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Roma, baby squillo; nuovo arresto per sfruttamento della prostituzione e spaccio di stupefacenti

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno notificato una nuova ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma su richiesta dei PM della Procura della Repubblica di Roma,

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno notificato una nuova ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma su richiesta dei PM della Procura della Repubblica di Roma,

nei confronti di M.I. (cl. 1975), principale protagonista della vicenda dello sfruttamento delle due ragazze minorenni che si prostituivano nell’appartamento di viale Parioli, già arrestato, il 28 ottobre e il 12 novembre 2013, per i reati di sfruttamento della prostituzione minorile e spaccio di cocaina e oggi ristretto agli arresti domiciliari.

Le nuove imputazioni a carico di M.I. derivano dagli esiti delle indagini informatiche effettuate sui computer e sui telefoni cellulari sequestrati all’indagato a seguito del suo arresto dell’ottobre scorso, nonché dall’acquisizione di nuove prove testimoniali che hanno fatto emergere come il predetto, nel periodo maggio 2012 – luglio 2013, sfruttava la prostituzione di ulteriori due giovani donne, entrambe all’epoca dell’età di diciannove anni, le quali si prostituivano all’interno del suo appartamento, in zona Vescovio, grazie a inserzioni su siti internet.

A I.M. sono poi contestati ulteriori episodi di spaccio di stupefacenti di tipo cocaina e hashish che forniva alle due giovani prostitute e, in alcune circostanze anche a una minorenne di anni 16, sorella di una delle due predette (non coinvolta nel giro di prostituzione).

L’identificazione delle due ulteriori ragazze sfruttate da I.M. è stata resa possibile dall’individuazione sul telefonino del predetto, di un filmato, effettuato all’insaputa dei soggetti ripresi, ritraente una delle due ragazze mentre era intenta a consumare un rapporto sessuale a pagamento con un cliente. Per tale fatto I.M. risponde anche del reato di interferenza illecita nella vita privata.

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