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Cronaca

Serrone, imprenditore del posto minaccia di uccidersi perché non viene pagato dall’Enel e dal Ministero della Difesa

Disperato appello di una moglie, malata di cancro, per il marito artigiano che tra l’Enel e il Ministero della Difesa deve avere oltre due milioni di euro che non riesce a riscuotere con tanto di fatture autenticate dal notaio.Stiamo parlando di...

Disperato appello di una moglie, malata di cancro, per il marito artigiano che tra l’Enel e il Ministero della Difesa deve avere oltre due milioni di euro che non riesce a riscuotere con tanto di fatture autenticate dal notaio.Stiamo parlando di Sergio Sperati, del 1954, iscritto alla camera di commercio dal 1996 come impresa artigiana e piccolo imprenditore, che svolge lavori di manutenziore ordinaria e straordinaria sia su macchine aziendali che linee elettriche.

Raccontiamo la sua storia dal principio. Sperati ha chiesto all’ENEL dal lontano 1983 l’energia elettrica tri fase (380) per la sua azienda in località Colle delle Tende in territorio di Serrone e per questa paga regolarente il canone. Di fatto, però l’ENEL in tutti questi anni non ha mai attivato la linea più potente e lui è stato costretto a lavorare con la semplice linea domestica con un portata massima di 3 Kw.

Oltre al danno anche la beffa, perché ancora oggi sta pagando 400 euro al mese di canone all’Enel oltre alla benzina per un gruppo elettrico che è diventato necessario.

Nel 2009 il signor Sperati ha vinto la causa contro l’Enel, sentenza emessa dal giudice unico del Tribunale di Frosinone, che aveva condannato la compagnia elettrica al risarcimento dei danni, dei canoni anticipati e degli interessi per una consistente cifra di oltre 2 milioni di euro. A questa cifra vanno aggiunti gli interessi, il carburante e la manutenzione, oltre che ai canoni non dovuti fino ad oggi per un totale di oltre 2,5 milioni di euro, ma l’ENEL fa orecchia da mercante e non ne vuole sapere di risarcire l’uomo.

Insomma, una situazione di ordinaria burocrazia italiana che sta facendo cadere in depressione il piccolo imprenditore ed artigiano di Serrone, che, a detta della moglie, minaccia spesso di uccidersi perché non sa più come pagare le tasse ed andare avanti quotidianamente, tra la malattia della moglie ele banche che continua a chiamare per riavare i soldi.

Insomma una situazione davvero disperata che sta mettendo a dura prova la vita di questo onesto artigiano.

La storia però non finisce qui perché il signor Sperati deve riscuotere dal Ministero della Difesa altri 600 mila euro. Negli anni passati ha risposto ai bandi emessi con capitolato d’appalto, si è trovato i capitolati modificati per dei lavori alla Cecchignola che hanno riguardato l’adeguamento della struttura all’arrivo dei nuovi militiari donne.Ho dovuto lavorare anche il giorno di ferragosto per far trovare tutto attrezzato nei bagni per le donne e oggi con diversi raggiri non mi vogliono pagare– ci dice il buon Sergio che ha lavorato anche nell’altra scuola militare di Sabaudia“.

“Ho svolto lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria su capitolati d’appalto e oggi – aggiunge l’artigiano mentre sfoglia davanti a noi tutte le sue carte, dimostrando di essere un uomo preciso e rispettoso delle leggi italiane – mi ritrovo con le fatture emesse e non si riesce a sbloccare la pratica, perché nessuno si vuole assumere la responsabilità di pagare le regolari fatture autenticate dal notaio”.

Una situazione davvero disperata, che sta mettendo a repentaglio la vita di una persona che svolge onestamente il suo lavoro e soprattutto che vuole vivere onostamente del suo lavoro che svolge con molta serietà e dedizione.

Giancarlo Flavi

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