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Regione, pronto soccorso Zingaretti: emergenza, ma sistema tiene

Una situazione complessa, una fase senza dubbio di emergenza, ma alla quale la rete dei pronto soccorso del Lazio sta rispondendo in maniera efficace. Ora bisogna ripartire, ristrutturando profondamente il sistema. Nicola Zingaretti, presidente...

Una situazione complessa, una fase senza dubbio di emergenza, ma alla quale la rete dei pronto soccorso del Lazio sta rispondendo in maniera efficace. Ora bisogna ripartire, ristrutturando profondamente il sistema. Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e commissario alla Sanità, ha introdotto così la seduta del Consiglio regionale dedicata, appunto, alla situazione nei pronto soccorso.

“Abbiamo vissuto una situazione oggettivamente difficile in queste settimane – ha spiegato Zingaretti - ma che abbiamo cercato di migliorare. Innanzitutto informando quotidianamente la cittadinanza. I dati sull’affollamento da un anno sono consultabili on line con aggiornamenti ogni sei minuti”.

“C’è stato un aumento incredibile degli accessi ai pronto soccorso dovuto a una rete delle cure ancora ferita, a un’epidemia influenzale eccezionalmente lunga, al calo delle vaccinazioni pari ad almeno il 20 per cento – ha proseguito Zingaretti – La somma di questi fattori sta sottoponendo le strutture a uno stress prolungato. Una situazione di sofferenza non riguarda soltanto il Lazio, ma tutto il Paese. Il Lazio è una delle regioni più colpite dall’epidemia influenzale: dal 12 gennaio ad oggi abbiamo avuto un’incidenza al di sopra del 10 per mille, fatto senza precedenti: ad oggi 520mila casi nel Lazio, una delle peggiori stagioni degli ultimi 15 anni”.

“Nonostante tutto questo – ha proseguito il presidente - il sistema ha tenuto e non abbiamo assistito a fenomeni di ambulanze bloccate per ore. In un anno le ore di blocco delle ambulanze sono state dimezzate. Abbiamo deciso misure straordinarie:

1) aumentare capacità ricettiva dei pronto soccorso con la messa a disposizione di posti letto aggiuntivi nei reparti di medicina generale (più 37 per cento);

2) trasferimento dei pazienti in case di cura private (400 posti letto aggiuntivi);

3) accordo con sindacati per sostituzione personale infermieristico a lunga assenza (100 assunzioni a tempo determinato)”.

“Pur trovandoci oggi ancora in fase critica – ha continuato Zingaretti - il numero di pazienti in attesa di ricovero è cominciato a scendere. Il sistema del pronto soccorso è da rifondare, ma si dimostra ancora efficace rispetto all’emergenza. Voglio rivolgere un ringraziamento a quelle donne e quegli uomini che hanno garantito la funzionalità del sistema grazie alla loro professionalità. Ora dobbiamo partire dal ripristino di alcune condizioni basilari: basta pensare che quando siamo entrati in carica 13 su 16 primari erano scoperti. Stiamo mettendo in campo un’équipe di formazione professionale diretta a chi opera nei pronto soccorso”.

Zingaretti ha concluso insistendo sulla necessità di un cambiamento strutturale: maggior integrazione fra pronto soccorso e l’intera struttura ospedaliera; organizzazione dei pronto soccorso anche in base ai picchi di flusso giornalieri; investire economicamente su nuove strutture.

“Malgrado la fase di emergenza – ha spiegato il presidente della Regione – i provvedimenti presi cominciano a dare i primi risultati: riduzione dei codici verde e bianco, risultati ben oltre le attese dalle copertura assistenziale sabato e domenica nei quindici poliambulatori territoriali aperti nel territorio di Roma. Siamo in una fase di profonda trasformazione, è stato dimezzato deficit, chiuderemo il 2014 sicuramente sotto i 300 milioni di euro, condizione primaria per uscita dal commissariamento. Pur in presenza di un contenimento delle spese rispettiamo i Livelli essenziale di assistenza”.

PRONTO SOCCORSI, PETRANGOLINI: I PROBLEMI DEI PS NON RISOLVONO CON GLI STRUMENTI CHE LI HANNO PRODOTTI

“I cittadini non devono arrivare al Pronto soccorso e quando avviene devono uscirne il prima possibile”.

A parlare è Teresa Petrangolini, consigliere regionale e componente della Commissione Politiche sociali e salute, nel corso del dibattito in Aula del Consiglio regionale del Lazio sull’emergenza Pronto soccorso.

“Dobbiamo però essere consapevoli – continua - che i problemi del presente non si risolvono con gli strumenti che li hanno prodotti. Per questo va potenziata la medicina sul territorio, utilizzate le reti degli studi associati di medici di famiglia, le case della salute per la parte di degenza infermieristica e primo intervento”.

“Nello stesso tempo – continua Petrangolini - è giusto attrezzare le ambulanze di strumenti di telemedicina che consentano, ad esempio, agli infartuati di accedere direttamente alle cardiochirurgia e alle emodinamiche. Quando i cittadini sono in Pronto soccorso devono poter avere infermieri a disposizione per i codici di bassa intensità, così come di un servizio di accoglienza che renda più umana l'attesa”.

“Il problema più grosso – conclude Petrangolini - è però come trattare le persone che devono essere ricoverate. Serve il bed manager che smisti l pazienti negli ospedali avendo a disposizione tutta la rete dei possibili posti letto, serve flessibilità nell'uso dei posti letto a secondo delle urgenze invernali, serve che siano fatte le dimissioni sette giorni su sette per renderli disponibili ai nuovi cittadini. Non mancano infatti i posti letto nel Lazio ma devono essere quelli giusti nel momento giusto”.

SANITA’, SIMEONE (FI): “EMERGENZA PRONTO SOCCORSO, NESSUNA RISPOSTA DA ZINGARETTI”

“Nel consiglio regionale monotematico sull’emergenza Pronto soccorso ho apprezzato il tono pacato utilizzato dal presidente Zingaretti nella sua relazione. Ha omesso quelli trionfalistici a cui ci ha abituati nei comunicati stampa. Forse ha smesso di immaginare e sta cercando di entrare nel mondo reale che noi da sempre giornalmente viviamo. Il presidente Zingaretti però, ancora una volta, tenta di nascondere dietro una lettura parziale dei dati l’incapacità di questa amministrazione di dare soluzioni concrete sull’emergenza sanità nel Lazio e nella provincia di Latina. Di fronte all’appello dei medici e degli infermieri, a fronte del continuo grido di dolore delle nostre comunità Zingaretti si riduce a illustrare una fragilità del sistema che conosciamo fin troppo bene. Si è concentrato solo sui casi di Roma dimenticando che nel Lazio ci sono altre quattro province nel totale caos. Ci annuncia che quest’anno si aprirà un concorso per reperire 132 unità a tempo indeterminato e 28 a tempo determinato per 3 anni tra medici, infermieri e tecnici della riabilitazione psichiatrica. E tutti gli altri reparti che non hanno personale adeguato? Semplicemente dimenticati. E, per non farsi mancare nulla, come fanno solitamente i bambini presi con le mani nella marmellata, decide di gettare altro fumo negli occhi dei cittadini sostenendo che la situazione dei Pronto soccorso del Lazio è drammatica ma nel resto d’Italia non si sta meglio. Ha omesso di dire che nelle altre regioni l’emergenza è una eccezione. Nel Lazio, invece, è la quotidianità h24 per 365 giorni l’anno. Un atteggiamento e un intervento che ci ha delusi perché non entra nel merito delle criticità e, soprattutto, non ci ha fornito una sola soluzione per contenere l’emergenza. Noi non viviamo su Marte e ci rendiamo conto che i nodi da sciogliere, da quelli strutturali a quelli legati al blocco del turn over, sono tanti e complessi. Ma allo stesso tempo pretendiamo, lo pretendono i cittadini, che questa Regione metta a punto una programmazione precisa, oculata e risolutiva. Una politica sanitaria che possa non spostare i problemi da un reparto all’altro ma entrare nel merito di decisioni che possano ridare dignità a tutto il sistema assistenziale. Che sia capace di colmare quel vuoto che esiste tra il cittadino e gli ospedali, unico riferimento per chi ha bisogno di cure. Il problema non è dei codici bianchi e verdi che ingolfano i Pronto soccorso ma sta nella mancanza di posti letto. Zingaretti dovrebbe dirci come intende rivedere il ruolo dei medici di base e della guardia medica nonché il ruolo e le funzioni delle Case della salute. Noi crediamo in queste strutture ma sinora non abbiamo visto i benefici reali che la loro creazione dovrebbe portare nel sistema di assistenza. Ci troviamo di fronte a direzioni generali della Asl, come quella di Latina, che non dialogano con il territorio rinchiudendosi in un atteggiamento supponente e arrogante. Assistiamo a direttori generali che per risparmiare cercano di dirottare il malato negli ospedali romani in contraddizione con quanto sostenuto nel piano di riorganizzazione ospedaliera mirato ad evitare questa transumanza verso la Capitale trasformando i Pronto soccorso in centri logistici che è bene che la Regione monitori con attenzione. Zingaretti, continua ad ignorare che gli atti aziendali anziché concentrarsi sull’efficienza dei servizi di emergenza e urgenza hanno implementato l’apparato burocratico a danno della dotazione organica di medici e infermieri. Zingaretti parla di cambiamento. Lo fa da due anni ma sinora non abbiamo visto nulla se non direttori generali, come Caporossi a Latina, che sono stati bocciati con atti aziendali che sono stati rimandati al mittente. Vediamo persone accatastate nei pronto soccorso e che non hanno una assistenza efficiente. La riforma della sanità di cui parla non abbiamo visto nulla. Vorremmo solo che avesse il coraggio di ammettere che non sa dove mettere mano, che non ha idea di come risolvere il sovraffollamento strutturale, e non casuale, dei Pronto soccorso. Almeno partiremmo da un dato certo. Nell’ottica di risolvere questa emergenza presenteremo quindi una risoluzione che deve contenere una risposta forte all’emergenza e alle urgenze che deve essere assicurata sempre e non può essere rinviata. E’ una battaglia di civiltà, di buon senso. Ma soprattutto è una battaglia per garantire la vita e la salute dei nostri cittadini”.

Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone a margine del consiglio regionale sull'emergenza Pronto soccorso

Sanità, Petrangolini: dibattito utile alla Pisana, apertura ai cittadini

“Il dibattito di oggi è molto utile e ci fa comprendere che il tema dei pronto soccorso non può risolversi con un approccio scandalistico. Non dobbiamo nascondere i problemi ma confrontarci sulle misure, consapevoli che non potremo risolvere i problemi attuali con gli stessi strumenti del passato”. Lo ha detto Teresa Petrangolini, consigliere regionale, nel corso del confronto in Aula della Pisana.

“Ferma restando la validità delle scelte strategiche fin qui adottate dalla Giunta – ha detto Petrangolini - mi pare importante cogliere questa occasione di dibattito per garantire una sempre maggiore apertura alle ragioni dei cittadini e delle associazioni. Il confronto è sempre un contributo per il lavoro della Giunta: basti pensare all’accordo concluso con i sindacati che è stato certamente un passo in avanti”

PRONTO SOCCORSI; ABBRUZZESE (FI): ZINGARETTI AMMETTE CHE RETE EMERGENZA DEVE ESSERE RIORGANIZZATA

Zingaretti è tornato finalmente sulla terra. Ha ammesso, infatti, che la rete di emergenza ed urgenza della Regione Lazio deve essere riorganizzata. Sono mesi che glie lo stiamo dicendo, tramite i continui solleciti sulle numerose criticità dei pronto soccorsi e sui continui appelli dei cittadini che, ormai, rivendicano il loro diritto alla salute da tutti gli angoli del Lazio”. “Lo ha dichiarato Mario Abbruzzese, consigliere regionale del Lazio di Forza Italia a margine seduta odierna del Consiglio Regionale con all’ordine del giorno l’emergenza Pronto Soccorsi.

C’ è un altro dato singolare nella relazione del governatore. Non cita in nessun passaggio del suo intervento le case della salute. Ovvero quelle strutture che avrebbero dovuto alleggerire il lavoro alle strutture di emergenza degli ospedali. Credo che sia opportuno, su questa tematica, un tavolo di confronto per renderle effettivamente funzionali ed in grado di svolgere davvero quello per cui sono state create.

Infatti, su un totale di circa 2 milioni di accessi complessivi l’anno presso i pronto soccorsi laziali, il 75% sono accessi che potenzialmente potrebbero essere dirottati presso un tipo di assistenza territoriale, perché necessitano di assistenza “non ospedaliera”. Su questa tematica un altro errore della maggioranza è stato chiudere repentinamente e senza riflessione, il 24 aprile 2014, gli Ambulatori MED, istituiti nel 2012, per i codici bianchi e verdi. Tali strutture, durante il periodo della sperimentazione avevano drenato dai pronto soccorsi oltre 35.000 pazienti. Insomma, un servizio di grande utilità che potrebbe alleggerire il Pronto Soccorso dai codici meno impegnativi che quotidianamente intasano le strutture in grave difficoltà.

Sarà indispensabile dunque fare un’attenta analisi delle criticità della rete di emergenza ed urgenza nei singoli territori. Soprattutto nelle province, dove i cittadini chiedono una politica sanitaria non più “romanocentrica”. In Ciociaria i ps rischiano il collasso quotidianamente per mancanza di posti letto e carenza di personale, come del resto in tutte le strutture laziali, ma ancora non riusciamo a capire perché la Regione Lazio non ha dato seguito all’impegno preso in aula in virtù dell’approvazione della mozione di Francesco Storace, firmata anche dal sottoscritto, sulla riapertura del Pronto Soccorso di Ceccano, che sicuramente potrebbe decongestionare l’intasamento della struttura d’emergenza dell’ospedale Spaziani di Frosinone”. Ha concluso Abbruzzese.

PRONTO SOCCORSO, 30 IMPEGNI PER LA GIUNTA REGIONALE Al termine del lungo dibattito, con 18 interventi, seguito alle comunicazioni del presidente della Regione, Nicola Zingaretti, sulla situazione dei pronto soccorso nel Lazio, il Consiglio regionale, presieduto da Daniele Leodori, ha iniziato la discussione sulle diverse risoluzione presentate.

E’ stato approvato un documento unitario, firmato da capigruppo di maggioranza e opposizione, con il quale si impegna la Giunta su 30 punti. Fra questi, i principali riguardano l’inserimento delle prestazioni rilevate nei pronto soccorso fra i criteri di valutazione dei direttori generali delle aziende; più posti letto di osservazione breve intensiva; realizzazione di un sistema di monitoraggio delle degenza media; utilizzo degli infermieri per la presa in carico dei pazienti con codici di bassa intensità; rimodulazione dell’organizzazione in base ai picchi orari di accesso; una campagna di informazione sui servizi territoriali; un piano di ristrutturazione dei pronto soccorso; superamento del blocco del turn over; potenziamento dell’elisoccorso a Latina e Viterbo (servizio h24); informatizzazione della procedura di controllo dei posti letto. Molti punti, infine, riguardano il ruolo dei medici di medicina generale, che vengono individuati come vero e proprio filtro sul territorio. Vengono previsti percorsi di formazione e nuove procedure per la prenotazione diretta di prestazioni specialistiche.

Respinta, invece, una risoluzione presentata da Fabrizio Santori (gruppo misto) nella quale si chiedeva la sostituzione dei direttori generali delle Asl. REGIONE LAZIO; ZINGARETTI, ‘CON FARDELLI SQUADRA MAGGIORANZA ANCORA PIU’ FORTE’ “L’ingresso in maggioranza di Marino Fardelli rende la nostra squadra ancora più forte. Sono felice ed orgoglioso di una maggioranza che si dimostra sempre più unita e coesa e che in questi due primi anni di governo, proprio grazie ad un clima e un ambiente sempre sereni, ha raggiunto importanti traguardi. Continuiamo a lavorare duramente e quotidianamente per cambiare il volto della nostra Regione”. Lo dichiara in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

AVENALI, I PAES OPPORTUNITÀ PER I COMUNI E PER LA SOSTENIBILITÀ DELLA REGIONE LAZIO

“I Piani di azione per l’energia sostenibile (PAES) sono un’occasione imperdibile per i comuni del Lazio: attraverso un ruolo da protagoniste, le amministrazioni locali possono contribuire a rilanciare la green economy, creare occupazione, e ridurre le emissioni di CO2.” Afferma Cristiana Avenali, consigliera regionale componente della Commissione Ambiente.

“Consapevoli che i PAES sono una opportunità, anche e soprattutto se adottati a livello intercomunale, ci siamo attivati da subito con l’Assessore regionale all’Ambiente Fabio Refrigeri, per promuovere questo strumento e far sì che il maggior numero possibile di Comuni del Lazio adotti il proprio Piano.” Continua la nota.

Spiega la Consigliera: “Grazie ad un emendamento da me presentato, abbiamo inserito nelle programmazione dei fondi europei 2014-2020”, l’azione “Sostegno ai comuni per l’adesione al “patto dei sindaci” e la redazione dei PAES”, con l’obiettivo supportare le amministrazioni locali in questo percorso.

A luglio del 2014 inoltre si è tenuto un importante convegno presso il Consiglio regionale, che ha posto l’accento sulle tematiche dei PAES: sostenibilità, innovazione, energia, mobilità proprio per coinvolgere i Comuni e lavorare con loro. La regione Lazio si è impegnata a svolgere la funzione di coordinamento dei Comuni, a riconoscere una premialità ai Comuni che hanno adottato il PAES nei bandi regionali. Inoltre è stato presentato un progetto Life proprio a sostegno dell’adesione dei Comuni ai PAES”

“Bisogna lavorare ancora per recuperare il ritardo ereditato dal passato – prosegue Avenali – affinché aumentino i comuni laziali aderenti, ad oggi circa 50 (con 37 PAES monitorati dalla Commissione Europea), 1/7 di quelli totali. I dati fanno emergere la necessità di aumentare il numero di adesioni al patto dei sindaci, in tutte le fasce, con un focus specifico per i piccoli comuni.”

“Partire dal livello locale, insomma – conclude la nota – coordinando le azioni dei Comuni con le politiche e le risorse regionali, nazionali e comunitarie: questa è la strategia vincente per garantire la partecipazione ed il protagonismo delle amministrazioni locali, per rilanciare l’economia e garantire al contempo la sostenibilità economica ed ambientale di tutta la Regione Lazio”.

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