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Roma, ricordati il Capitano Mario D’Albo e il Brigadiere  Enrico Zuddas

Alla presenza del Generale di Corpo D’Armata Tullio del Sette, Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, sono stati ricordati a Roma il Capitano dei Carabinieri Mario D’Aleo, ucciso dalla mafia, in via Cristofaro Scobar a Palermo, il 13...

Alla presenza del Generale di Corpo D’Armata Tullio del Sette, Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, sono stati ricordati a Roma il Capitano dei Carabinieri Mario D’Aleo, ucciso dalla mafia, in via Cristofaro Scobar a Palermo, il 13 giugno del 1983 e il Brigadiere Enrico Zuddas, caduto in Roma il 9 giugno del 1944 nel corso di un conflitto a fuoco con le truppe d’occupazione naziste.

La cerimonia, inserita nel programma delle giornate commemorative dei decorati di medaglia d’oro al valor militare, valor civile e al valore dell’Arma dei Carabinieri, celebrate in occasione del Bicentenario di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri, è cominciata con una Messa nella Basilica di San Lorenzo Fuori le Mura, officiata da Don Gabriele Castelli, cappellano militare della Legione Carabinieri “Lazio”, in onore del Cap. Mario D’Aleo, Medaglia d’oro al valore civile, e del Brig. Enrico Zuddas, Medaglia d’oro al valor militare. Sono seguite deposizioni floreali sulle tombe dei due caduti, entrambi sepolti presso il cimitero del Verano, con gli onori militari e la consegna ai loro familiari di un “attestato di riconoscenza” rilasciato dal Comandante Generale dell’Arma. A seguire, in via Imera n. 3 dove il Capitano D’Aleo nacque e abitò con la famiglia prima di arruolarsi, sono state deposte due corone di alloro, una a nome dell’Arma dei Carabinieri e una del Presidente del VII Municipio di Roma Capitale, davanti alla targa che ne ricorda il sacrificio. Erano inoltre presenti alla cerimonia il Comandante della Legione Carabinieri “Lazio”, Generale di Divisione Gaetano Maruccia, rappresentanze delle forze di polizia e autorità cittadine, della Rappresentanza Militare, dell’Associazione Nazionale Carabinieri, dell'Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari Arma Carabinieri, i colleghi di corso dell’Accademia Militare del Cap. D’Aleo, appartenenti all’Arma dei Carabinieri e all’Esercito. Note biografiche e motivazioni Onorificenze Il Capitano Mario D’Aleo nato a Roma il 16 febbraio del 1954. Si è arruolato nell’Arma nel 1973; Sottotenente nel 1975 e Tenente nel 1977, il1° gennaio 1979 è stato promosso Capitano. Il 20 agosto 1980 è stato inviato a Monreale, ove ha prestato servizio al Comando della Compagnia Carabinieri fino al tragico 13 giugno 1983. Alla sua memoria, con decreto del Presidente della Repubblica del 31 agosto 1983, è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Civile con la seguente motivazione: Comandante di Compagnia Carabinieri operante in zona ad alto indice di criminalità organizzata, pur consapevole dei grandi rischi cui si esponeva, con elevato senso del dovere e sprezzo del pericolo, svolgeva tenacemente opera intesa a contrastare la sfida sempre più minacciosa delle organizzazioni mafiose. Barbaramente trucidato in un proditorio agguato tesogli con efferata ferocia, sacrificava la sua giovane vita in difesa dello Stato e delle Istituzioni”. Il Brigadiere Enrico Zuddas nato a Dolianova (CA) il 18 agosto del 1911. A diciannove anni si era arruolato nell’Arma e nel 1938 era diventato istruttore alla Legione Carabinieri di Roma. Al momento dell’armistizio era entrato nell'organizzazione clandestina dei Carabinieri e si era subito impegnato in azioni molto rischiose contro i tedeschi. Poco prima della liberazione della Capitale, il brigadiere (che aveva l’incarico di scortare il capo di stato maggiore del Fronte della resistenza), accortosi che due agenti della polizia nazifascista stavano per catturare l’ufficiale, li abbattè a colpi di pistola. Enrico Zuddas fu, a sua volta, gravemente ferito e portato al Santo Spirito dove, a seguito delle gravi ferite riportate, morì il 4 giugno del 1944. Alla sua memoria, con Regio Decreto del 15 maggio 1946, è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: “Sottufficiale dei CC.RR. (Carabinieri Reali), sottrattosi con le armi in pugno alla cattura da parte delle soldatesche germaniche, costituiva subito, con alcuni animosi gregari, che ne avevano seguito la sorte, un primo nucleo di resistenza contro l'oppressore. Entrato a far parte dell'organizzazione clandestina dei CC.RR., compiva le più rischiose missioni, distinguendosi per il suo coraggio temerario, per la sua decisione e per la sua estrema energia. Comandato di scorta armata alla persona del Capo di S.M. del fronte della Resistenza, sorpreso da agenti della polizia nazi-fascista, nel generoso intento di evitare la cattura del suo superiore, non esitava ad ingaggiare la lotta, malgrado le impari forze, e cadeva ferito gravemente, dopo aver abbattuto a colpi di pistola due agenti nemici. Isolato in una tetra corsia di ospedale e guardato a vista dagli sgherri teutonici, sopportava con ammirevole stoicismo il dolore delle ferite in seguito alle quali decedeva con la fierezza del soldato conscio di aver compiuto il proprio dovere fino all'estremo sacrificio”.

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