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Telecomunicazioni, De Angelis: piano mercato unico ue sia più ambizioso. Fondi E.U. accordo al ribasso. Spilabotte: rinaturalizzazione dei siti industriali e commerciali

“La Commissione Europea non ci ha convinti”. Così l’eurodeputato Francesco De Angelis a margine della presentazione in Commissione Industria del Parlamento europeo dello studio d’impatto sulla proposta di completamento del mercato interno delle...

“La Commissione Europea non ci ha convinti”. Così l’eurodeputato Francesco De Angelis a margine della presentazione in Commissione Industria del Parlamento europeo dello studio d’impatto sulla proposta di completamento del mercato interno delle telecomunicazioni. “I dubbi restano – continua l’eurodeputato – perché la proposta di regolamento manca di concreti obiettivi operativi. I target sono specifici, rendendo impossibile una valutazione a posteriori della legislazione – precisa De Angelis – e il riferimento stesso all’obiettivo del completamento del digital market non è supportato da strumenti minimi sufficienti".

Per De Angelis “alle considerazioni di ordine metodologico si aggiungono le scelte di carattere strategico della Commissione, che sembrano premiare il consolidamento del mercato a discapito dei criteri di concorrenza. Ma il prezzo della competitività del mercato europeo nel mondo non deve ricadere esclusivamente sulla qualità e sui costi dei servizi al dettaglio, cioè sui consumatori. Bisogna trovare un punto di equilibrio tra i legittimi obiettivi di consolidamento e l’apertura dei mercati nazionali che, per il momento, mi pare non sia stato identificato. La discussione interessa uno spettro ampio di attori pubblici e privati – commenta De Angelis – e come abbiamo potuto notare in questi giorni e settimane, coinvolge complesse e delicatissime questioni di sicurezza, sovranità e tutela della privacy di tutti noi".

“Ci vuole più concorrenza e apertura, maggiore chiarezza sulle responsabilità delle authority nazionali, e una road-map verso il completamento del digital market cha sia fatta di obiettivi misurabili. Ora comincia il lavoro emendativo, dove il Gruppo dei Socialisti e Democratici cercherà di giocare un ruolo decisivo nelle commissioni e in plenaria. E anche sul versante della nostra battaglia per l’abolizione totale delle tariffe di roaming – continua De Angelis - un migliore regolamento sul completamento del digital market vorrà dire creare le condizioni per una piena abolizione del roaming entro e non oltre il 2016.”

FONDI UE: DA P.E. VIA LIBERA AD ACCORDO AL RIBASSO

Via libera in Commissione Sviluppo Regionale all'accordo inter-istituzionale tra Parlamento, Consiglio e Commissione sul futuro della politica di coesione 2014-2020. Questo l'esito della votazione di questa mattina, che tuttavia però non è stata unanime.

"Su moltissimi punti portiamo a casa risultati importanti" ha commentato De Angelis. "Penso in particolare ai principi di semplificazione, alla governance multilivello tra Bruxelles e i territori, alla tenuta della concentrazione e distribuzione di fondi seppur in condizioni finanziarie generali estremamente negative." Per De Angelis, "questo è il versante migliore dell'accordo, e rende realizzabile l'obiettivo di nuovi programmi operativi entro la primavera 2014".

"Su un altro versante però - ha tenuto a rimarcare l'eurodeputato - l'accordo è insoddisfacente perché introduce vincoli di bilancio ispirati alle politiche iper-rigoriste della Germania: mi riferisco alla condizionalità macroeconomica, che rischia di far pagare alle singole regioni il prezzo di scelte macro-economiche in capo esclusivo alle autorità nazionali."

Per l'esponente del Pd "avremmo preferito rigettare la proposta all'articolo 21 che introduce la condizionalità macro-economica, ma il voto in Commissione è un voto in blocco, secondo il principio del 'prendere o lasciare'. Bocciare l'accordo in blocco - ha aggiunto De Angelis - avrebbe voluto dire rimandare il varo dei nuovi programmi al 2015, lasciando quindi a secco i territori europei per più di un anno."

"Il problema è che se il Parlamento europeo stralcia anche solo un punto dell'intesa inter-istituzionale, allora viene meno l'intero accordo e bisogna ricominciare tutto da capo" - ha concluso De Angelis, per il quale però "quei territori che comprensibilmente chiedono lo stralcio del riferimento all'articolo 21, sono gli stessi che vogliono partire con la nuova programmazione fin dalla prossima primavera." Per De Angelis "ormai ci troviamo in una dinamica co-legislativa che dovrà necessariamente sacrificare uno dei due aspetti: o sacrifica i tempi, e lavora a un testo più ambizioso che però non vedrà la luce prima del 2015; oppure, dando semaforo verde alla condizionalità macro-economica, stravolge il principio di equità che è proprio della politica di coesione, ma rispetta i tempi per il varo dei programmi entro i primi mesi del 2014".

LA SENATRICE SPILABOTTE FIRMA IL DISEGNO DI LEGGE SULLA RINATURALIZZAZIONE DEI SITI INDUSTRIALI E COMMERCIALI

La Senatrice Maria Spilabotte è tra i firmatari del Disegno di Legge proposto dal Senatore Sonego sulla rinaturalizzazione dei siti industriali e commerciali dismessi. Spiega la Senatrice Spilabotte: “Il provvedimento si prefigge di disciplinare la materia della rinaturalizzazione dei siti a destinazione industriale e commerciale che siano stati edificati con edifici ed impianti che non vengono più utilizzati perché l’attività per la quale sono stati allestiti è cessata. La chiusura o la delocalizzazione delle imprese comportano aree industriali e commerciali, a volte molto vaste, che lasciate in stato di abbandono costituiscono motivo di crescente degrado urbano e territoriale, a volte anche con un consistente carico di rifiuti e materiale inquinante. Il testo, se approvato, obbliga chi cessa un’attività precedentemente svolta con l’uso di edifici ed impianti, a far data dal compimento del sesto mese dalla avvenuta cessazione, di rinaturalizzare il sito ripristinandone tutti i valori territoriali, ambientali e paesaggistici presenti prima dell’impiego del suolo per le menzionate finalità industriali o commerciali. Chi ha usato il territorio per lo svolgimento di attività economiche o commerciali, è obbligato a ripristinare i valori ambientali che ha manomesso. Il DDL prevede anche un regime derogatorio al principio del “Chi inquina paga”, per casi eccezionali e particolarmente motivati e comunque possibile solo attraverso un accordo di programma tra obbligato e Regione finalizzato al mantenimento della destinazione produttiva o commerciale delle aree interessate, attraverso l’attuazione di un programma di interventi ed iniziative di riconversione o ristrutturazione aziendale. Un provvedimento che vuol scoraggiare le industrie a chiudere e a delocalizzare e che potrà avere importanti ricadute anche nel nostro territorio, si pensi alle situazioni di crisi dell’Ideal Standard, della Marangoni o dell’Ilva, solo per citare gli ultimi esempi della nostra provincia”.

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