La senatrice Maria Spilabotte, sostenitrice della proposta di legge sul matrimonio lgbt (ovvero il matrimonio tra Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender, che vede come primo firmatario il Senatore Sergio Lo Giudice) in discussione in Commissione Giustizia del Senato, parla del tema delle unioni civili.

Spilabotte: "Ha ragione il nostro segretario Matteo Renzi a porre tra le priorità anche la legge tra le unioni civili perché sarebbe bene evitare che su anche su questo terreno, come accaduto per quello elettorale, il Parlamento si trovi poi a dover rincorrere la Corte Costituzionale.

Siamo già in ritardo, vista la sentenza della Corte del 2010 che ha autorevolmente sostenuto con un monito solenne al Parlamento che le stabili convivenze formate da coppie di persone omosessuali hanno diritto ad un pieno riconoscimento legislativo di un insieme di diritti e doveri, sulla base dell'articolo 2 della Costituzione.

L’Italia ha 15 anni di ritardo sui grandi paesi d’Europa e delle grandi democrazie occidentali. Serve una legge chiara e precisa in tal senso". In merito al diniego di Alfano e del NCD a Renzi su questo tema, Spilabotte precisa: "Dobbiamo legiferare come chiede la Cassazione ed a prescindere dal patto di governo. Non è un tema che può essere oggetto di negoziazione politica tra i partiti che sostengono l'esecutivo, anche perchè una trattativa finirebbe solo per partorire una legge confusa ed ambigua. I diritti non sono negoziabili e l'uguaglianza non conosce approssimazioni: o c'è o non c'è. Solo il riconoscimento del matrimonio rende tutte le coppie uguali. Qualsiasi altra strada rappresenterà inevitabilmente una distinzione tra cittadine e cittadini di Serie A e quelli di Serie B. Alcuni partiti della maggioranza non sono d'accordo? Si approvino subito con chi ci sta: in materie come queste i voti per l'approvazione possono essere cercati anche all'esterno, e nessuno può certo porre veti a maggioranze diverse minacciando ritorsioni sull'esecutivo: è stato sempre così su temi etici e di coscienza".