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Roma, Carella (Pd): Legalizzazione cannabis antidoto contro criminalità

"La proposta di legge per la legalizzazione della cannabis presentata alla Camera, di cui sono firmatario e frutto del lavoro dell'intergruppo parlamentare, rappresenta un testo sicuramente migliorabile, ma di certo è un buon punto di partenza per...

"La proposta di legge per la legalizzazione della cannabis presentata alla Camera, di cui sono firmatario e frutto del lavoro dell'intergruppo parlamentare, rappresenta un testo sicuramente migliorabile, ma di certo è un buon punto di partenza per arrivare a una legge su questa materia". Lo dichiara, in una nota, il deputato del Pd, Renzo Carella.

"Il dibattito sulla liberalizzazione della cannabis deve cambiare passo e andare dritto al problema: la questione non è se la marijuana è dannosa o no per la salute perchè sicuramente lo è e si tratta soltanto di stabilire quanto, ma è piuttosto domandarsi se il consumo per legge è efficace per controllare il consumo di sostanze dannose oppure no", aggiunge Carella.

"L’intergruppo parlamentare ha lavorato al testo partendo dalla relazione della Direzione nazionale antimafia, che affermava: 'Si ha il dovere di evidenziare che, nonostante il massimo sforzo profuso dal sistema nel contrasto alla diffusione dei cannabinoidi, si registra il totale fallimento dell’azione repressiva'", spiega il deputato del Pd.

"Tutto è nato, quindi, dalla crisi del proibizionismo e su questo tema la politica deve prendere posizione: fermarsi al ragionamento se la droga sia un male o no è inutile per la soluzione de problema", aggiunge. "Il Parlamento non è solo nell’affrontare questo tema e i dati disponibili sono coerenti nel confermare che il proibizionismo non diminuisce il consumo di cannabis e che invece aumenta la criminalità che ne controlla il mercato", sottolinea Carella.

"Recentemente il Dipartimento di polizia del Colorado, dove la cannabis è stata legalizzata, ha ufficialmente dichiarato che in un anno il tasso di criminalità è sceso del 5,6%, mentre il consumo non è aumentato", prosegue. "Per non perderci in teorie basta anche riflettere sulla questione del fumo delle sigarette: il tabagismo è

riconosciuto fra i più gravi problemi socio sanitari internazionali eppure le sigarette non si proibiscono, anzi nel nostro Paese sono monopolio di Stato", aggiunge. "Non è sfuggito in questo caso ai governi che il mercato che nascerebbe da un divieto avrebbe proporzioni mondiali e sarebbe interamente nelle potenti mani della

criminalità: se non riusciamo a dissuadere i nostri figli dal fumare sigarette e spinelli, almeno non buttiamoli nelle braccia delle mafie", conclude Carella.

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