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Cronaca

San Donato Valcomino, caccia al Cinghiale; Abbruzzese (FI): interrogazione sul numero dei cani

Nei giorni scorsi ho presentato un interrogazione al presidente della giunta regionale, Nicola Zingaretti ed all’assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Sonia Ricci, riguardo ad alcuni provvedimenti per la caccia al cinghiale.

Nei giorni scorsi ho presentato un interrogazione al presidente della giunta regionale, Nicola Zingaretti ed all’assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Sonia Ricci, riguardo ad alcuni provvedimenti per la caccia al cinghiale.

In sostanza ho richiesto di sapere: quali motivazioni hanno indotto la Regione a prevedere solo 5 cani per la caccia al cinghiale nei “Monti Ernici” e “Area adiacente al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise” e nei Siti di Importanza Comunitaria; quali motivazioni hanno indotto la Regione a prevedere invece 10 cani per la caccia al cinghiale nella zona Monti del Cicolano; se è intenzione della Regione prevedere un aumento del numero dei cani per la zona dei Monti Ernici al pari dei Monti del Cicolano”. Lo ha dichiarato Mario Abbruzzese, vice presidente della commissione agricoltura.

“Con decreto del Presidente della Giunta Regionale del Lazio nr. T00247 del 5 agosto 2014 è stata disciplinata l‟attività venatoria che può essere esercitata nell’area di protezione esterna al Parco Nazionale d‟Abruzzo, Lazio e Molise, versante laziale, per la corrente stagione venatoria 2014/2015, in ottemperanza alle disposizioni della Sentenza n. 8640/2012 del TAR Lazio - Sezione Prima Ter resa in data 18 ottobre 2012. Con tale provvedimento vengono fornite all’Ente Autonomo Parco Nazionale d‟Abruzzo, Lazio e Molise informazioni circa i dati relativi gli abbattimenti della specie Cinghiale (Sus scrofa) anche al fine di consentire un adeguato monitoraggio sulla consistenza delle popolazioni della specie in questione. Inoltre allegato al Decreto viene stilato il documento tecnico “Disciplina dell’esercizio venatorio nell’area di protezione esterna al Parco Nazionale d‟Abruzzo, Lazio e Molise, versante laziale. Con il Decreto in parola viene altresì adottato per la stagione venatoria 2014/2015, il documento “Misure a tutela dell‟Orso bruno marsicano da applicarsi nelle aree critiche: “Monti del Cicolano”, “Monti Ernici”, “Area adiacente al Parco Nazionale d‟Abruzzo, Lazio e Molise” e nei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) con presenza di Orso bruno”. In deroga a quanto previsto all’articolo 7, comma 2 del Calendario venatorio per la stagione venatoria 2014/2015 approvato con il Decreto del Presidente n. T00216 del 15 luglio 2014, la caccia al Cinghiale (Sus scrofa) nell’area di protezione esterna al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, versante laziale Sottozona B, viene consentita unicamente nel periodo dal 1 novembre 2014 al 31 gennaio 2015.

L’orso va notoriamente in letargo proprio nel periodo di novembre – gennaio e per quanto attiene le Misure a tutela dell’Orso bruno marsicano da applicarsi nelle aree critiche “Monti Ernici” e “Area adiacente al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise” e nei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) con presenza di Orso bruno marsicano viene altresì stabilito che: nelle more dell’entrata in vigore del divieto di caccia in braccata e conseguente utilizzo esclusivo della girata e del tiro da appostamento come tecniche di caccia al cinghiale, è stabilito un limite massimo di 5 cani per squadra utilizzabili per la caccia al cinghiale in braccata

Al contrario per quanto attiene sempre le Misure a tutela dell’Orso bruno marsicano da applicarsi invece nell’area critica “Monti del Cicolano”, il limite massimo per squadra utilizzabili per la caccia al cinghiale in braccata è di 10 cani.

Ma solo 5 cani sono considerati, dalle associazioni venatorie del territorio, un numero assolutamente insufficiente per una efficace caccia al cinghiale. Infatti, senza una adeguata strutturazione della squadra dei cani per la caccia al cinghiale, il numero di questi animali aumenterebbe in maniera esponenziale nel giro di poco tempo e ciò comporterebbe la distruzione del territorio, agricolo e non. Per questo molti primi cittadini del territorio dell'area adiacente al parco sono molto preoccupati.

La capacità distruttiva dei cinghiali è nota a tutti, ed ha prodotto danni enormi dalla Provincia di Frosinone, dalla zone di Picinisco quindi, fino a quella di Latina, nello specifico delle zone di Formia e Gaeta.

Infine, secondo la Coldiretti, tantissimi sono i danni che la fauna selvatica provoca all'agricoltura e rappresentano ormai un problema notevolissimo sia nella provincia di Frosinone che nel resto della Regione Lazio; solo negli ultimi due anni si contano 1.128 segnalazioni con danni stimati da perizie tecniche in euro 497.287, proprio i danni maggiori si riscontrano alle colture foraggere e sono causati principalmente dai cinghiali”. Ha concluso Abbruzzese.

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