rotate-mobile
La storia / Sora

Usura, medico costretto a simulare un furto d'auto per pagare il debito

Lo sconcertante spaccato emerso dalle indagini della Squadra Mobile che hanno arrestato due uomini residenti a Sora

Un medico vessato dagli usurai ha avuto il coraggio di sporgere denuncia e porre fine alla drammatica vicenda personale che a fronte di un prestito di 3.000 euro lo aveva portato a restituire oltre 70mila euro. Una denuncia che questa mattina è sfociata in quattro misure cautelari personali emesse dal GIP del Tribunale di Cassino nei confronti di  due uomini di 36 e 40 anni e due donne, rispettivamente di 29 e 33 anni, tutti appartenenti ad una famiglia Sinti residente a Sora, già nota alle cronache dal momento che molti dei suoi componenti sono notoriamente dediti ai delitti di usura, spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione. Uno di questi in particolar modo nonostante fosse stato arrestato nel 2020, nell’ambito dell’operazione della Squadra Mobile di Frosinone denominata “Requiem”, ha continuato a terrorizzare il medico con  telefonate e messaggi minatori facendosi aiutare anche da alcuni suoi familiari, il fratello e due sorelle, tutti già gravati da precedenti penali per spaccio di sostanze stupefacenti, usura ed estorsione.

L'incontro tra il professionista e il rom è avvenuto nell’anno 2016 quando a seguito di un accertamento tributario si era trovato in un improvviso e grave stato di difficoltà economica. Un suo conoscente, al quale aveva confidato la sua grave situazione finanziaria, gli aveva consigliato di rivolgersi a un tale conosciuto come riferimento per risolvere situazioni economiche difficili e al quale in molti si rivolgevano per ottenere aiuto. Al primo incontro, in cui la vittima aveva avanzato la richiesta di un prestito di 5000 euro, il presunto “benefattore” si era reso subito disponibile ad aiutarlo, dietro la promessa di riottenere al termine di 30 giorni la restituzione della somma di 7500 euro.

Il malcapitato però non era riuscito a restituire nei termini fissati l’intera somma e da quel momento erano iniziati i suoi guai. Le minacce, rivolte non solo alla vittima ma anche all’integrità fisica dei suoi due figli, a ogni ritardo e a ogni mancato pagamento diventavano sempre più gravi e pesanti, e in più occasioni i criminali si erano pure presentati personalmente sul posto di lavoro della vittima con la pretesa di ottenere il denaro.

Il medico, temendo per la sua incolumità ma soprattutto per quella dei suoi due figli, non era più riuscito a sottrarsi alle richieste dei suoi aguzzini fino a che, in preda all’esasperazione e al terrore, all’inizio di quest’anno è riuscito a trovare la forza per riferire quanto gli era capitato negli ultimi sette anni. Dal suo racconto sono emersi elementi tali che hanno delineato chiaramente il modus operandi di questi criminali che, approfittando del grave stato di bisogno della vittima di turno, riescono a catturarne la fiducia, andando ad affermarsi come l’unica ancora di salvezza alla quale è consentito aggrapparsi e alla quale fare riferimento, nell’illusione di riuscire prima o poi a sottrarsi  a quella morsa. Lo stato di soggezione e la paura erano tali che il malcapitato era stato anche costretto, dietro minaccia, a noleggiare e simulare il furto di una vettura di grossa cilindrata. Il veicolo in realtà era stato consegnato all’usuraio, che ha potuto così venderlo illegalmente.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Usura, medico costretto a simulare un furto d'auto per pagare il debito

FrosinoneToday è in caricamento