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Regione, giunta annuncia volontà di  riorganizzare i Consorzi Industiali

La proposta prevede di passare da 3 a 5. Risparmi prevista: 500mila Euro l’Anno. Progetti in cantiere avranno nuovo Slancio. Il Sito video con un esempio: BianchI. Felice per il passaggio e fase esecutiva dopo mesi intensi di legge

La proposta prevede di passare da 3 a 5. Risparmi prevista: 500mila Euro l’Anno. Progetti in cantiere avranno nuovo Slancio. Il Sito video con un esempio: BianchI. Felice per il passaggio e fase esecutiva dopo mesi intensi di legge

Per innescare politiche di sviluppo innovative, offrire servizi migliori alle imprese, rendere il Lazio una regione competitiva e capace di attrarre investimenti sono necessari dei cambiamenti forti, a partire dalla govenance delle aree industriali. Con la memoria di giunta approvata ieri, la Giunta guidata dal Presidente Zingaretti, dà seguito alla proposta di riordino dei consorzi industriali. La linea tracciata dalla Giunta prevede che il numero dei consorzi passi da 5 a 3, uno per provincia o area interprovinciale, con un forte taglio dei Cda. Non sono previsti solo tagli, ma riordino di assetti in grado di dare efficacia alle azioni di sviluppo industriale e di reindustrializzazione. In questo senso la memoria di giunta riprende la proposta di legge sui consorzi industriali, a cui sto lavorando da mesi. A dichiararlo è Daniela Bianchi, consigliera regionale del gruppo “Per il Lazio” -In collaborazione con gli uffici regionali stiamo definendo una proposta di legge che identifichi un solo consorzio industriale per provincia o area inter-provinciale, con strutture più leggere e obiettivi chiari. I futuri consorzi dovranno diventare attori delle politiche di sviluppo di tutte le province del Lazio, oltre a pesare meno su cittadini e imprese. La riduzione dei consorzi e la diminuzione del numero di componenti nei Cda permetterà di risparmiare, secondo i calcoli fatti dalla regione, circa 500 mila euro, che potranno essere reinvestite per il sostegno alle attività produttive. La ragione di questo cambiamento va al di là delle cifre: abbiamo bisogno di un cambio di passo, di enti efficienti, al servizio delle imprese più che della politica, che sappiano progettare e in alcuni casi anticipare le evoluzioni dello sviluppo globale. E la crisi attuale rende questa azione ancora più urgente e non rinviabile. Ciò non significa cancellare le cose buone fatte fino ad oggi dai consorzi ma, al contrario, valorizzarle e darne un maggior slancio. Potrebbe essere il caso della riconversione del sito della Videocon, riacquisito dall'ASI. Un progetto di reindustrializzazione, che sto sostenendo e che prevede la riconversione dell’ex stabilimento in sede operativa di circa 100 micro imprese operanti nei diversi settori della green economy, dalla produzione di energia ai settori alle nuove tecnologie. Tutto questo, naturalmente, in una visione chiara di sviluppo legato al superamento dell’emergenza ambientale per passare ad una programmazione sostenibile alimentata dalla nuova programmazione Ue che destina circa 70 milioni di euro alla bonifica della Valle del Sacco. Nella proposta di riorganizzazione dei consorzi che ho avanzato, viene introdotto per la prima volta il concetto di Apea, aree produttive ecologicamente attrezzate in cui vengono gestite in maniera integrata le infrastrutture, i servizi alle aziende e le condizioni ambientali. Queste aree che permetteranno di creare un sistema industriale locale sostenibile, con il recupero degli scarti industriali, una maggiore efficienza energetica, meno burocrazia e maggiori garanzie di tutela ambientale. A questo si associa una via preferenziale per l’accesso ai fondi europei che la legge riserva alle Apea. Come è facile intuire, la riforma dei consorzi non è fatta per danneggiare o abbandonare aree della Regione ma, al contrario, servirà a liberare le tante energie inespresse dei territori e in particolare per la nostra provincia, a ridare, dopo gli anni della Cassa del Mezzogiorno, una nuova fisionomia industriale per un’area strategica del Lazio.

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