rotate-mobile
L'inchiesta / Villa Latina

Soldi nella cassaforte del Comune per depistare il magistrato, sindaco e funzionario indagati per 'frode processuale'

Luigi Rossi, primo cittadino di Villa Latina e Marcello Cristini, dipendente, si sono visti notificare l'avviso di conclusione indagine a firma del sostituto procuratore Alfredo Mattei

La procura di Cassino ha concluso una seconda inchiesta sul comune di Villa Latina (Fr) e chiesto il rinvio a giudizio per il primo cittadino Luigi Rossi e il dipendente Marcello Cristini: avrebbero cercato di raggirare l'autorità giudiziaria con un escamotage ma sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza e dai carabinieri della Compagnia di Cassino (stazione di Atina) che nelle indagini è stata coordinata dal sostituto procuratore Alfredo Mattei.

In sintesi, secondo quanto accertato dalle Fiamme Gialle e dal personale dell'Arma, a seguito della prima inchiesta, che ha visto finire sotto processo il funzionario comunale per il reato di peculato, è nata una seconda tranche che questa volta ha visto finire nel mirino degli inquirenti oltre che Cristini anche il primo cittadino Luigi Rossi: entrambi devono rispondere di 'frode processuale'. 

Ma nell'atto pratico, cosa sarebbe accaduto? Tutto nasce dalle dichiarazioni rilasciate dal sindaco in sede di interrogatorio dinanzi al dottor Mattei. Rossi avrebbe dichiarato di essere l'unico possessore della chiave che apre la cassaforte del comune all'interno della quale sarebbe stato posizionato il danaro proveniente dal pagamento dei loculi. Una dichiarazione rilasciata a discolpa di Cristini che era stato accusato di aver incassato il danaro pagato dai cittadini per l'acquisto dei loculi.

Quelle somme, secondo i due indagati, sarebbero in realtà state custodite sotto chiave e mai utilizzate per scopi personali. Una spiegazione questa che non ha convinto il magistrato che ha quindi disposto il sequestro del danaro e la verifica, attraverso la Banca d'Italia, della matrice di ogni banconota. Il risultato degli accertamenti è stato sconcertante: quelle banconote sono state stampate e messe in circolazione mesi dopo l'inizio dell'indagine per 'peculato'.

Quindi il sindaco, che ha dichiarato di essere unico possessore della chiavi della cassaforte, ha mentito. L'accusa ritiene che la somma rinvenuta e corrispondente al danaro 'trafugato' ai cittadini, sia stata posizionata successivamente e provento di prelievo bancomat visto che le banconote sono tutte della stessa serie. Inevitabile a questo punto la richiesta di rinvio a giudizio a carico del sindaco Rossi e del funzionario comunale Cristini. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Soldi nella cassaforte del Comune per depistare il magistrato, sindaco e funzionario indagati per 'frode processuale'

FrosinoneToday è in caricamento