rotate-mobile
Roma

Roma, utilizzo fondi Comunitari: piove sul bagnato!

Nei giorni scorsi ci siamo soffermati sul concreto pericolo derivante dalla restituzione, da parte del nostro Paese, di risorse comunitarie stanziate nella Programmazione 2007/2013 in quanto non utilizzate. Purtroppo, da una recente indagine...

Nei giorni scorsi ci siamo soffermati sul concreto pericolo derivante dalla restituzione, da parte del nostro Paese, di risorse comunitarie stanziate nella Programmazione 2007/2013 in quanto non utilizzate.

Purtroppo, da una recente indagine conoscitiva del 14 gennaio 2015, effettuata dalla Corte dei Conti in merito alla "Attuazione ed efficacia delle politiche della UE in Italia", scopriamo con rammarico che anche le somme già spese sono state utilizzate in modo poco corretto e comunque scarsamente efficace.

L’esame del processo di realizzazione di tale Programmazione, tuttora in corso, aveva evidenziato come le Amministrazioni italiane, a livello centrale e regionale, fossero state costantemente impegnate in una corsa contro il tempo per cercare di far fronte ai forti ritardi iniziali nell’avvio dei progetti ed alle difficoltà attuative sorte

in itinere. La Corte infatti aveva già costantemente segnalato l’insufficiente sviluppo delle attività di realizzazione dei Programmi, con il connesso rischio di perdita di risorse ed aveva sottolineato l’esigenza dell'adozione di appropriati interventi correttivi idonei ad accelerare il percorso attuativo.

Pertanto il Governo, d'intesa con la Commissione Europea ed in condivisione con le Amministrazioni Centrali e le Regioni interessate, di fronte al rischio di disimpegno automatico per le iniziative in evidente ritardo, ha proceduto alla rimodulazione delle risorse, attraverso la messa in atto di ben cinque successive revisioni della loro originaria assegnazione, le cosiddette “riprogrammazioni”, intese ad accelerare l’attuazione della settennale Programmazione, a riorientare gli interventi ed a riavviare nuove azioni, in parte sostitutive delle precedenti.

Il dato relativo alla spesa da parte delle Regioni del nostro Mezzogiorno, Obiettivo Convergenza, rilevato nel documento, desta preoccupazione in quanto evidenzia che in "coda" di Programmazione restano ancora da effettuare pagamenti per circa la metà delle risorse allocate per l'intera Programmazione: 15 miliardi di euro ancora da pagare a fronte dei 32,5 miliardi di euro complessivamente stanziati ! Il rischio che le quattro Regioni dell'Obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) non riescano a spendere tutte le risorse impegnate è molto concreto.

Ad oggi, dovendosi “tirare le fila”, risulta che l’intero settennio è stato caratterizzato da una logica emergenziale, con assestamenti finanziari – indubbiamente talvolta necessitati (si pensi, ad esempio, ai due eventi sismici del 2009 e del 2011) – che hanno pesantemente influito sulla capacità programmatoria e gestionale nazionale, non in linea con le aspettative dell’UE e non sempre adeguata e, spesso, poco aderente alle reali esigenze dei territori.

A quanto sopra delineato si aggiunga anche l’esistenza di rischi correlati alla sana gestione finanziaria individuabili, tra l’altro:

- nell’alto numero di irregolarità e nella conseguente eventuale "decertificazione" di rilevanti importi;

- nell’elevato numero di progetti sostituiti con nuovi progetti senza la necessaria adeguata ponderazione;

- nella presenza di un considerevole numero di progetti non completati e/o non operativi che hanno comunque assorbito risorse rilevanti;

- nei forti tempi di attuazione e di spesa delle opere pubbliche: per la loro gestione si arrivano a superare i 14 anni, con tempi di progettazione che possono raggiungere l'arco dei sei anni.

Un aspetto preoccupante che può incidere pesantemente sul nostro Paese sono dunque le decertificazioni: con tale termine si fa riferimento al fenomeno per il quale spese rendicontate alla Commissione, a seguito dell’individuazione di frodi o irregolarità per cattivo uso dei fondi comunitari, vengono escluse dalle risorse comunitarie e restano a totale carico del bilancio nazionale.

Per la programmazione 2007/2013, ormai prossima anch’essa alla chiusura, fissata al 31 dicembre 2015, la Commissione ha adottato in modo massiccio il sistema delle decertificazioni fin dalle prime segnalazioni. Ciò, prosegue la Corte dei Conti, "rende indispensabile aumentare l’attenzione del controllore esterno perché i rischi sulla tenuta della contabilità nazionale sono enormi. Infatti sulle amministrazioni i rischi di perdita, di dispersione si raddoppiano, e, nei bilanci già in sofferenza di alcune amministrazioni, in particolare delle regioni dell’obiettivo convergenza, con posizione deficitaria in alcuni settori, la necessità di reintegrare i fondi non riconosciuti come risorse comunitarie, può rivelarsi un problema grandissimo di cui le Istituzioni superiori di controllo dovrebbero farsi maggiormente carico".

Quindi oltre al danno si aggiunge anche la beffa: non solo dovremo restituire le risorse per il loro mancato utilizzo, ma dovremo anche trovare i fondi per sopperire al loro scadente ed irregolare impiego !

Giorgio De Rossi

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Roma, utilizzo fondi Comunitari: piove sul bagnato!

FrosinoneToday è in caricamento