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Cronaca Sant'Ambrogio sul Garigliano

Cassinate, soldi ai giovani immigrati in cambio sesso, cuoca finisce sotto processo

Secondo gli elementi raccolti dagli investigatori la donna di 34 anni che operava in una casa di accoglienza incontrava i "baby gigolò" in un albergo

Pagava quindicenni ospiti di una casa di accoglienza della capitale per fare sesso. Una cuoca ciociara di 34  anni che lavorava in  una cooperativa che si occupava di ragazzi stranieri sbarcati in Italia senza genitori, è finita sotto processo per induzione alla prostituzione minorile. Secondo quanto raccolto dagli investigatori che avevano avviato le indagini, la donna avrebbe cercato di entrare nelle grazie degli adolescenti, regalando loro del denaro, vestiti e cellulari usati. In cambio però pretendeva delle prestazioni sessuali.

Il racconto di un ospite del centro

La storia risale al 2015 quando proprio un collega della donna si era recato dal responsabile della struttura per raccontare quello che gli era stato detto in via confidenziale da un sedicenne egiziano ospite della casa di accoglienza. Per la cronaca va detto che i giovani erano stati prima accolti in un centro di accoglienza della capitale e poi trasferiti a Sant’Ambrogio del Garigliano nel cassinate. Quel ragazzino gli aveva riferito di avere una relazione con la cuoca e a riprova di quanto affermato gli aveva mostrato alcune foto scattate dal cellulare. La donna che era stata subito convocata in direzione, non aveva potuto  negare in quanto c’erano quelle immagini inequivocabili sul telefonino che la inchiodavano alle sue responsabilità. Si era soltanto giusitificata dicendo che lei si era innamorata di quel ragazzo che incontrava in un albergo.

La denuncia

A quel punto proprio la direzione aveva fatto scattare la denuncia. A causa di quella relazione clandestina il giovane egiziano era stato trasferito in un’altra casa di accoglienza. Oggi, divenuto maggiorenne ha fatto perdere le sue tracce. Per la cronaca va detto che il sostituto procuratore titolare delle indagini non ha potuto contestare la violenza sessuale in quanto gli ospiti della struttura avevano già compiuto tutti i quattordici anni di età.

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