famiglia da sette generazioni – e di una casalinga, Gertrude, il segretario del Papa è nato il 30 luglio 1956 a Riedern am Wald, Waldshut, una piccola città nella regione della Foresta Nera. Georg è il maggiore di cinque figli, ha altri due fratelli e due sorelle: Reinhard, Helmut, Ursula e Johanna. Descrivendo se stesso, si definisce «affidabile, determinato e schietto», ma ammette di «avere scarsa pazienza». Da ragazzo, ha raccontato, portava «lunghi capelli riccioluti», e questo non piaceva a papà Albert, che gli chiedeva invano di tagliarli. Tra i 15 e i 18 anni ascoltava «Cat Stevens, i Pink Floyd e i Beatles». Suonava il clarinetto nella banda del paese ed era anche appassionato di storia dell’arte. Ma Georg non aveva la vocazione del contestatore, e alla politica ha sempre preferito lo sport. Prima di decidere di entrare in seminario, aveva rincorso il sogno di diventare un agente di Borsa e, per guadagnare qualche soldo, lavorava come postino. «All’inizio consegnavo la posta con la bicicletta in una piccola località della Foresta Nera. Poi mi affidarono una zona più ampia e dovetti passare all’automobile». Ha giocato a calcio e ha fatto il maestro di sci. Una passione, questa, che non ha abbandonato, neanche oggi che si trova in Vaticano. È capitato infatti più volte che il martedì, il giorno che solitamente il segretario del Papa si prende di libertà – dato che in tutti gli altri deve sempre essere a fianco del «principale» –, sia andato a sciare al Terminillo, accompagnato da alcuni amici di lunga data. Tra di loro padre Hermann Geissler, sacerdote austriaco che lavora alla Congregazione per la dottrina della fede. «Lo sport», dice don Georg, «dà la possibilità di competere con altri in forma positiva, è un sano modo di relazionarsi e confrontarsi. Nel poco tempo libero che ho, è una cosa a cui molto difficilmente rinuncerei». Lontanissimo, almeno in questo, da Benedetto XVI, allergico fin da giovane a qualsiasi attività sportiva (nel libro intervista Luce del mondo racconta di aver fatto propria la massima di Churchill, «No sports!», e di non trovare quasi mai il tempo neppure per salire sulla cyclette dell’appartamento papale). ( preso da Vanity Fire atrraverso Internet)

Servizio fotografico di Guido Santi di Cave

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