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Regione, Abbruzzese (fi): interminabili liste di attesa nella sanità certificano fallimento politica sanitaria regionale

Ancora una volta le interminabili liste di attesa certificano come, nonostante i tanti proclami, la politica sanitaria di Zingaretti abbia fallito su tutti i fronti. Le problematiche del sistema sanitario sono sempre le stesse e la cosa che più...

Ancora una volta le interminabili liste di attesa certificano come, nonostante i tanti proclami, la politica sanitaria di Zingaretti abbia fallito su tutti i fronti. Le problematiche del sistema sanitario sono sempre le stesse e la cosa che più risalta è che la Regione Lazio è lontana dal percepire la drammaticità della situazione e le problematiche che quotidianamente i cittadini affrontano per riuscire ad ottenere servizi efficaci, efficienti ed in grado di soddisfare i propri bisogni". Lo ha dichiarato Mario Abbruzzese, vice presidente della Commissione Sviluppo Economico, Lavoro e Pmi.

"Delle due l'una. O Zingaretti non viene messo al corrente di quanto accade al di fuori della capitale, a livello sanitario, come ad esempio in provincia Di Frosinone, dove la rete ospedaliera è prossima al collasso, oppure egli sa tutto, ma non ha soluzioni efficaci da mettere in campo per porre rimedio alle criticità esistenti. In entrambe le opzioni è palese il fallimento della grande rivoluzione annunciata in questo campo dal governatore.> Voglio ricordare, inoltre, che,dopo la chiusura del reparto di ginecologia ed ostetricia dell'ospedale San Benedetto di Alatri ufficialmente per lavori di ristrutturazione, ma ormai non ci crede più nessuno, è stato interrotto anche il servizio della Pediatria che, doveva ripartire ieri, come comunicato dal diretto re generale Mastrobuono e che, invece, potrebbe riaprire, il condizionale è d'obbligo, soltanto il prossimo 28 agosto.

Purtroppo, come sosteniamo già da tempo manca la benché minima programmazione. Si procede a stento con scelta senza rigore di logica, che mettono a rischio non solo i servizi offerti, ma la stessa salutr i cittadini. Il personale medico e paramedico, già ridotto all’osso in termini numerici, a causa dei ripetuti tagli, è allo stremo, i pronto soccorso sono di nuovo al collasso, i reparti chiudono solo perché non rispecchiano criteri numerici discutibili e sempre più persone si recano fuori regione per cercare assistenza. Ma è tutto a posto, siamo noi che ci inventiamo i problemi.

Spero vivamente che Zingaretti torni sulla terra ed ammetta di aver sbagliato tutto quello che c'era da sbagliare e si incominci a lavorare siberficamente per ricostruire il sistema sanitario, partendo dalle esigenze territoriali". Ha concluso Abbruzzese. SANITA’, SIMEONE (FI): “NESSUNA AGGREGAZIONE PER LA ASL DI LATINA E FROSINONE IN ATTESA DELLA STAZIONE UNICA APPALTANTE” Nessun accorpamento in vista per le Asl di Latina e Frosinone. Il dubbio che aleggiava nella sanità della Regione Lazio è stato finalmente chiarito. Il contenuto del decreto del presidente della Regione Lazio non lascia spazio ad interpretazioni. Al fine di snellire le procedure e di renderle più trasparenti si è semplicemente proceduto ad unire le centrali di acquisto della Asl di Latina, Frosinone e Roma H, che comprende l’area dei Castelli romani più i Comuni di Anzio e Nettuno. L’ipotesi di un accorpamento delle Asl di Latina e Frosinone avrebbe, come sosteniamo da sempre, aperto una vera e propria voragine nella gestione dei servizi in due territori diversi, sia sotto il profilo geografico che demografico e sociale, creando confusione nei cittadini e gravando sui bilanci delle singole Asl. In questo modo, invece, sarà possibile effettuare gare e l’acquisto di beni e servizi con costi ridotti e assicurando maggiori controlli. La suddivisione in aree delle centrali di acquisto per le Asl del Lazio è inoltre solo un passaggio transitorio. Il decreto è stato infatti superato da un emendamento, presentato dall’opposizione e condiviso dalla maggioranza, alla legge 12/2015, “Disposizioni a tutela della legalità e della trasparenza nella Regione Lazio”. L’emendamento approvato prevede l’istituzione di una Stazione Unica Appaltante (SUA) a cui tutta la regione e tutte le società ed Enti derivati, come le Asl, le Ater, l’Ardis e i Parchi, dovranno fare riferimento per lo svolgimento di gare e l’acquisto di beni e servizi. Lo stesso presidente Zingaretti, durante il consiglio regionale che si è svolto a fine luglio, ha fatto proprio il contenuto dell’emendamento ed assicurato che sarà tradotto presto in un provvedimento normativo che garantirà la centralizzazione degli acquisti e degli appalti garantendo concrete economie di scala e il taglio degli sprechi. In questo modo le risorse risparmiate potranno essere reinvestite in termini di servizi più efficienti per i cittadini. Ma soprattutto si contribuirà a rafforzare l’economia legale e ad innalzare il livello di prevenzione delle infiltrazioni criminali a qualsiasi livello. La concentrazione in una struttura unica delle procedure avrà come effetti immediati e concreti per i cittadini una maggiore trasparenza, sicurezza e efficienza nella gestione delle risorse pubbliche dando nuovo impulso all’economia. Grazie alla centralizzazione si elimineranno le disparità di spesa che hanno in questi anni portato sul baratro un settore fondamentale come la sanità nel Lazio rendendo omogenei gli investimenti e le prestazioni, nonché le attrezzature e le tecnologie impiegate. Ora Zingaretti sia consequenziale e predisponga con rapidità l’atto normativo che garantirà la nascita della Stazione unica appaltante della Regione Lazio, come avvenuto già in altre Regioni come la Calabria, perché solo in questo modo trasparenza e legalità potranno essere assicurate davvero”. Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone

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