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Regione, approvato modello organizzativo reparti infermieristici. Frosinone: Abbruzzese (FI): l'atto aziendale e' da bocciare

Definita con il decreto firmato oggi dal Presidente Nicola Zingaretti la cornice operativa e funzionale delle unità di degenza infermieristica. L’introduzione di questo modello assistenziale che coniuga appropriatezza gestionale e contenimento dei...

Definita con il decreto firmato oggi dal Presidente Nicola Zingaretti la cornice operativa e funzionale delle unità di degenza infermieristica. L’introduzione di questo modello assistenziale che coniuga appropriatezza gestionale e contenimento dei costi - in questi reparti il costo giornaliero di un posto letto è di un quarto rispetto al costo medio di un letto ospedaliero - costituisce una novità assoluta nel sistema sanitario regionale. L’istituzione delle unità operative gestite dal personale infermieristico è infatti una delle soluzioni organizzative previste dai Programmi Operativi 2013-2015 per riqualificare la rete dell’offerta ospedaliera e territoriale e nel Lazio ne sono già operative cinque: all’Umberto I al Pertini, al Regina Margherita, a Sezze e Pontecorvo.

Il documento contiene le linee d'indirizzo e modello organizzativo per la piena operatività di queste strutture. I moduli da 10 a 20 posti letto possono essere realizzati sia nelle delle Case della Salute che all’interno di presidi ospedalieri. La missione demandata a queste unità di degenza è quella di garantire una risposta appropriata a bisogni di assistenza ad alta complessità assistenziale ed a bassa intensità clinica a pazienti caratterizzati da non autosufficienza, anche temporanea che necessitano di assistenza infermieristica continuativa senza elevato impegno tecnologico e la presenza/assistenza medica continuativa come nel ricovero ordinario per acuti, e che presentano ancora una necessità di tutela medica e di assistenza infermieristica (ad es: terapia farmacologica ospedaliera, recupero dell’autonomia in tempo contenuto, etc.) continuativa nelle 24 ore prima rientrare a domicilio o essere trasferiti presso altra struttura. Il tempo di ricovero va da 4 ai 20 giorni. La gestione dell’UDI è affidata ad un Coordinatore Infermieristico. La tutela clinica dell’utente ricoverato nell’UDI sia in ambito ospedaliero che in ambito territoriale rimane affidata fino alla dimissione ai Medici di riferimento che sono i medici di medicina generale oppure il medico ospedaliero del reparto di provenienza. A loro spetta anche la richiesta di ricovero in UDI”.Lo afferma in una nota la Regione Lazio.

FROSINONE, SANITA’; ABBRUZZESE (FI): L'ATTO AZIENDALE E' DA BOCCIARE

“L'atto aziendale della Asl di Frosinone, sul quale i Sindaci del territorio sono chiamati a discutere oggi, è da bocciare. I 102 posti letto in più annunciati da Zingaretti che dal direttore generale, Matrobuono, sono soltanto uno specchietto per le allodole. Infatti, come ho detto più volte, in realtà, ne risultano 21 in meno rispetto al decreto 80 del 2011, ma soprattutto non eliminano i tanti dubbi sul futuro del sistema sanitario locale”. Lo ha dichiarato Mario Abbruzzese, vice presidente della Commissione Sviluppo Economico, Lavoro e PMI.

“Di fatto con i provvedimenti previsti all’interno del piano strategico e dell’atto aziendale si depotenzia l’ospedale San Benedetto di Alatri. Tale strategia affiancata ad una mancanza di chiarezza sull’organizzazione di reparti come Ginecologia e Ostetricia, Pediatria, Ortopedia, ci fanno presagire una possibile chiusura del nosocomio che nei provvedimenti sopra citati è accorpato allo Spaziani di Frosinone. Anche sul presidio ospedaliero del capoluogo occorre aprire una parentesi. Abbiamo più volte sollecitato sia Zingaretti che il direttore generale della ASL circa la possibilità di istituire il DEA di II livello, avendo risposte evasive e spesso coniugate al futuro anteriore. Stesso discorso anche per la realizzazione della postazione elisoccorso a Frosinone, su cui credo si dovrebbe accelerare vista l’approvazione, ieri, della legge regionale, proposta dal collega Storace, da parte del consiglio. Ovvero, provvedimento normativo che detta disposizioni di attuazione del Regolamento Ue 965 del 2012, riguardante i requisiti tecnici e le procedure amministrative relative alle operazioni di volo, con particolare riferimento alle aree di decollo e di atterraggio per operazioni di emergenza medica con elicottero.

Questo denota che non esiste un reale interesse da parte della Regione a far decollare la sanità in Provincia di Frosinone e che non vi sia la volontà politica di mettere in campo su questo territorio interventi strutturali ed ad ampio respiro.

Un’ulteriore dimostrazione di tutto ciò è la situazione presso l’ospedale Santa Scolastica di Cassino. Ricordo di aver più volte chiesto chiarimenti sia al presidente Zingaretti che alla Mastrobuono sulle criticità relative ai reparti di Urologia, Gastroenterologia e Ginecologia-Ostetricia. In barba alle esigenze, nell’atto aziendale si fa scomparire Urologia, privando il presidio ospedaliero di un’altra eccellenza, non si annette l’endoscopia digestiva in Gastroenterologia e si prevede un UOC di Neonatologia, soltanto due, dico due, posti letto. Inoltre, l’ospedale sarà dotato di 99 posti letto in più, si passa, infatti, da 210 a 309, ma il personale non riesce a malapena ad offrire le prestazioni per l’utenza in essere, grazie allo straordinario sacrificio di medici ed infermieri costretti ad una turnazione assurda.

Per tornare agli interventi strutturali, la grande valorizzazione del Polo Oncologico del Santissima Trinità di Sora, più volte annunciata, oserei dire, promessa, non si evince per niente dai dati dell’atto aziendale. Dunque che cosa ce ne facciamo di un documento che si prende gioco ancora una volta del diritto alla salute dei cittadini?”. Ha concluso Abbruzzese. SANITA’, SIMEONE (FI): L’ATTO AZIENDALE DI CAPOROSSI PENALIZZA I SERVIZI, NON LI MIGLIORA. SERVE CONFRONTO PER EVITARE IL TRACOLLO "L’atto aziendale presentato dal direttore generale della Asl di Latina, Michele Caporossi, non ci convince. Non condividiamo molti dei contenuti ma soprattutto contestiamo i tempi forniti per una sua attenta lettura. L’atto è stato ufficialmente presentato martedì 11 novembre. La conferenza dei sindaci ha avuto meno di 72 ore a disposizione per poterlo analizzare e per comprendere quali siano le modifiche apportate rispetto all’assetto attuale della sanità nella provincia di Latina. Non solo. E’ mancata la condivisione nella sua redazione. Non sono state recepite alcune proposte per la risoluzione dei problemi che si trascinano da anni. Ricordo la riunione, che si è svolta a fine luglio, alla presenza del direttore generale della Asl, del presidente della Regione Zingaretti, dei sindaci del territorio. In quella sede era stato preso l’impegno di fare di quel tavolo il luogo del confronto e del dialogo per arrivare alla definizione di un atto aziendale capace di valorizzare le eccellenze e programmare la risoluzione delle criticità esistenti partendo dall’ascolto dei territori. Tutto questo non c’è stato. Caporossi ha ignorato ogni possibilità di confronto. Il risultato è un atto che trova nella realizzazione del Dea di II livello al Santa Maria Goretti di Latina, su cui siamo tutti pienamente d’accordo, il suo unico punto di forza. Siamo tutti convinti che sia fondamentale arrivare, e in tempi brevi all’adeguamento strutturale, tecnologico e di personale del Goretti quale sede del Dea di II livello. Purtroppo, però, entrando nel dettaglio del piano emerge che la centralizzazione dei servizi su Latina va a sottrarre autonomia ai presidi di Formia, Fondi e Terracina. Siamo fermamente convinti che la verticalizzazione dei servizi sul Goretti di Latina, con l’adeguamento dell’ospedale ai canoni del Dea di II livello, debba essere un punto di forza per la sanità in tutta la provincia ma non a discapito degli altri ospedali. Non ci convince, in tale contesto, la scelta di Caporossi di concentrare tutti i primariati su Latina rendendo le altre strutture semplici cellule prive di identità. Non capiamo come interi reparti e servizi, come il centro di pneumologia o quello di riabilitazione di Gaeta, possano essere scomparsi nel nulla. Non si comprende la decisione di eliminare la UOSD di oncologia a Terracina rendendo complicata l’erogazione dei servizi visto che gli accertamenti si effettueranno a Gaeta e la somministrazione delle cure a Formia. E’ inaccettabile la soppressione di alcune UOC del Presidio Sud, soprattutto quelle di Cardiologia e del servizio di Anestesia e Rianimazione, due servizi cardini visto che l’ospedale di Formia è deputato soprattutto alle emergenze. La Cardiologia, l’UTIC e l’emodinamica di Formia, nel nuovo disegno di Caporossi, fanno capo direttamente alla UOC di Latina ignorando che questo reparto ha complessità a vari livelli ed è altamente strategico, vista la distanza da Latina, e le delicate patologie che gestisce. Il risultato è che il DEA di I livello di Formia risulta essere tale solo sulla carta. A Formia, infatti, scompare la UOC di Rianimazione, si perdono le tracce di endoscopia digestiva, di radiologia e oculistica. Non si risolve, inoltre, il problema dell’urologia che, allo stato attuale, costringe il PS di Formia a trattare in prima istanza l’acuzie rinviando al giorno successivo la consulenza specialistica e costringendo i pazienti a spostarsi con mezzo proprio a Latina. Per non parlare della consulenza specialistica di chirurgia vascolare affidata e praticata dal Dr. Abhi e che è cessata di fatto con la sua morte. Non è dato sapere, poi, quale sia il futuro dei laboratori analisi di Terracina. Non si comprende l’impoverimento dei reparti di neonatologia, pediatria ed ostetricia al San Giovanni di Dio di Fondi che di questo passo potrebbero scomparire perchè sono stati indicati i servizi ma non è stata fornita alcuna garanzia nei servizi di supporto come la chirurgia d’urgenza. La famosa risposta sull’ identità e il futuro che devono avere gli ospedali di Terracina e Fondi, non è arrivata. Il tutto lasciando nel limbo anche il futuro di medici, infermieri e tecnici che operano in queste realtà. E questi sono solo alcune delle lacune presenti. L’atto aziendale non può essere calato di imperio senza confronto ma richiede una discussione e un approfondimento più ampio. L’impressione, invece, è che dietro a sigle e spostamenti ci sia solo la volontà di cancellare intere realtà che nel tempo e a seguito di queste scelte moriranno o finiranno nel dimenticatoio impoverendo la qualità e la quantità dei servizi per i nostri cittadini. E’ indispensabile una revisione oculata dell’atto aziendale a firma del direttore generale Caporossi al quale si può arrivare solo ascoltando le istanze dei sindaci e di chi nella sanità lavora ogni giorno". MAURO BUSCHINI - TAGLIO VITALIZI EX CONSIGLIERI REGIONALI "Siamo orgogliosi dell'ennesimo provvedimento che taglia i costi della politica e che porterà un risparmio di diversi milioni di euro l'anno che saranno investiti per i cittadini. Si prosegue la strategia intrapresa dal governo Zingaretti sin dal suo insediamento: aboliamo gli sprechi e miglioriamo i servizi sui territori. Doveroso, inoltre, sottolineare che il taglio dei vitalizi di questa notte è stato votato all'unanimità dal consiglio regionale: anche con diverse vedute tra i gruppi, tutti abbiamo condiviso una norma dovuta ai nostri cittadini. Con il taglio del vitalizio e l'allungamento dell'età utile per percepirlo, il Lazio si allinea finalmente alle altre regioni italiane. Oltre a questo, è bene ribadire come gli attuali consiglieri non percepiranno alcun vitalizio".Così in una nota il Presidente della Commissione Bilancio Mauro Buschini in merito al taglio dei vitalizi per gli ex consiglieri regionali. "Un miliardo di risparmi in due anni, 500 poltrone abolite, la legge 4 del 2013 che mi ha visto relatore e che per prima ha tagliato i costi della politica, la seguente legge 7 sulla spending review licenziata dalla commissione che ho l'onore di presiedere e che ha dato un'importante sforbiciata agli sprechi: il Lazio ha chiuso una fase storica che durava da troppo tempo dove non si è tenuto conto delle reali necessità dei cittadini. Eravamo conosciuti come la Regione più 'spendacciona': con Zingaretti, non è più così". VITALIZI LAZIO, PETRANGOLINI: ABBIAMO VINTO TUTTI “Con l’approvazione delle norme sulla riduzione dei vitalizi degli ex consiglieri da parte del Consiglio regionale, abbiamo compiuto un grande passo. Un bel modo per rinnovare la politica e assumersi delle responsabilità tutti insieme: oggi abbiamo vinto tutti”. Questo il commento di Teresa Petrangolini, consigliere regionale del Lazio e da mesi in prima linea per la riduzione dei vitalizi degli ex consiglieri regionali. “Abbiamo fatto una cosa positiva per due motivi”, spiega Petrangolini. “Primo motivo: così ridiamo dignità alla funzione originaria dei vitalizi. I vitalizi erano stati sovraccaricati di ‘stravaganze’, come le ha definite il Presidente Zingaretti, ed erano diventati dei privilegi. Oggi con questa legge li riportiamo al loro significato originario che è quello di garantire a tutti la possibilità di offrire un servizio alla democrazia. Secondo motivo: mettiamo fine alla specificità del Lazio. Non che le altre Regioni abbiano fatto molto meglio, ma avevamo trasformato il vitalizio in un privilegio intollerabile. Non siamo più quelli che spendono più di tutti: oggi abbiamo rimediato”. “Certo, forse non risolviamo alcune cose”, aggiunge Petrangolini. “In primo luogo si tratta di misure temporanee: abbiamo tre anni per capire cosa dovrà succedere dopo. E allo stesso tempo, però, eviteremo in questo modo il rischio di una moltiplicazione di ricorsi degli ex consiglieri regionali. Resta poi ancora aperta la questione del cumulo: abbiamo introdotto una maggiorazione, ma sarebbe utile una soluzione nazionale e generale del problema. Su questi punti il mio impegno non mancherà anche in futuro”. “Sappiamo che è stato molto difficile parlare del tema”, conclude Petrangolini. “Abbiamo affrontato dei tabù e ricucito le fratture tra il presente e il passato. Ognuno in queste situazioni cruciali è obbligato a passi in avanti e a passi indietro. Devo allo stesso tempo registrare un grande senso di responsabilità da parte del Consiglio regionale: ho apprezzato le numerose firme che danno il senso di questa novità. Non importa che non ci siano tutte le cose che ho immaginato, ma è comunque una grande traguardo quello che varchiamo oggi”.

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