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Roma,  botta e risposta tra Padoan e Juncker

Durante i lavori della Conferenza Internazionale sul tema degli “Investimenti a lungo termine in Europa”, organizzata dalla FeBAF – Federazione Banche Assicurazioni e Finanza, Cassa Depositi e Prestiti, OECD ed il Consiglio Italiano del Movimento...

Durante i lavori della Conferenza Internazionale sul tema degli “Investimenti a lungo termine in Europa”, organizzata dalla FeBAFFederazione Banche Assicurazioni e Finanza, Cassa Depositi e Prestiti, OECD ed il Consiglio Italiano del Movimento Europeo in associazione con il Semestre Italiano di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea - presso le Scuderie di Palazzo Altieri in Roma il 12 e 13 dicembre 2014, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Paolo Padoan ha sostenuto con fermezza che “bisogna fare presto con il Piano Juncker perché la crisi non è finita e non se ne esce” !

Inoltre, ha proseguito il Ministro “ C’è un'Agenda implicita che ogni Paese si deve dare per poter sfruttare al meglio il Piano: con in mente il caso italiano bisogna accrescere le opportunità di investimento e qui l'agenda delle riforme strutturali è fondamentale”.

Il Presidente della Commissione UE, Jean-Claude Juncker , intervenuto al Congresso del partito della Csu a Norimberga, ha prontamente replicato a distanza affermando: “Io non ho denaro fresco”ed ha proseguito aggiungendo: “Se gli Stati vogliono contribuire con risorse nazionali al Fondo siano i benvenuti: lo dico ai romani e aiparigini, a cui tutto questo non basta”.

Tra le condizioni necessarie perché il piano Juncker dia i suoi frutti, il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha in primo luogo affermato che“i progetti devono essere profittevoli ma devono anche tener conto della distribuzione delle risorse tra i vari membri”.

La seconda condizione“è che bisogna fare presto”.“Naturalmente ci vogliono parecchi mesi affinché il meccanismo possa diventare operativo e rischiano di essere tanti, ma nel frattempo si può fare già qualcosa e qui penso al ruolo della BEI».

Padoan ha poi evidenziato, come terza condizione, che ci debbano essere“ altre misure a livello europeo affinché gli investimenti crescano e si moltiplichino”. A questo proposito ha citato le riforme strutturali in atto a livello nazionale ed il rafforzamento del mercato interno a livello europeo. Proprio sul mercato interno, a giudizio di Padoan “l’Agenda è rimasta a metà da quando è partita due decenni fa.

Per esempio non esiste un mercato interno dell’energia o del digitale”. La quarta condizione, infine, è che “devono essere chiari gli incentivi per trasferire i fondi nazionali al nuovo meccanismo”.

Giorgio De Rossi

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